meloni libro vespa

“MARIO, CHE FAI, TE NE VAI E MI LASCI SOLA?” – NEL NUOVO LIBRO DI BRUNO VESPA LA BATTUTA DELLA MELONI A DRAGHI DURANTE LA CERIMONIA DELLA CAMPANELLA – L’IMPATTO “PESANTE” A PALAZZO CHIGI: “SODDISFAZIONE, CERTO, MA SOPRATTUTTO ANSIA, TROPPI UCCELLI DEL MALAUGURIO ALEGGIANO SUL GOVERNO” - "L'UNICO VERO VANTAGGIO CHE HO RISPETTO AGLI ALTRI È CHE NON LAVORERÒ PER RESTARE IN QUESTO POSTO. NON GUARDO I SONDAGGI. E SE NON HAI NIENTE DA PERDERE, PUOI TIRARE DI PIÙ LA CORDA”  – I MESSAGGI DELLA MADRE, LA FIGLIA CHE L’HA CHIAMATA PRESIDENTE E LEI CHE LE HA RISPOSTO...

Dal “Corriere della Sera”

 

Esce oggi 4 novembre da Mondadori Rai Libri il libro di Bruno Vespa «La grande tempesta. Mussolini, la guerra civile. Putin, il ricatto energetico. La Nazione di Giorgia Meloni», 390 pagine, 21 Euro. Pubblichiamo un brano dall'undicesimo capitolo ( E una donna arrivò a Palazzo Chigi ).

DRAGHI MELONI

 

«Mario, che fai? Mica facciamo sul serio? Te ne vai e mi lasci sola?». È mezzogiorno di domenica 23 ottobre 2022. Giorgia Meloni scherza con Mario Draghi durante la cerimonia della campanella, dove avviene il passaggio di testimone dal premier uscente a quello entrante. Al termine, Draghi scende nel cortile di palazzo Chigi per ricevere gli onori militari di commiato e la Meloni resta sola nello studio presidenziale con le due amiche collaboratrici di sempre, l'assistente Patrizia Scurti e la portavoce Giovanna Ianniello.

 

«Conoscevo bene questa stanza» mi dice subito dopo il presidente del Consiglio, che ama essere chiamata con il nome della carica declinato al maschile, che poi sarebbe un vocabolo neutro. «C'ero stata tante volte durante il governo Berlusconi. Ma è questo il primo momento in cui mi chiedo: che mi è successo? Che sto provando? Soddisfazione, certo, ma soprattutto ansia, perché l'impatto è pesante».

 

MELONI PALAZZO CHIGI

Adesso il piccolo studio (scrivania del Settecento, salottino, tavolo delle riunioni per poche persone) deve sembrarle immenso, perché immense sono le responsabilità cadute addosso a questa donna minuta e decisa alla quale, nella vita, nessuno ha regalato niente. Uno studio che, peraltro, non la fa sentire a suo agio. Non le piacciono gli ori, i damaschi, il balconcino affacciato su piazza Colonna. Non le piace, gelosa com' è della sua libertà, il protocollo soffocante e l'idea di essere seguita a ogni passo, di rendere subito di dominio pubblico ogni incontro, essendo da sempre le mura di palazzo Chigi udenti e parlanti. Tant' è vero che la Meloni ha conservato gelosamente il suo magnifico e decentrato ufficio alla Camera, con una terrazza che le è capitata per sbaglio e che tutti le invidiano.

 

MELONI PALAZZO CHIGI 4

Giorgia Meloni si accomoda in una poltrona color oro per riprendere fiato con un caffè negli attimi che precedono il primo Consiglio dei ministri. Confessa di aver temuto di piangere di commozione mentre passava in rassegna il picchetto in cortile e ha udito l'ufficiale gridare: «Onori al presidente del Consiglio dei ministri!», come ha pianto calde lacrime alla sua prima uscita dopo il giuramento ai funerali di Francesco Valdiserri, il diciottenne investito da una donna ubriaca mentre camminava con un amico sul marciapiede di via Cristoforo Colombo. (La madre di Francesco, la giornalista del «Corriere della Sera» Paola Di Caro, segue da molti anni il centrodestra e la consuetudine con Giorgia Meloni si è trasformata con il tempo in amicizia).

 

Si è commossa sabato 22 ottobre quando, uscendo di casa per le consultazioni, ha visto che dal palazzo di fronte un signore che non conosceva sventolava la bandiera tricolore. E si è commossa il pomeriggio dello stesso giorno quando, andando con la madre Anna alla Festa dei Nonni alla scuola frequentata dalla figlia Ginevra, pur entrata di soppiatto per guadagnare l'ultima fila è stata accolta da un grande applauso che ha lasciato di stucco il sacerdote che, intento a parlare, non aveva visto entrare la famigliola presidenziale. E mamma Anna?, chiedo alla Meloni. «Non è mai stata una donna cerimoniosa» mi dice «ma mi ha mandato un messaggio strappalacrime: credevo di non aver fatto niente nella vita e invece»

VESPA MELONI

 

La sua inseparabile sorella Arianna? «Piange sempre. Le devo molto. Mi è stata sempre vicina». E Ginevra? «Una sera è venuta e, per la prima volta, mi ha chiamato presidente. "Presidente, ho un regalo per te." E mi ha offerto dei cioccolatini. "Adesso che fai, com' è il tuo lavoro?" "Ginevra, ricordi il capofila della classe? Be', io adesso sono il capofila di una fila lunghissima"». Riesce ad accompagnarla a scuola? «Sempre e, dopo una dura battaglia, sulla mia storica Mini. A scuola preferisco non andare con l'auto di servizio. Vado in tuta perché, quando è possibile, torno ad allenarmi».

 

E comunque non ha mai preso in considerazione l'idea di trasferire la famiglia a palazzo Chigi nel brutto appartamento presidenziale, restando nella vecchia casa della Garbatella. Prova a distendersi, Giorgia Meloni, in attesa di presiedere il primo Consiglio dei ministri (sbircio nel salone: quante vecchie conoscenze e quante new entry). Le sembra tuttora impossibile essere arrivata fin qui. (…) Tanto sente di giocare fuori casa nel Palazzo, Giorgia Meloni, che nella prima riunione del Consiglio dei ministri dice: «Troppi uccelli del malaugurio aleggiano sul governo. Diamo una risposta corale: siamo una bella sorpresa per l'Italia».

giorgia meloni celebrazione 4 novembre

 

 

 

LA SFIDA DI GIORGIA

Estratto Da “il Messaggero”

 

Esce oggi da Mondadori Rai Libri il libro di Bruno Vespa La grande tempesta.

Mussolini, la guerra civile. Putin, il ricatto nucleare. La Nazione di Giorgia Meloni, pagine 390, 21 Euro. Pubblichiamo parte dell'Introduzione del volume.

 

(…) La chiave per capire la sfida di Giorgia Meloni è in una frase che mi ha detto nel suo studio di palazzo Chigi, nei giorni successivi alla fiducia delle Camere: «L'unico vero vantaggio che ho rispetto agli altri è che non lavorerò per restare in questo posto. Non sto qui per sopravvivere guardando i sondaggi.

bruno vespa cover

 

Tra cinque anni io non voglio essere rieletta a ogni costo. Il mio obiettivo è, piuttosto, che gli italiani portino fiori sulla mia tomba quando non ci sarò più. Se accadrà, vorrà dire che avranno da ringraziarmi per quello che ho fatto. Se non hai niente da perdere, puoi tirare di più la corda. Per fare le cose devi rompere gli schemi; se vivi nel terrore di non essere rieletta, sei destinata a non combinare niente».

giorgia meloni ignazio la russa 1giorgia meloni 1

 

giorgia meloni 1

Ultimi Dagoreport

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…

tajani urso vattani peronaci azzoni antonio adolfo mario marco alessandro

DAGOREPORT - MAI SUCCESSO CHE LA LISTA DEI NUOVI AMBASCIATORI, SCODELLATA DA TAJANI, VENISSE SOSPESA PER L’OPPOSIZIONE DI UN MINISTRO (URSO) IRATO PERCHÉ IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO È FINITO A NAIROBI ANZICHÉ A BUCAREST - DAL CDM SONO USCITI SOLO GLI AMBASCIATORI STRETTAMENTE URGENTI. ALLA NATO SBARCA AZZONI, MENTRE PERONACI VOLA A WASHINGTON. E’ LA PRIMA VOLTA CHE LA PIÙ IMPORTANTE SEDE DIPLOMATICA VIENE OCCUPATA DA UN MINISTRO PLENIPOTENZIARIO ANZICHÉ DA UN AMBASCIATORE DI GRADO (FRA DUE ANNI È GIA’ PRONTO IL FIDO CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI LADY GIORGIA, FABRIZIO SAGGIO) – IL MALDESTRO MARIO VATTANI IN GIAPPONE, ANCHE SE ERA WASHINGTON LA SCELTA IDEALE DELLA FIAMMA MAGICA (MATTARELLA AVREBBE SBARRATO IL PASSO) – LA LISTA DI TUTTI GLI AMBASCIATORI SOSPESI….

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - A SINISTRA SI LITIGA MA A DESTRA VOLANO GLI STRACCI! - LA MAGGIORANZA SI SPACCA SU ROTTAMAZIONE E TAGLIO ALL'IRPEF - GIORGIA MELONI DAVANTI AI COMMERCIALISTI PARLA DI SFORBICIATA AL CUNEO E LODA MAURIZIO LEO, "DIMENTICANDOSI" DI GIORGETTI. CHE ALZA I TACCHI E SE NE VA SENZA PARLARE - LA LEGA PRETENDE UN'ALTRA ROTTAMAZIONE, FORZA ITALIA E FDI CHIEDONO PRIMA DI TAGLIARE LE TASSE AL CETO MEDIO - PECCATO CHE I SOLDI PER ENTRAMBI I PROVVEDIMENTI, NON CI SIANO - LA LISTA DEGLI SCAZZI SI ALLUNGA: RISIKO BANCARIO, CITTADINANZA, POLITICA ESTERA, FISCO E TERZO MANDATO - VANNACCI METTE NEL MIRINO I GOVERNATORI LEGHISTI ZAIA E FEDRIGA CON UNA SPARATA, A TREVISO, CONTRO IL TERZO MANDATO: IL GENERALE, NOMINATO VICESEGRETARIO DA SALVINI, È LA MINA CHE PUÒ FAR SALTARE IN ARIA LA FRAGILE TREGUA NEL CARROCCIO (E DUNQUE NEL CENTRODESTRA)

ignazio la russa giorgia meloin zaia fedriga salvini fontana

DAGOREPORT - MEGLIO UN VENETO OGGI O UNA LOMBARDIA DOMANI? È IL DILEMMA SPECULARE DI GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI – L’APERTURA SUL TERZO MANDATO DEL NASUTO DONZELLI È UN RAMOSCELLO D’ULIVO LANCIATO VERSO IL CARROCCIO (ANCHE PER DESTABILIZZARE IL CAMPO LARGO IN CAMPANIA) - MA ALLA PROPOSTA S’È SUBITO OPPOSTO IL GENERALE VANNACCI – L’EX TRUCE DEL PAPEETE, CHE HA CAPITO DI NON POTER GOVERNARE TUTTO IL NORD CON L'8%, È DISPOSTO A CEDERE IL PIRELLONE A FRATELLI D'ITALIA (SI VOTA TRA TRE ANNI), MA LA SORA GIORGIA RIFLETTE: SOTTO LA MADUNINA COMANDA LA RUSSA, E SAREBBE DIFFICILE SCALZARE LA SUA PERVASIVA RETE DI RELAZIONI – I MALIGNI MORMORANO: VANNACCI AGISCE COME GUASTATORE PER CONTO DI SALVINI, PER SABOTARE IL TERZO MANDATO, O PARLA PER SE'?