“A MILANO SI VINCE” (MA SIETE PROPRIO SICURI?) – IL CENTRODESTRA LANCIA IL MISCONOSCIUTO PEDIATRA LUCA BERNARDO (CHE HA RICEVUTO LA TELEFONATA DI BERLUSCONI) E LA MELONI ARRUOLA VITTORIO FELTRI CHE GUIDERA’ LA LISTA DI FRATELLI D’ITALIA ALLE AMMINISTRATIVE – IL FONDATORE DI "LIBERO" FA GIA' DA SCACCIA-VOTI: "IL MIO PRIMO OBIETTIVO A MILANO SARÀ ELIMINARE LE PISTE CICLABILI”

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Chiara Baldi e Fabio Poletti per “La Stampa”

 

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Giorgia Meloni, in tournée a Milano per presentare il suo libro Io sono Giorgia, aspetta l' ultimo minuto per fare l' annuncio col botto: «Sono estremamente fiera di annunciare non solo che il direttore Vittorio Feltri ha deciso di iscriversi a Fratelli d' Italia, ma che l' abbiamo anche convinto con facilità a guidare la nostra lista per le amministrative».

 

Standing ovation a Palazzo Reale, con il direttore che gongola, ebbro di gioia per il riconoscimento. Con lui, con la candidatura ufficializzata oggi di Luca Bernardo, primario di Pediatria al Fatebenefratelli che se la batterà contro Giuseppe Sala, a Milano si può dire che è iniziata la campagna elettorale.

 

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In termini mediatici, la candidatura di Vittorio Feltri spiazza tutti. Solo poche settimane fa, quando si era parlato di una sua possibile discesa in campo per la poltrona più ambita di Palazzo Marino, se l' era giocata con una battuta delle sue: «Non saprei amministrare un condominio, figuriamoci Milano». Adesso che da capolista finirà sicuramente in consiglio comunale - e non ci crede nessuno, ma proprio nessuno che possa reggere più di una settimana - aggiusta il tiro: «Non mi candido a sindaco perché non ho nessuna voglia di farlo, perché mi romperei i coglioni a fare quel mestiere lì che non so fare. Ma il consigliere comunale si gratta le palle, fin lì ci riesco».

 

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I giochi a questo punto nel centrodestra sono fatti. Ieri Luca Bernardo, il cui nome verrà annunciato oggi in pompa magna al termine dell' ennesimo vertice del centrodestra, ha avuto la benedizione di Silvio Berlusconi che gli ha telefonato e poi di Giorgia Meloni che lo ha incontrato: «Bernardo mi ha fatto un' ottima impressione, è un profilo di grande umanità e da madre non posso che avere una passione per un pediatra.

 

Le mie impressioni sono ottime, ma serve confronto con coalizione». Del medico candidato dice di aver apprezzato «la capacità di ascolto: mi ha detto che un pediatra sa che quando deve fare una diagnosi di un bambino sotto i due anni la fa solamente se sa ascoltare la mamma. Oggi una politica capace di ascoltare può fare la differenza».

 

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Se il nome di Bernardo per Palazzo Marino è dato ormai per certo, meno certa è la composizione della «squadra» annunciata nei giorni scorsi dal leader della Lega Matteo Salvini. Anzi, proprio l' esistenza stessa della «squadra» è messa in dubbio da più parti: i rappresentati locali dei partiti hanno infatti fatto notare, da più parti, che se il team che affiancherà Bernardo in campagna elettorale si trasformerà poi in quello degli assessori, allora non c' è ragione che i politici locali corrano. Torna quindi a traballare la figura di Gabriele Albertini, ex sindaco di Milano, il cui nome circola con una certa insistenza per il ruolo di vicesindaco.

 

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Anche Giorgia Meloni ieri ha espresso delle perplessità a riguardo: «La candidatura di Albertini a vice è sicuramente un' opzione sul tavolo. Credo però che si debba partire dal candidato sindaco prima di parlare del vicesindaco. Siamo ancora un passo indietro, speriamo di risolvere la prima questione per poi passare alla seconda». Quello che la leader di FdI dà per certo è invece la contendibilità di Milano: «Sono sempre stata certa che la città fosse contendibile: il fatto di godere di ottima stampa non vuole dire godere anche del consenso dei cittadini».

 

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Certo la candidatura di Vittorio Feltri, a destra è vista come il cacio sui maccheroni. Il 78enne giornalista passato da Corriere della Sera a Epoca, dall' Indipendente al Giornale, fino ad approdare a Libero dove la sua poltrona però traballa dopo l' arrivo di Alessandro Sallusti, potrebbe catalizzare non pochi consensi.

 

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Che si sia stancato di Libero lo si era capito: «Alessandro mi considera un soprammobile. Non sarò però certo io a togliere il disturbo». A dargli una mano ci ha pensato Giorgia Meloni. Lui a Palazzo Reale già le ruba la scena, per la sua personalissima campagna elettorale: «Anche se li chiamo negri non sono razzista. E non sono nemmeno omofobo. A noi italiani interessa quello che avviene sotto le nostre lenzuola, non quelle degli altri. Ma il mio primo obiettivo a Milano sarà eliminare le piste ciclabili».

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