lucio caracciolo

“È NECESSARIO ANNODARE UNA TRATTATIVA SEGRETA FRA PUTIN E ZELENSKY PER UN CESSATE-IL-FUOCO” - LUCIO CARACCIOLO: “APRENDO FORMALMENTE IL NEGOZIATO PUTIN E ZELENSKY RISCHIEREBBERO IL POSTO E LA VITA SE DOVESSERO APPARIRE TROPPO CORRIVI VERSO IL NEMICO. PERCHÉ FINCHÉ ESISTERANNO RUSSIA E UCRAINA SARANNO AVVERSARIE. NON ILLUDIAMOCI: LA TREGUA SAREBBE INGIUSTA, PERCHÉ LASCEREBBE L'AGGRESSORE IN CONDIZIONE DI VANTAGGIO. MA LA PACE "GIUSTA", COMUNQUE LA SI VOGLIA DEFINIRE, IMPLICA LA GUERRA A OLTRANZA, ALL'OMBRA DELL'ATOMICA. MEGLIO UNA TREGUA IMPERFETTA CHE IL SUO PERFETTO CONTRARIO”

Lucio Caracciolo per “la Stampa”

 

lucio caracciolo a otto e mezzo 4

Chi oggi invoca pace subito in Ucraina prolunga la guerra. È inverosimile che Mosca e Kiev negozino qualsiasi trattato di pace - un nuovo, stabile assetto postbellico - visto il carico di odio fra i due popoli e di sfiducia fra le due leadership. È invece possibile e necessario annodare una trattativa segreta fra Putin e Zelensky per un cessate-il-fuoco.

Premessa del lungo percorso verso il congelamento sine die del conflitto.

 

"Pace" provvisoria. Ma non c'è nulla di meno temporaneo di una tregua fra nemici irriducibili (Corea insegna) quando nessuno ha a portata di mano la vittoria totale. L'ostacolo principale alla tregua è che aprendo formalmente il negoziato entrambi i capi rischierebbero il posto e la vita se dovessero apparire troppo corrivi verso il nemico.

PUTIN ZELENSKY

Perché finché esisteranno Russia e Ucraina saranno avversarie. La questione è solo se fredde o calde.

 

Alla Casa Bianca - ma non in tutti gli apparati americani - vorrebbero che la guerra finisse presto. Mentre il Pentagono rinforza le capacità balistiche di Kiev con armi sofisticate, Biden e i suoi premono sugli ucraini per convincerli che rinviando la tregua negozierebbero poi da posizioni di estrema debolezza, vista l'inerzia che sul campo volge a favore dei russi. Contemporaneamente spiegano a Mosca di non avere affatto intenzione di rovesciare Putin.

 

Emmanuel Macron con Zelensky

Lo ha messo nero su bianco Biden il 31 maggio in un articolo per il New York Times, aggiungendo: "Non vogliamo prolungare la guerra solo per infliggere dolore alla Russia". Lo ha ripetuto Zalmay Khalilzad, messo della Casa Bianca, all'ambasciatore russo Anatolij Antonov, nel corso di un pranzo non proprio segreto da Cafe Milano a Georgetown. "Serve un accordo", ha detto Khalilzad. Su questo Antonov ha convenuto. E si è informato: "A che cosa dovremmo rinunciare, secondo voi?".

 

putin zelensky

Senza entrare in particolari, Khalilzad si è informato su che cosa Putin vorrebbe per "normalizzare" i rapporti con gli Usa. Risposta: "Rispetto. E garanzie di sicurezza". Prove di second track. Negoziato parallelo Russia-Usa, giacché il conflitto in Ucraina è dal punto di vista strategico una guerra russo-americana, con gli ucraini vittime sacrificali.

Altre diplomazie si muovono più o meno sotterraneamente.

 

Su tutte la turca. Erdogan ha marcato fin dall'inizio della guerra la sua semi-equidistanza fra Russia e Ucraina. Ora vuole cogliere i frutti di tanta acrobazia offrendosi (dis)onesto sensale nell'eventuale filo telefonico fra Putin e Zelensky. Per il presidente turco, che nel giugno prossimo dovrà mettere a rischio il suo mandato in elezioni che non ha già in tasca, affermarsi come mediatore di successo fra i due nemici sarebbe notevole innalzamento di status internazionale e di prestigio interno.

kaliningrad

 

Se, come e quando si arriverà alla tregua lo capiremo nelle prossime settimane. Più passa il tempo, più il conflitto può prendere una dinamica inarrestabile. Le conseguenze geopolitiche ed economiche della guerra stanno destabilizzando vaste aree africane e mediorientali, mentre è già oggi in questione la tenuta energetica e non solo di tutti i paesi europei, Italia inclusa. Il nostro governo, consapevole dei rischi anche se assai prudente nel comunicarli, è stato il primo a disegnare un ambizioso progetto di uscita dalla guerra per tappe, partendo dalla tregua (e magari finendo con essa).

 

truppe russe ucraina crimea

Draghi stesso, nella visita di maggio a Washington, ha segnalato a Biden l'urgenza del cessate-il-fuoco prima che tutto salti. Putin e Zelensky sono pronti a trattare sul serio? O forse intendono avviare un dialogo con il retropensiero di sabotarlo e attribuire all'altro la colpa del fallimento? Il ritiro russo dall'Isola dei Serpenti è segnale di buona volontà o finta sul ring? Le pressioni di alcuni Stati europei sulla Lituania perché ammorbidisca il mezzo blocco di Kaliningrad calmeranno le ansie di Mosca per il destino della sua exclave baltica?

 

volodymyr zelensky e vladimir putin 2

Contro un vero negoziato militano calcoli tattici e carenze strategiche. Quanto alla tattica, Mosca è ingolosita dalla prospettiva di potersi spingere nei prossimi mesi ben oltre il Donbass, lungo le piane fertili e ricche di grano che si aprono davanti alle sue armate. Mentre Kiev spera di resistere il tempo necessario per rifornirsi di armi efficienti e di truppe fresche, capaci di tamponare gli invasori.

 

Per poi riprendere la strategica Kherson, sulla foce del Dnepr, da cui dipendono i rifornimenti d'acqua alla Crimea. Così Zelensky lascerebbe socchiusa la porta al futuro rovesciamento del fronte. La grande incognita è l'indefinitezza dei rispettivi scopi di guerra. Davvero i russi stanno ingaggiando un giro d'Ucraina a tappe che mira al traguardo di Kiev, non importa quanti mesi, anni o decenni serviranno?

JOE BIDEN E VLADIMIR PUTIN

 

E gli ucraini credono sul serio nell'inversione del circuito, tale da recuperare tutti i territori rubati dai russi, inclusa la Crimea? Non illudiamoci: la tregua sarebbe ingiusta, perché lascerebbe l'aggressore in condizione di vantaggio. Ma la pace "giusta", comunque la si voglia definire, implica la guerra a oltranza, all'ombra dell'atomica. Meglio una tregua imperfetta che il suo perfetto contrario. -

Ultimi Dagoreport

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…