matteo salvini luca morisi stephen ogongo

“NESSUN POST DELLA PAGINA UFFICIALE È STATO RIMOSSO DA FACEBOOK” – MORISI E LO STAFF COMUNICAZIONE DI SALVINI SMENTISCONO STEPHEN OGONGO, CHE AVEVA ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA LA PRIMA RIMOZIONE DI UN POST DEL TRUCE DA FACEBOOK – MA IL SOCIAL SI GUARDA BENE DAL FARLO, COME TWITTER CON TRUMP: SILENZIARE UN LEADER POLITICO SAREBBE UN BOOMERANG – SALVINI: “VIVA LA LIBERTÀ DELLA RETE!”

 

LO STRANO CASO DEI POST DI SALVINI RIMOSSI DA FACEBOOK – ALCUNI CONTENUTI DELLA PAGINA FACEBOOK DEL MINISTRO DELL’INTERNO SONO STATI RIMOSSI PER INCITAMENTO ALL’ODIO. "LA BESTIA" SI STA INCEPPANDO? – PAOLO ATTIVISSIMO: “SIMPATIE O ANTIPATIE A PARTE, ABBIAMO UN SOCIAL NETWORK CHE DICE A UN ESPONENTE DEL GOVERNO DI UN PAESE ‘TU PARLI QUANDO VOGLIO IO’"

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/strano-caso-post-salvini-rimossi-facebook-nbsp-ndash-alcuni-209891.htm

 

OGONGO: "FB RIMUOVE POST SALVINI", MA LA LEGA SMENTISCE

Da www.adnkronos.com

 

stephen ogongo

"Riguardo le notizie di stampa secondo le quali Facebook, su iniziativa del signor Stephen Ogongo, avrebbe rimosso alcuni post della pagina ufficiale 'Lega-Salvini Premier', sottolineiamo che non abbiamo rilevato la rimozione di alcun post da noi prodotto, né abbiamo ricevuto da Facebook comunicazioni riguardo la rimozione di contenuti prodotti dalla pagina, come di norma avviene in questi casi, e che dunque i vari articoli comparsi negli ultimi giorni risultano totalmente destituiti di fondamento". Lo ha reso noto l'ufficio comunicazione della Lega in risposta alle dichiarazioni di Ogongo, che sulla sua pagina Facebook confermava di averlo reso possibile.

 

lega incitamento odio fb

Un portavoce di Fb ricostruisce la vicenda, spiegando che "quando le persone ci segnalano una Pagina per intero per violazione dei nostri Standard della Comunità, di norma notifichiamo loro qualunque provvedimento preso nei riguardi dei contenuti presenti sulla Pagina. Lo facciamo anche se la violazione riguarda contenuti che nello specifico non sono stati segnalati".

luca morisi, matteo salvini e lo staff della lega festeggiano la vittoria alle europee

 

"Lo scorso 25 luglio abbiamo inviato a un utente che aveva segnalato la Pagina 'Lega - Salvini Premier' una notifica che confermava la violazione dei nostri Standard della Comunità. Questa violazione era relativa ad un post effettuato da un altro utente sulla Pagina e non dall’amministratore stesso della Pagina. Ci rendiamo conto che il nostro messaggio ha creato della confusione e ci scusiamo per qualunque disagio questo possa aver causato", concludono da Fb.

 

SALVINI LUCA MORISI

Stephen Ogongo, dopo le segnalazioni di massa partite da un'iniziativa di 'Cara Italia', movimento multiculturalista che si batte contro l'hate speech e il razzismo, aveva ricevuto la comunicazione che alcuni post della pagina sarebbero stati rimossi per "incitamento all'odio" in violazione degli standard di Facebook. A testimoniarlo uno screenshot che lui ha postato sulla sua bacheca, in cui il team di Facebook sosteneva: "Abbiamo rimosso alcuni contenuti (post e foto) anziché l'intera pagina". Lo staff del social chiarisce ora che i post rimossi riguardavano materiale postato da utenti direttamente sulla pagina e non dalla pagina stessa.

 

stephen ogongo 4

Ogongo aveva ribadito che si trattasse di una novità assoluta per il leader leghista e il suo partito. "È la prima volta che in Italia vengono rimossi dei post del leader della Lega - ha scritto Ogongo, che insieme a 'Cara Italia' ha dato il via alla campagna che punta a far chiudere le pagine della Lega e del ministro -. Le sue pagine sono mezzi di propagazione dell'odio. La nostra campagna contro chi alimenta l'odio non si ferma. Continuate a SEGNALARE IN MASSA le pagine di Matteo Salvini della Lega - Salvini Premier e tutti i loro post che alimentano l'odio. Questa - ha sottolineato - è una battaglia che dobbiamo vincere".

 

 

Twitter spiega perché non elimina l’account di Trump (senza nominarlo) – 6 gennaio 2018

SALVINI E MORISI CON MITRAGLIETTA

 

(askanews) – Non importa quanto i loro tweet siano “controversi”. Twitter non intende mettere il bavaglio ai “leader mondiali” e dunque nemmeno a Donald Trump. Il sito di microblogging è stato spesso invitato a eliminare l’account usato dal presidente americano come una mitragliatrice per sparare una raffica di ‘cinguettii’. Ieri il gruppo ha motivato il suo approccio.

donald trump twitter 7

 

Senza nominare Trump. “Bloccare leader mondiali su Twitter o rimuovere i loro tweet controversi nasconderebbe informazioni importanti che le persone dovrebbero essere in grado di vedere e su cui discutere”, ha spiegato Twitter in un post sul suo blog. Un blocco o la rimozione, “non silenzierebbe quei leaderm ma certamente ostacolerebbe un necessario dibattito sulle loro parole e sulle loro azioni”.

 

stephen ogongo 5

Twitter ha aggiunto che analizza il contenuto dei tweet dei politici ma che usa un approccio “oggettivo” quando applica le regole. Lo scorso settembre Twitter aveva difeso la decisione di mantenere in vita i post di Trump in cui diceva che la Corea del Nord “non sarebbe esistita per molto”. Quel messaggio suonò come una minaccia. L’azienda spiegò di pesare la “notiziabilità” di un cinguettio e l’interesse generale del pubblico quando prende decisioni simili. Twitter ha detto che sta lavorando per rendere la sua piattaforma un “luogo migliore per vedere e discutere liberamente di qualsiasi cosa che conta. Crediamo che questo sia il modo migliore per aiutare la società a fare progressi”.

donald trump twitter 9

 

DONALD TRUMP NON PUÒ BLOCCARE GLI OPPOSITORI SU TWITTER, LO DICE UNA SENTENZA (10 LUGLIO 2019)

Lorenzo Longhitano per www.fanpage.it

 

Twitter è sicuramente il mezzo di comunicazione di massa più amato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, ma da oggi ha perso sicuramente parte del suo appeal. La corte d'appello federale di New York ha infatti stabilito che Trump non può disporre del proprio account come meglio crede, e che in particolare non gli è consentito bloccare le persone che gli sono sgradite e che lo criticano. Il caso era nato da un gruppo di utenti bloccati da Trump sul social network e la sentenza è arrivata in queste ore confermando la decisione di primo grado presa in precedenza, secondo la quale Trump – impedendo ai critici di manifestare il loro dissenso rivolgendosi al suo profilo – avrebbe agito in violazione del primo emendamento della costituzione degli Stati Uniti, che garantisce a tutti libertà di espressione.

stephen ogongo 1donald trump twitter 11

 

Il punto dirimente della questione è la natura dell'account di Trump, che viene notoriamente usato per comunicazioni di natura pubblica e ufficiale. Secondo l'opinione dei giudici lo spazio interattivo delimitato dai tweet di Trump e dalle risposte degli utenti rappresenterebbe dunque una sorta di pubblica piazza; bloccare gli utenti e impedire loro di rispondere equivarrebbe a impedire a eventuali dissidenti di prendere parte a un dibattito pubblico, ovvero a limitare la loro libertà di parola.

 

stephen ogongo 2

Messa così la decisione della corte d'appello non è dunque applicabile in modo indiscriminato a qualsiasi membro del governo con un account personale sui social. Parte del problema per Trump deriva infatti dal fatto di utilizzare il suo account personale come fosse quello presidenziale (che pure esiste), qualificandosi dunque come un pubblico ufficiale nell'esercizio delle proprie funzioni: una sovrapposizione che ha sicuramente giovato al conteggio dei suoi follower (ora 61 milioni, triplicato dall'inizio della sua presidenza) ma che ora lo costringerà a destreggiarsi tra un numero di oppositori che non potrà più silenziare.

donald trump twitter 10donald trump twitter 8stephen ogongo 3

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."