roberto fico luigi di maio

“NON C'È NESSUN CONTE-DI MAIO, AL MASSIMO UN MOVIMENTO-DI MAIO. SIAMO ARRABBIATI E DELUSI” – ANCHE ROBERTO FICO, NON CERTO UN CONTIANO DI PRIMO PELO, SI SCHIERA CONTRO LUIGINO: “NON CAPISCO PERCHÉ QUESTI ATTACCHI, IL M5S È RIMASTO SEMPRE LEGATO A UE E NATO" (SI È DIMENTICATO DEL REFERENDUM SULL'EURO E DEGLI STREPITI DI DIBBA?) – L’ADDIO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI È DATO PER SCONTATO, O PRIMA O DOPO: ANCHE QUALORA NON FOSSE ESPULSO, È IMPOSSIBILE CHE NEL 2023 CORRA CON QUESTO M5S. LA SUA SCOMMESSA È CHE DRAGHI RIMARRÀ IN CAMPO, E SI RICORDERÀ DI LUI…

1 - M5S: FICO, ARRABBIATI E DELUSI PER ATTACCHI DI MAIO

ROBERTO FICO A IN MEZZORA IN PIU

(ANSA) - "Siamo arrabbiati e delusi. Non riesco a comprendere che il ministro degli esteri Di Maio attacchi su delle posizioni rispetto alla Nato e all'Europa che nel Movimento non ci sono e non se ne dibatteva prima". Lo ha detto il presidente della Camera Roberto Fico, commentando a Napoli le frizioni all'Interno del M5S.

 

2 - FICO,M5S SEMPRE LEGATO A UE E NATO,NO ALLE MISTIFICAZIONI
(ANSA)
-"Non capisco perché nel Movimento ci sono questi attacchi su Ue e Nato in questo momento. Subiamo una cosa che secondo me è mistificatrice, non aderente alla realtà del M5S rimasto sempre legato a Ue e Nato". Lo ha detto il presidente della Camera, Roberto Fico, a Napoli, commentando la parole del ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

 

3 - Fico, tensioni? Non sono Conte-Di Maio ma M5s-Di Maio 
(ANSA)
 - "Non c'è nessun Conte-Di Maio, state sbagliando prospettiva". Lo ha detto il presidente della Camera Roberto Fico a Napoli sulla tensione nel M5S. "L'unica cosa che c'è è, al massimo, Movimento-Di Maio - ha aggiunto - perché attaccare il M5s su posizioni che non sono in discussione dispiace a tutta la comunità del Movimento. È questo il punto"

 

4 - IL MINISTRO VERSO L'ADDIO MA NON FONDERÀ UN PARTITO PERSONALE

Matteo Pucciarelli per “la Repubblica”

 

DI MAIO FICO

L'addio è già nei fatti, mancano solo i dettagli notarili a futura memoria, il chi-lascia-chi e come; ma a chi in queste ore sta telefonando e lasciando messaggi di vicinanza al ministro degli Esteri, ex capo politico del M5S portato al record del 33 per cento nel 2018, lui risponde di essere «assolutamente sereno».

La serenità di chi «in piena libertà ha espresso le proprie idee, si chiama democrazia, non potevo più censurare il mio pensiero».

di maio conte

 

Dopo quasi quattro mesi di silenzio sui fatti di politica interna al Movimento, il giovedì di fuoco di Luigi Di Maio - quando disse che gli sembrava assurdo far finta di nulla dopo il flop dei 5 Stelle alle Amministrative, inchiodati a una media del 3 per cento - ha dato il via a una carambola di reazioni e controreazioni il cui esito era stato messo in conto dal ministro.

 

fico grillo di maio

E se fino a qualche tempo fa tra gli obiettivi, o perlomeno le possibilità sul piatto, c'era quello di provare a riprendersi i 5 Stelle, oggi Di Maio ha la testa altrove. Anche perché, a maggior ragione dopo il voto della settimana scorsa, il Movimento appare sempre più una specie di bad company a corto di un qualsiasi appeal . Se un'epoca è davvero finita, perché lasciarsi confinare dentro a un guscio inospitale?

 

mario draghi e luigi di maio alla camera

Così il più giovane vicepresidente della Camera della storia (nella scorsa legislatura), poi diventato vicepremier, ministro del Lavoro e due volte ministro degli Esteri (in questa), comprovate capacità politico- camaleontiche che sanno di antica e innata sapienza democristiana, a neanche 36 anni ha potenzialmente ancora una lunga strada davanti che limitare nei dogmi e nelle beghe del M5S non aveva più senso, perlomeno dal suo punto di vista.

giuseppe conte e luigi di maio

 

La "serenità" di cui prima è anche figlia della consapevolezza che a differenza di altri (ex) compagni di partito, Di Maio non ha alcun assillo di dover rientrare in Parlamento nel 2023. Probabilmente succederà, ma non è ciò che ne decreterà la fine o il prosieguo di carriera. Ha un curriculum spendibile a 360 gradi e il suo standing, perlomeno ormai dall'autunno 2019, è di quelli che funzionano nel mondo che conta, tra economia e relazioni internazionali.

 

Fico Di Battista Di Maio

La scommessa di Di Maio e dei suoi fedelissimi è che anche dopo il 2023 rimarrà in campo Mario Draghi, se non come presidente del Consiglio di sicuro come "metodo". «Davanti a problemi complessi occorrono soluzioni complesse », ha spiegato il ministro ai suoi. Ai partiti di stampo personale non crede più, lo va ripetendo nei vari colloqui trasversali che ha da tempo, e perciò l'idea di un nuovo soggetto politico incentrato sulla sua figura non rientra nell'ordine delle idee («perché non ha più un voto», è la spiegazione acida che danno alla cosa i vecchi compagni di Movimento, peraltro alcuni tornati in Parlamento grazie al Di Maio che aveva i voti).

 

IL PRESIDENTE DELLA CAMERA ROBERTO FICO

Le interlocuzioni per costruire qualcosa d'altro però ci sono: col sindaco di Milano Giuseppe Sala, posizionato su sponde liberalsocialiste ed ecologiste; col sindaco uscente di Parma Federico Pizzarotti, un altro ex 5 Stelle oggi a pieno titolo in uno schema moderatamente progressista. E poi: Dario Nardella sindaco di Firenze, Luigi Brugnaro sindaco di Venezia, Stefano Bonaccini presidente dell'Emilia Romagna, Giovanni Toti presidente della Liguria.

 

Una terra di mezzo che messa assieme potrebbe contare qualcosa, specie perché avrebbe un posizionamento utile un po' per tutte le stagioni. «Non c'è nulla di scritto o programmato », assicurano le persone più vicine al ministro. Si dovrà procedere a tappe. Ufficializzato il distacco dal M5S, si formeranno dei gruppi parlamentari o delle componenti. L'estate servirà per mettere a frutto e a compimento relazioni e imboccamenti in corso, per poi - se ci saranno le condizioni - lanciare la proposta politico-elettorale in autunno.

 

CONSIGLIO NAZIONALE DEL M5S

Guardando ancora più in là, lo schema ideale dei (possibili) promotori sarebbe una coabitazione con il Pd e Azione, magari pure con i verdi e la sinistra, ma senza il M5S. Convincere insomma Enrico Letta che il Movimento sia ormai elettoralmente inconsistente e politicamente inaffidabile, ragione per cui sarebbe necessario sostituirlo col rassemblement neocentrista. Alchimie di palazzo, per adesso. La scommessa sarà trasformarle in consenso.

Ultimi Dagoreport

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...