matteo salvini gregoretti

“NON CI FU NESSUN SEQUESTRO” - IL PM DI CATANIA CHIEDE L’ASSOLUZIONE PER MATTEO SALVINI SUL CASO GREGORETTI - VIENE SGONFIATA L'ACCUSA DI SEQUESTRO DI PERSONA PER AVER TRATTENUTO A BORDO DELLA NAVE DELLA GUARDIA COSTIERA I MIGRANTI SOCCORSI IN MARE SEI GIORNI PRIMA: “IL GOVERNO CONDIVIDEVA LA SUA LINEA POLITICA CHE ERA QUELLA DELLA RICOLLOCAZIONE DEI MIGRANTI IN VIA PRIORITARIA” - IL LEGHISTA È A PROCESSO ANCHE PER IL CASO DI “OPEN ARMS” A PALERMO, DOVE È STATO CHIESTO PER LUI IL RINVIO A GIUDIZIO. MENTRE RESTANO APERTE A RAGUSA E TRAPANI DUE INCHIESTE CONTRO LE ONG…

giulia bongiorno matteo salvini conferenza stampa dopo l'udienza sul caso gregoretti 1

Chiara Giannini per “Il Giornale”

 

Richiesta di «non luogo a procedere» per il leader della Lega, Matteo Salvini, nel caso Gregoretti. Nel corso dell' udienza, tenutasi ieri al tribunale di Catania, insomma, il pm ha chiesto la piena assoluzione del capo della Lega per i fatti relativi al periodo in cui era ministro dell' Interno.

 

«Sono contento - ha detto Salvini - perché oggi la pubblica accusa ha detto che non c' è reato, che non c' è sequestro, che ho rispettato le leggi nazionali ed internazionali, che abbiamo salvato vite e svegliato l' Europa. Sentire questo mi ripaga di mesi e mesi di amarezze. Torno tranquillo dai miei figli e spero che il 14 maggio si chiuda qua». La richiesta di «non luogo a procedere» è per l' accusa di sequestro di persona per aver trattenuto a bordo della nave della Guardia costiera i migranti soccorsi in mare sei giorni prima.

giulia bongiorno matteo salvini conferenza stampa dopo l'udienza sul caso gregoretti

 

Il pm Andrea Bonomo, parlando al gup Nunzio Sarpietro ha detto: «La sua condotta non costituisce reato». Da ricordare che per due volte il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, durante l' istruttoria, aveva chiesto l' archiviazione del caso ritenendo che l' operato dell' allora titolare del Viminale rientrasse nelle sue prerogative politiche.

Il pm ha proseguito: «Non si può parlare di sequestro di persona; il governo condivideva la sua linea politica che era quella della ricollocazione dei migranti in via prioritaria.

 

Non che sia giusto e condivisibile ma si può ritenere che Salvini abbia violato le convenzioni internazionali? Si può definire illegittima la sua scelta di assegnare tardivamente il porto di sbarco? A mio avviso no. Non dico che moralmente o politicamente la scelta sia stata giusta, ma non spetta a noi dirlo». In contrapposizione ovvia le parti civili, tra migranti su Gregoretti e Legambiente, Arci e chi più ne ha, più ne metta.

caso gregoretti voto su autorizzazione a procedere nei confronti di matteo salvini 12

 

L' avvocato Giulia Bongiorno ha tenuto a dire: «Oggi abbiamo chiesto che prima di valutare i fatti come reato o non reato venga stabilito il principio della insindacabilità dell' operato dei politici. C' era un preciso orientamento politico, quindi di avviare lo sbarco dopo la redistribuzione e le procedure di redistribuzione.

 

Sono scelte politiche che possono piacere o non piacere, ma sono insindacabili. E sono alla base della separazione dei poteri - ha aggiunto - credo che sia importante che ci sia la consapevolezza, anche da parte della politica, che se le scelte sono fatte nell' interesse nazionale ci si trova nell' ambito di quella discrezionalità politica che non può essere contestata in sede giudiziaria». Il 14 maggio sarà proprio Sarpietro a decidere.

 

Nella memoria difensiva Salvini specifica: «Tutte le precauzioni possibili per rendere agevole la permanenza a bordo» erano state adottate, tanto che «non vi sono mai stati segni di insofferenza da parte dei migranti».

 

Migranti scendono dalla nave Gregoretti

E ancora: «Dalla nave Gregoretti, una volta attraccata ad Augusta, era possibile organizzare il trasporto dei sopravvissuti nella loro destinazione successiva o finale. Invero, come già rilevato, l' idoneità della nave ad ospitare temporaneamente i migranti consentiva il raggiungimento dell' accordo di ricollocazione in sede europea e un indirizzamento degli stessi verso il conseguente iter di accoglienza, atteso che il meccanismo di redistribuzione prevedeva la assunzione di impegni da parte degli Stati membri prima dello sbarco».

 

E ancora: «Dunque, la natura di Pos della nave Gregoretti, una volta attraccata alla banchina Nato del porto di Augusta, si ricava dal par. 6.14, nonché dal par. 6.12 delle citate Linee guida che qualifica come luogo sicuro quello in cui, oltre ad esser garantita la sicurezza dei sopravvissuti, vengano loro assicurate le necessità umane primarie (cibo, riparo e cure mediche) in attesa di poter organizzare il trasporto presso la destinazione successiva o finale.

Il cadavere di una donna sulla nave Gregoretti

 

Peraltro, il 4 febbraio 2021 il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti ha approvato il Piano nazionale per la ricerca e salvataggio in mare, edizione 2020, sostituendo il precedente risalente al 1996, in cui - prosegue - in conformità alla normativa internazionale, il luogo sicuro di sbarco (Pos) viene definito come luogo dove le operazioni di soccorso si considerano terminate».

 

Insomma, Salvini operò, in qualità di ministro, per la sicurezza nazionale, ma non certo andando contro i diritti dei migranti. Da ricordare che l' ex ministro dell' Interno è attualmente a processo anche per il caso di «Open Arms» a Palermo, dove è stato chiesto per lui il rinvio a giudizio. Mentre restano aperte a Ragusa e Trapani due inchieste contro le Ong. Senza troppo clamore da parte dei buonisti dell' accoglienza che condannano a priori Salvini senza tener conto di altre realtà accusate di favoreggiamento dell' immigrazione clandestina.

NAVE GREGORETTINAVE GREGORETTI

Ultimi Dagoreport

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA