draghi salvini

“NON SI PUÒ VIVERE IN ROSSO A VITA" - SALVINI CONTINUA LA BATTAGLIA APERTURISTA E VA IN PRESSING SU DRAGHI: "POSSIBILE RIAPRIRE ALMENO SEI REGIONI AD APRILE” – NELL’INCONTRO A PALAZZO CHIGI, IL LEADER DELLA LEGA HA CHIESTO UN 'AGGIORNAMENTO' DEI PROTOCOLLI DI SICUREZZA E IL VIA LIBERA PER ALCUNE ATTIVITÀ ECONOMICHE. DAL PREMIER ANCHE BERSANI CHE DIFENDE SPERANZA E ATTACCA SALVINI CHE “PRIMA DICE SI’ E POI FA OPPOSIZIONE DA FUORI”

Da repubblica.it

DRAGHI SALVINI

Un 'aggiornamento' dei protocolli di sicurezza e il via libera alle riaperture delle attività economiche. Il pressing di Matteo Salvini su Mario Draghi si fa più insistente. E questi argomenti sono stati al centro dell'incontro tra il leader della Lega e il premier. Un incontro "molto utile, positivo, costruttivo. Abbiamo parlato di salute e lavoro, le uniche due emergenze di cui la Lega si sta occupando", ha spiegato Salvini al termine dell'appuntamento, iniziato poco dopo le 15 e durato circa un'ora a Palazzo Chigi.

 

SALVINI DRAGHI

La questione delle riaperture anima la maggioranza ma da parte del governo resta l'intenzione a riaprire alcune attività qualora i dati confermassero un miglioramento. "L'obiettivo che accomuna tutti è quello di riaprire tutto per tutti, a questo stiamo lavorando. Il mio auspicio è che si possa tornare già dalla seconda metà di aprile, nelle città tranquille, a restituire serenità e fiducia ai cittadini.

 

Tradotto se ci sono 10 regioni italiane con dati positivi si può tornare al lavoro - ha continuato Salvini - se i dati sono negativi nessuno vuole tentare degli azzardi. Ma ripeto: in questo momento ci sono almeno sei regioni italiane in cui si potrebbe tornare a bere un caffé restituendo serenità ai baristi e cittadini. Il presidente Draghi condivide il percorso di riaperture, spero che tutti gli altri siano d'accordo".

 

SALVINI DRAGHI

E ancora. "Riaprire dalla seconda metà di aprile per me non è un diritto ma un dovere", ha detto ancora Salvini alla fine dell'incontro, annunciato da tempo. "Dopo Pasqua mi vedrò con il presidente del Consiglio e gli chiederò di riaprire dove possibile sulla base di dati scientifici", aveva ripetuto venerdì scorso. E ora, dopo il lungo braccio di ferro sulle riaperture e il tentativo di mediazione con il premier sul nuovo decreto anti-Covid, il leader della Lega ha incontrato il capo del governo.

 

 

Possibile riaprire in sei Regioni italiane

"Io mi occupo solo di riaperture di cui parlo dopo l'incontro con il premier", ha detto il segretario leghista, prima di entrare a Palazzo Chigi. E così è stato. Una volta uscito da Palazzo Chigi ha detto: "Abbiamo condiviso con il presidente Draghi che le riaperture vanno fatte in base ai dati, alla scienza. Non si può vivere in rosso a vita. In base ai dati ci sono almeno sei Regioni italiane in cui si potrebbe riaprire. Conto che si possa fare in aprile".

 

MATTEO SALVINI IN SENATO APPLAUDE DRAGHI

Negli ultimi giorni, la questione "riaperture" ha diviso la maggioranza. "Tenere chiusi gli italiani dopo Pasqua, anche se la scienza dice che si può riaprire in sicurezza, sarebbe un sequestro di persona", aveva ribadito Salvini. Aggiungendo: "Con il premier tutto bene, con qualche ministro di sinistra un po' meno, perché la l'ideologia vale più della scienza", aveva detto riferendosi a Roberto Speranza e alle misure e restrizioni governative adottate per fronteggiare la pandemia. E oggi alla domanda: vorrebbe un altro ministro della Salute? Il leader leghista ha preferito non rispondere: "No. Non dico niente". Ma ha ripetuto: "Noi seguiamo la scienza. Se poi per qualche ministro esiste solo il rosso non un problema di scienza, è un problema politico".

 

Correre sul piano vaccinale

SALVINI DRAGHI

Riaperture e vaccini. "Sono a favore di Sicilia e Sardegna e la loro proposta di comprare i vaccini anche di tasca loro pur di ripartire con il turismo", ha commentato. Per Salvini serve "correre sul piano vaccinale, e se l'Europa sbaglia, dorme o rallenta bisogna trovare il modo, come stanno facendo altri Paesi, di rivolgersi anche all'estero perché la salute degli italiani merita ogni tipo di sforzo e di contratto senza risparmiare euro sulla pelle dei cittadini.

 

matteo salvini raffaele volpi simone di stefano

E anche questa volta, ahimé, le istituzioni europee si stanno dimostrando vecchie, non al passo con i tempi, non all'altezza dell'emergenza che stiamo vivendo". C'è poi il nuovo decreto Sostegni "da approvare entro aprile: quello di cui ha bisogno l'Italia è un decreto imponente, con almeno 50 miliardi" di scostamento di bilancio", ha detto lasciando Palazzo Chigi.

 

Copasir

Poche battute sulla presidenza del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza che oggi è tornato a riunirsi dopo tre mesi. "Ho letto e apprezzato le parole del presidente Volpi. Visto che tutto che mi interessa tranne che le poltrone, piuttosto che bloccare tutto per litigi e appetiti, meglio che si dimettano tutti", ha commentato il segretario leghista.

pierluigi bersani silvia velo roberto speranza

 

Anche Bersani da Draghi

Oggi il premier ha incontrato anche Pierluigi Bersani. Il colloquio è stato chiesto dal leader di Articolo Uno, sulla spinta degli attacchi di Salvini a Roberto Speranza. "Non si può fare propaganda scaricando le tensioni su chi ha il compito di tutelare la salute", il senso del ragionamento di Bersani a Draghi.

 

Tra i punti che il leader di Articolo Uno ha sottoposto al premier, i rapporti all'interno della maggioranza e la necessità di "aggiustare il percorso rispetto ad alcune difficoltà politiche legate all'anomalia" nella composizione del governo. Innanzitutto perché c'è chi sta al governo "facendo due parti in commedia", ovvero Salvini.

 

Che, dice Bersani, "prima dice sì e poi fa opposizione da fuori". In particolare, non gli è andata giù quell'accusa a Speranza che vedrebbe "tutto rosso", come dice Salvini, e quindi voler chiudere per una posizione ideologica.

EPIFANI BERSANI E SPERANZA

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin benjamin netanyahu volodymyr zelensky

DAGOREPORT – TRUMP HA FINALMENTE CAPITO CHE NON POTEVA PERMETTERSI, COME È SUCCESSO A FERRAGOSTO IN ALASKA, DI FARSI PRENDERE DI NUOVO PER CULO IN MONDOVISIONE DA PUTIN - L’INCONTRO DI BUDAPEST NON POTEVA ASSOLUTAMENTE FINIRE CON UN NUOVO FALLIMENTO, MA DI FRONTE AL NIET DI MOSCA A OGNI COMPROMESSO, HA DOVUTO RINUNCIARE – ORA CI SONO DUE STRATEGIE: O RIEMPIE KIEV DI TOMAHAWK, MISSILI IN GRADO DI COLPIRE IN PROFONDITÀ LA RUSSIA, OPPURE SCEGLIE LA STRADA MORBIDA CHE VERRÀ LANCIATA DOMANI DAL CONSIGLIO EUROPEO (L’INVIO A KIEV DI 25 BATTERIE DI MISSILI PATRIOT) – L’INNER CIRCLE “MAGA” LO PRESSA: “L’UCRAINA? LASCIA CHE SE NE OCCUPI L’UE” –  IN USA MONTA L’ONDATA DI SDEGNO PER LA SALA DA BALLO ALLA CASA BIANCA - LA STRIGLIATA A NETANYAHU DEL TRIO VANCE-WITKOFF-KUSHNER… - VIDEO

niaf francesco rocca daniela santanche arianna meloni claudia conte zampolli peronaci

DAGOREPORT: METTI UNA SERA A CENA…I FRATELLI D’AMERICA! -SEMBRAVA DI ESSERE IN UN FILM DEI VANZINA AL GRAN GALA DEL NIAF, 2180 INVITATI, 218 TAVOLI DA 150MILA DOLLARI OGNUNO, OCCUPATI DAI BOSS DELLE PARTECIPATE DI "PA-FAZZO CHIGI" (DONNARUMMA, CATTANEO, FOLGIERO, ETC.), JOHN ELKANN CHE HA TRASFORMATO IL GIARDINO DELL'AMBASCIATA IN UN AUTOSALONE (TRA MASERATI E FERRARI, TRONEGGIAVA UN TRATTORE!), FINANZIERI VARI E DE LAURENTIIS, IL GOVERNATORE ROCCA E SANTANCHÉ - CAUSA SHUTDOWN DEL GOVERNO USA, NON C'ERA ALCUN TIRAPIEDI DI TRUMP: DELUSI COLORO CHE SOGNAVANO, ATTRAVERSANDO L'ATLANTICO, DI BANCHETTARE CON SUA MAESTÀ "THE DONALD" E LA SUA "RAGAZZA PONPON" GIORGIA MELONI - QUELLI DEL NIAF HANNO "COPERTO" IL BUCO DELLE AUGUSTE PRESENZE INVITANDO ARIANNA MELONI, UNICO SEGRETARIO POLITICO PRESENTE, CHE HA COSÌ RICEVUTO IL SUO BATTESIMO NELL'AGONE INTERNAZIONALE - NON POTEVA MANCARE L’ONNIPRESENTE CLAUDIA CONTE CHE SI È FATTA RITRARRE INSIEME ALL’AMBASCIATORE PERONACI, GIA’ CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI PIANTEDOSI, E A QUEL MARPIONE DI PAOLO ZAMPOLLI, INVIATO SPECIALE DI TRUMP - LA PASTA SCOTTA E L’ESIBIZIONE DEL PREZZEMOLONE BOCELLI - VIDEO

matteo salvini alberto stefani luca zaia

DAGOREPORT - LUCA ZAIA MINACCIAVA DI DIVENTARE UN SERIO “PROBLEMA” PER MATTEO SALVINI E FORSE LO SARÀ: NON POTENDO IL “DOGE”, PER ORDINE DI SALVINI IN COMBUTTA CON MELONI, GUIDARE UNA LISTA A SUO NOME, UNA VOLTA SBATTUTO A CAPOLISTA IL SUO ENTUSIASMO POTREBBE SCEMARE E LA LEGA IN VENETO CORRE IL RISCHIO DI UN SORPASSO DI FRATELLI D'ITALIA - EVENTUALITA' CHE METTEREBBE DI NUOVO IN DISCUSSIONE LA LEADERSHIP DEL "CAPITONE" - I RAS LOCALI HANNO CRITICATO PER ANNI SALVINI, SENZA MAI AVERE IL CORAGGIO DI SFIDUCIARLO. QUESTA VOLTA, TRA UN VANNACCI CHE SI PRENDE I PIENI POTERI NEL PARTITO E I MALUMORI PER LA "CESSIONE" DELLA LOMBARDIA A FDI, UN FLOP IN VENETO POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO - SE SALVINI NON RIDE IN VENETO, ELLY SCHLEIN POTREBBE PIANGERE IN CAMPANIA: IL GRILLONZO ROBERTO FICO NON ENTUSIASMA E FA INCAZZARE DE LUCA CON LE SUE LEZIONCINE ETICHE SUI CANDIDATI. TANT'E' CHE TRA I FEDELISSIMI DI DON VICIENZO È PARTITO IL FUGGI FUGGI VERSO LE SIRENE DELLA DESTRA DI POTERE...

orcel messina

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI: ALLA CHIUSURA DELLA GIORNATA BORSISTICA DI OGGI LA CAPITALIZZAZIONE DI MERCATO DI UNICREDIT REGISTRA 98,20 MILIARDI, E' SUPERIORE A QUELLA DI BANCA INTESA CHE SI SI ATTESTA A 97,67 MILIARDI – CON L’ARRIVO DI ANDREA ORCEL A UNICREDIT È INIZIATO IL CAMMINO DI SORPASSO SULLA PRIMA BANCA ITALIANA GUIDATA DA CARLO MESSINA – A PIAZZA GAE AULENTI, MENTRE SI AVVIA LA RICERCA DEL SOSTITUTO DEL PRESIDENTE PADOAN, ORCEL STA PREPARANDO I “BOTTI” DI NATALE, RICCHI DI SORPRESE…

luca zaia giorgia meloni matteo salvini

FLASH! – LUCA ZAIA, ABBAIA MA NON MORDE: SONO IN MOLTI A CHIEDERSI PERCHÉ IL GOVERNATORE USCENTE DEL VENETO ABBIA ACCETTATO DI FARE DA CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI, ALLE PROSSIME REGIONALI, MALGRADO NON ABBIA OTTENUTO NÉ IL TERZO MANDATO, NÉ LA POSSIBILITÀ DI PRESENTARE UNA LISTA A SUO NOME (CON CUI AVREBBE POTUTO PESARE LA SUA FORZA ELETTORALE E SOTTRARRE CONSIGLIERI REGIONALI A FRATELLI D’ITALIA) - PERCHÉ ZAIA SI È PRESTATO A UN’OPERAZIONE DI COSÌ PICCOLO CABOTAGGIO? UNA MOSSA CHE AVVANTAGGIA SOLO SALVINI E FA FELICE LA MELONA, CHE NON CORRONO IL RISCHIO DI FARSI FREGARE I VOTI DA UNA LISTA ZAIA...

giorgia meloni donald trump al sisi tony blair

DAGOREPORT - COME MAI LA MELONISSIMA TROVA IL TEMPO PER SCAPICOLLARSI IL PRIMO NOVEMBRE IN EGITTO PER L’INAUGURAZIONE GRAND EGYPTIAN MUSEUM DI GIZA? - LA SCAMPAGNATA HA COME OBIETTIVO DI AMMALIARE IL LEADER EGIZIANO AL SISI PER AVERE UN POSTO AL TAVOLO DEL “CONSIGLIO DI PACE” CHE DOVRÀ GESTIRE LA DIFFICILE RICOSTRUZIONE DELLA PALESTINA – SE CONVINCERE IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, PER LA “BELLISSIMA GIORGIA” (COPY TRUMP) NON È UN GRAN PROBLEMA, PER STREGARE IL MONDO ISLAMICO, UNA GITARELLA IN EGITTO CADE COME IL CACIO SUI MACCHERONI – E DOPO IL RIFIUTO ARABO COME “GOVERNATORE” DI GAZA DI BIGLIET-TONY BLAIR, LA NEFERTARI DER COLLE OPPIO COVEREBBE ADDIRITTURA IL SOGNO DI…