anita pirovano

“NON VIVO DI POLITICA PERCHÉ NON VOGLIO E NON POTREI” – LA CONSIGLIERA COMUNALE DI “MILANO PROGRESSISTA” ANITA PIROVANO SI AUTODENUNCIA SUL BONUS PER AUTONOMI: “NON HO SBAGLIATO. QUALCUNO - MAGARI ANCHE PIÙ LUCIDO E MENO INCAZZATO DI ME - MI SPIEGA PERCHÉ DA LAVORATRICE NON AVREI DOVUTO FARE RICHIESTA DI UNA MISURA DI SOSTEGNO AI LAVORATORI DESTINATA PERCHÉ FACCIO ANCHE POLITICA?" – "I PARLAMENTARI ESCANO ALLO SCOPERTO. DOVREBBERO DIMETTERSI"

 

 

Inps, consigliera comunale Milano: Ho chiesto il bonus, non vivo di politica

anita pirovano beppe sala

 (LaPresse) - "Mi autodenuncio. Non vivo di politica perché non voglio e non potrei. Non potrei perché ho un mutuo, faccio la spesa, mantengo mia figlia e - addirittura - ogni tanto mi piace uscire e durante le ferie andare in vacanza".

 

Lo scrive su Facebook Anita Pirovano, consigliera comunale a Milano per Milano Progressista, sui bonus per lavoratori autonomi per l'emergenza Covid richiesti all'Inps dai politici. "In più ho studiato fino al dottorato e all’esame di stato per diventare psicologa e ricercatrice sociale - aggiunge -, professione in cui negli ultimi tempi mi sembra spesso di essere 'più utile' alla società che in consiglio comunale (attività a cui comunque dedico tutto il tempo non lavorato e la passione di cui sono capace).

 

anita pirovano 2

Infine e soprattutto pur non cedendo alle sirene antipolitiche ho capito sulla mia pelle che avere un lavoro (nel mio caso più d’uno in regime di lavoro autonomo) mi consente di essere 'più libera' nell’impegno politico presente e ancora più nelle scelte sul futuro, per definizione incerto.

 

Come tanti mi indigno - perché è surreale - se un parlamentare in carica fruisce ammortizzatori sociali e penso sia paradossale che una misura di sostegno al reddito non preveda nessuna soglia di reddito. Tutto ciò premesso qualcuno - magari anche più lucido e meno incazzato di me - mi spiega perché da lavoratrice (e la politica non è un lavoro per definizione) non avrei dovuto fare richiesta di una misura di sostegno ai lavoratori destinata perché faccio anche politica?".

 

anita pirovano 4

"Considerato ovviamente che pur lavorando tanto ed essendo componente di un’assemblea elettiva (il che non mi garantisce nè un’indennità nè banalmente i contributi Inps) ho un reddito annuo dignitoso e nulla di più - continua Pirovano -. Mi arrabbio ancor più se penso che nel calderone dei 2.000 probabilmente sarà stato tirato in causa anche qualche sindaco (accomunato ai parlamentari o ai consiglieri regionali dal comune impegno politico ma non dal conto in banca) di un piccolissimo comune con una grandissima responsabilità pubblica e un’indennità di poche centinaia di euro annue".

 

PIROVANO, LA CONSIGLIERA COMUNALE CHE HA OTTENUTO I 600 EURO, A RADIO CAPITAL: "NON HO SBAGLIATO, HO AVUTO DIFFICOLTÀ COME TANTI ALTRI E HO CHIESTO IL BONUS. FACCIO IL CONSIGLIERE COMUNALE, NON IL PARLAMENTARE, E GUADAGNO BEN SOTTO I 30MILA EURO LORDI ALL'ANNO. I PARLAMENTARI ESCANO ALLO SCOPERTO, COME ME. DOVREBBERO DIMETTERSI. SE SALA MI CHIEDESSE DIMISSIONI? NON PRENDO ORDINI, MA CI RIFLETTEREI"

LA RIVOLTA DELLE PARTITE IVA

 

Da “Radio Capital”

 

Una fra duemila, la consigliera comunale di Milano Anna Pirovano è uscita allo scoperto: ha ammesso in un post su facebook di aver chiesto i 600 euro per le partite iva. Fa la psicologa, è stata eletta con la lista Milano Progressista, è fra gli amministratori locali che, insieme a 5 deputati, hanno ottenuto il bonus.

 

anita pirovano

"Io faccio il consigliere comunale, non il parlamentare né il consigliere regionale o l'assessore regionale", spiega Pirovano in un'intervista a Radio Capital, "Quello che viene percepito in termini di riconoscimento economico è sostanzialmente diverso. A differenza dei parlamentari e dei consiglieri regionali noi non prendiamo un'indennità, ma dei gettoni di presenza. Guadagno ben sotto i trentamila euro lordi, visto che devolvo una parte dei gettoni da consigliere regionale. Se avessero messo un tetto ISEE per accedere a questo ammortizzatore, come avrebbero dovuto, avrei potuto beneficiarne.

 

post sul gruppo facebook partite iva incazzate

Ho esplicitato la mia situazione non per giustificare i cinque parlamentari, ma per rendere ancora più esplicito che hanno fatto una cosa assurda, sbagliata, e che fra l'altro danneggia chi come me fa politica in una situazione diversa e viene messa in quel calderone. Bisogna spiegare ai cittadini", continua la consigliera comunale, "che non tutta la politica è lo stesso, che fare il parlamentare è diversissimo dal fare il consigliere comunale.

 

Io ho rivendicato quello che ho fatto, non ho problemi etici a dimostrare le mie ragioni. Spero che anche loro, che avranno più difficoltà a trovare giustificazioni etiche, escano allo scoperto e chiedano scusa agli italiano. Dovrebbero dimettersi perché hanno sbagliato lavoro. Sarebbe un minimo di salvaguardia della loro dignità se fossero loro a uscire allo scoperto, si tratta di assumersi le proprie responsabilità".

 

beppe sala legge se stesso

E se il sindaco di Milano Sala chiedesse a lei di dimettersi? "In generale non prendo ordini, ma ci rifletterei", risponde Pirovano a Radio Capital, "Magari più se me lo chiedessero i miei elettori. Al momento le reazioni al mio post su facebook sono di ringraziamento, c'è chi mi dice grazie per aver fatto vedere che la politica è soprattutto servizio e non guadagno, e c'è chi dice grazie per aver difeso la generazione dei trentenni, che dal punto di vista della stabilità lavorativa vive una situazione molto più difficile delle generazioni precedenti.

 

Se mi chiedessero di restituire il bonus? Mi confronterei con chi me lo chiede, sono pronta a tutto". La consigliera comunale e psicologa, però, non crede di aver commesso un errore: "Non ho sbagliato, lavoro da psicologa ed è la mia attività principale, e avendo avuto come tutti una situazione di difficoltà in questi mesi ho chiesto di accedere a una misura che esisteva", dice, "Se fossi stata ricca non l'avrei chiesto.

 

anita pirovano

Siccome come la maggior parte degli italiani vivevo una situazione di difficoltà in quei mesi, ho pensato che come tutti i lavoratori potevo chiedere di accedere alla pari degli altri a una misura di ammortizzatore sociale".

post sul gruppo facebook partite iva incazzate 2

Ultimi Dagoreport

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….