silvio berlusconi giorgia meloni

“PER ORA CON BERLUSCONI LE TRATTATIVE FINISCONO QUI” – LA MELONI FURIOSA VORREBBE UN GOVERNO IN TEMPI BREVI, MA NON HA INTENZIONE DI CEDERE AL CAV - E SALVINI SI RITAGLIA IL RUOLO DI MEDIATORE. “IO L'AVEVO AVVISATO SILVIO, ATTENTO CHE GIORGIA HA I NUMERI, NON PUOI METTERTI DI TRAVERSO” – LE VECCHIE RUGGINI TRA LA DUCETTA E IL BERLUSCA A PARTIRE DALLA FRASE INFELICE DETTA DAL “BANANA” QUANDO MELONI VOLEVA CANDIDARSI A SINDACO DI ROMA, NEL 2016: “UNA MADRE NON PUÒ DEDICARSI A UN LAVORO COSÌ TERRIBILE”

Annalisa Cuzzocrea per “la Stampa

 

Giorgia Meloni è in cima alle scale, nel cortile di Montecitorio. Appoggiata a una colonna, accanto alla porta che dà sul Transatlantico, fuma nervosa una sigaretta.

MELONI BERLUSCONI

 

L'aria è quella di chi non vede l'ora sia finita. «E Berlusconi?», chiede Matteo Salvini, che si aggira per la Camera da ore come un leone in gabbia: il segretario della Lega è un senatore, non ha un ufficio lì, non può entrare in aula.

 

Fa su e giù tra buvette, corridoio, chiostro. Senza pace. Lorenzo Fontana come terza carica dello Stato è l'ennesima scelta che ha imposto al suo partito, ora è lì a controllare che tutto fili liscio. (Per dire la differenza, a Palazzo Madama nel giorno di Ignazio La Russa - ben più a rischio - la premier in pectore, deputata, non c'era. È rimasta ad aspettare nel suo ufficio, al momento giusto si è congratulata con un tweet).

 

«E Berlusconi?», chiede dunque Salvini dopo che Meloni lo chiama a sé con un cenno della mano. Di primo mattino - sempre nel cortile - aveva detto ai suoi: «Io l'avevo avvisato Silvio, attento che Giorgia ha i numeri, non puoi metterti di traverso». Nell'inedita veste di mediatore, il segretario leghista - che ancora ieri ha chiamato più volte il capo di Forza Italia - cerca di sondare le intenzioni dell'alleata.

meloni salvini

 

Che consapevole dei cronisti intorno con l'orecchio teso, dice solo: «Lo sentiamo domani». Poi comincia a parlare di week end, gite fuori porta in cerca di castagne. Passa Francesco Lollobrigida, il cognato compagno di banco in aula, il marito della sorella Arianna anche lei - ieri - eccezionalmente in Transatlantico, e Meloni chiede: «Dove si va per castagne? » . A Cave, si va lì, vicino a Tivoli. E insomma, sarà per i giornalisti troppo vicini, sarà perché non ha voglia di rispondere, la leader di Fratelli d'Italia cambia discorso.

 

«Anche oggi buona la prima. Andiamo avanti veloci», commenta subito dopo l'elezione di Lorenzo Fontana alla presidenza. Le interessa questo, dare un'idea di rapidità. Come se tutto non fosse bloccato dai veti di una coalizione talmente litigiosa che ogni giorno esplode: giovedì al Senato, sulla mancata partecipazione di Forza Italia all'elezione di La Russa. Ieri alla Camera, sull'immagine che mentre Meloni fuma in cortile comincia a circolare: il foglio che Silvio Berlusconi aveva con sé a Palazzo Madama e che la definiva «supponente, prepotente, arrogante, offensiva».

berlusconi appunti su meloni

 

Guarda tutti da lontano, la premier in pectore. Fin dal mattino, presente ma in disparte. I capannelli più vistosi sono quelli della Lega. Passano tutti a incitare Fontana, prima; a congratularsi con lui, poi. Tra gli altri, in cortile si apparta con Salvini e i suoi Claudio D'Amico: ex deputato, braccio destro di Gianluca Savoini (sotto inchiesta per corruzione internazionale nella vicenda dell'hotel Metropole di Mosca), organizzatore dei viaggi della Lega in Russia e dell'accordo con il partito di Vladimir Putin Russia Unita, oltre che proprio dell'incontro tra il presidente russo e il leader della Lega.

 

Non si sa perché sia lì, se non per la felicità di vedere l'amico Fontana diventare presidente della Camera.

Su questo, sulla vicinanza alla Russia del deputato leghista appena diventato terza carica dello Stato, Meloni glissa, non sa, non risponde. Posizioni omofobe? «Lo hanno detto anche a me perché sono contraria alle adozioni da parte di coppie omosessuali, e non sono omofoba».

 

meloni lollobrigida

Idee filorusse? «Se mi preoccupassi di quello che dice l'opposizione non farei il governo». Per resistere alle pressioni di Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni non può permettersi distinguo sulle scelte dell'alleato Salvini. La linea è quindi, fin dal mattino: «Fontana non si discute». Poi se serve c'è il programma, che sulla posizione della coalizione sulla guerra in Ucraina e sui rapporti con la Russia di Putin è chiaro e inequivoco. Non sarà semplice spiegarlo ai giornali internazionali che già titolano, come il Financial Times, «Il Parlamento italiano elegge come presidente della Camera un euroscettico filo-Putin», ma tant' è, tocca fare una battaglia alla volta. E tocca avere alleati.

 

giorgia meloni

Se pure Salvini provasse nei confronti di Meloni la stessa rabbia che pare provare il leader di Forza Italia (perché stavolta è lei a comandare, perché lo fa senza cedere su nulla, perché è una donna che gli tiene testa senza alcuna deferenza), il leader della Lega non lo dà a vedere. Si è ritagliato il ruolo di messaggero tra i due. È ormai per molti il ponte con Silvio Berlusconi (a Umberto Bossi che ieri al suo arrivo in sedia a rotelle - sospinto dal figlio Renzo - scattava selfie con chi lo andava a omaggiare, Salvini ha assicurato: «L'altro giorno io e Berlusconi parlavamo di te. Organizziamo un incontro, gli farà piacere»). E però non sarà semplice mediare, dopo la storia degli appunti esposti a favore di fotografi e la risposta furibonda di Meloni, mentre esce dalla Camera insieme alla figlia: «Manca un aggettivo, non sono ricattabile».

 

Per quanto Salvini possa sforzarsi, ci sono molte cose che lei non dimentica: ad esempio - la storia girava ieri contemporaneamente agli articoli on line sull'"elenco" di Berlusconi - la frase infelice detta dall'allora leader della coalizione quando Meloni voleva candidarsi a sindaco di Roma, nel 2016: «Una madre non può dedicarsi a un lavoro così terribile». Di piccole sentenze come queste, la premier in pectore ne ha probabilmente ascoltate parecchie, in passato.

 

foto di gruppo dei deputati di fratelli ditalia con giorgia meloni

Ecco, adesso non ne ha più intenzione. E quindi, in un giorno che doveva essere di festa per la Camera conquistata senza alcun sospiro, tutto si rompe di nuovo. Il week end? «Sarà di lavoro - predice già alle due del pomeriggio - qui non si può perdere tempo, per noi è finito il tempo dei week end». Solo che di passi avanti, nel fine settimana, sarà difficile farne: i rapporti con Berlusconi sono interrotti. I fedelissimi scommettono: almeno fino a martedì.

Ultimi Dagoreport

consiglio supremo difesa mattarella meloni fazzolari bignami

DAGOREPORT - CRONACA DI UN COMPLOTTO CHE NON C’È: FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, CONSIGLIERE DEL QUIRINALE, SI SARÀ ANCHE FATTO SCAPPARE UNA RIFLESSIONE SULLE DINAMICHE DELLA POLITICA ITALIANA IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027. MA BELPIETRO HA MONTATO LA PANNA, UTILE A VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ E A DARE UN ASSIST A FRATELLI D’ITALIA, SEMPRE PRONTA ALLA LAGNA VITTIMISTA – A QUEL TORDO DI GALEAZZO BIGNAMI È SCAPPATA LA FRIZIONE. E DOPO IL SUO ATTACCO AL COLLE, IL SOLITAMENTE CAUTO GIOVANBATTISTA FAZZOLARI È INTERVENUTO PRECIPITOSAMENTE PER SALVARGLI LA FACCIA (E LE APPARENZE CON IL COLLE) - BELPIETRO ESONDA: "ISTITUZIONALMENTE SCORRETTA LA REPLICA DEL QUIRINALE"

alessandra smerilli riccardo campisi alessandra smerilli papa leone xiv

DAGOREPORT - CHI POTRÀ AIUTARE PAPA PREVOST A RIPIANARE IL DEFICIT ECONOMICO DELLA SANTA SEDE? - LEONE XIV EREDITA DA BERGOGLIO UNA COMMISSIONE PER LA RACCOLTA FONDI PER LE CASSE DEL VATICANO, PRESIEDUTA DA MONSIGNOR ROBERTO CAMPISI E IN CUI C’E’ ANCHE LA SUORA ECONOMISTA ALESSANDRA SMERILLI – I DUE HANNO UNA FREQUENTAZIONE TALMENTE ESIBITA DA FARLI DEFINIRE LA “STRANA COPPIA”. SONO ENTRAMBI AMANTI DELLO SPORT, DELLE PASSEGGIATE, DEI VIAGGI, DEL NUOTO IN ALCUNE PISCINE ROMANE ED ANCHE NEL MARE DI VASTO, DOVE SPESSO I DUE SONO VISTI IN VACANZA - LA SALESIANA SMERILLI, IN TEORIA TENUTA A VIVERE IN UNA COMUNITÀ DELLA SUA CONGREGAZIONE, VIVE IN UN LUSSUOSO APPARTAMENTO A PALAZZO SAN CALLISTO, DOVE LA SERA È DI CASA MONSIGNOR CAMPISI, SPESSO CON ALTRI OSPITI ATTOVAGLIATI AL SUO TAVOLO…

nicola colabianchi beatrice venezi alessandro giuli gianmarco mazzi

FLASH! - DA ROMA SALGONO LE PRESSIONI PER CONVINCERE BEATRICE VENEZI A DIMETTERSI DA DIRETTORE DELL’ORCHESTRA DEL VENEZIANO TEATRO LA FENICE, VISTO CHE IL SOVRINTENDENTE NICOLA COLABIANCHI NON CI PENSA PROPRIO ALLE PROPRIE DIMISSIONI, CHE FAREBBERO DECADERE TUTTE LE CARICHE DEL TEATRO – ALLA RICHIESTA DI SLOGGIARE, SENZA OTTENERE IN CAMBIO UN ALTRO POSTO, L’EX PIANISTA DEGLI ANTICHI RICEVIMENTI DI DONNA ASSUNTA ALMIRANTE AVREBBE REPLICATO DI AVER FATTO NIENT’ALTRO, METTENDO SUL PODIO LA “BACCHETTA NERA”, CHE ESEGUIRE IL “SUGGERIMENTO” DI GIULI E CAMERATI ROMANI. DUNQUE, LA VENEZI E’ UN VOSTRO ‘’PROBLEMA”…

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…