dario franceschini elly schlein gattopardo

“IL POTERE È UNA COSA COME UN’ALTRA. OGGI C’È, DOMANI NON C’È PIÙ, DOPODOMANI CHISSÀ, COMUNQUE FA LO STESSO” – DARIO FRANCESCHINI SI RACCONTA AL "CORRIERE". PARLA DI TUTTO: DEL SUO ROMANZO, DI ZACCAGNINI, DELLA DC E DELL’INFARTO ("LE MALATTIE FANNO PARTE DELLA VITA. IL GIORNO PRIMA SEI INVINCIBILE, DAL GIORNO DOPO NON PIÙ"), MA SI TIENE LONTANO DALLE QUESTIONI POLITICHE VERE, COME L’AFFIDAMENTO DELLA CORRENTE “AREADEM” ALLA MOGLIE O LA PRESA DI POTERE NEL PD DI ELLY SCHLEIN - LA PASSIONE GIOVANILE PER LA MUSICA JAZZ E QUELLA CITAZIONE DI DE GREGORI: "LA FACCIA DI UNA DONNA CHE RICORDA IL CROLLO DI UNA DIGA"... - VIDEO

DARIO FRANCESCHINI - ELLY SCHLEIN

Tommaso Labate per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

Dario Franceschini, chi erano i suoi genitori?

«Mio padre era stato un giovane partigiano cattolico ferrarese, poi membro del Comitato di liberazione nazionale e poi nel 1953 deputato della Democrazia cristiana per una legislatura. Mia madre, guida turistica e casalinga, era figlia di un fascista, un funzionario onesto della Repubblica di Salò, in gioventù amico di Italo Balbo».

 

dario franceschini

[...]

 

 

 

 

[...]

 

Il suo rapporto col potere?

«Figlio dei loro insegnamenti. Quindi, di totale disincanto».

 

Cioè?

«Il potere è una cosa come un’altra. E come tutte le cose oggi c’è, domani non c’è più, dopodomani chissà, comunque fa lo stesso».

 

Le sue passioni giovanili?

«Conducevo una trasmissione dedicata alla musica jazz su una delle prime radio libere di Ferrara, Radio Elle. Il mixer era fatto di latta, i dischi li prendevo dalla collezione di mio papà».

 

Per un ragazzo, il jazz non era una passione troppo senile?

michela di biase dario franceschini ricevimento quirinale 2 giugno 2024

«Il jazz ha un pregio e un difetto insieme: piace o non piace. A me piaceva e piace».

 

Ferrara terra di confine e teatro di grande letteratura. La terra di Giorgio Bassani.

«La casa di Bassani, dalla parte di dietro, affacciava su quei campi da tennis descritti nel libro sui Finzi Contini. La mia stava a cinquanta metri e affacciava su quegli stessi campi. Da ragazzo vedevo la mamma di Bassani mentre andava a fare la spesa, lui viveva già a Roma».

 

(...)

 

Lei è sempre stato democristiano?

«Sono entrato nel partito quando Benigno Zaccagnini divenne segretario. Fu un elemento di rottura, per un partito considerato immobile e votato solo al potere, che da quel momento si parlasse di don Primo Mazzolari, di rivoluzione cristiana, di questione morale. Ho impressa una copertina di Panorama di quel periodo. Titolo: “L’onesto Zac”».

DARIO FRANCESCHINI - AQUA E TERA

 

Anche lei, insomma, un ragazzo di Zac.

«Ho promosso, mesi fa, la rimpatriata con tutta quella generazione che era entrata nel movimento giovanile democristiano al congresso di Maiori. Abbiamo prenotato lo stesso albergo di allora e sono venuti tutti: da Renzo Lusetti a Enrico Letta, da Luca Danese a Mauro Fabris, da Pier Ferdinando Casini a Franco Gabrielli, da Gianfranco Rotondi a Simone Guerrini, oltre a persone che non avevo più incontrato da allora».

 

I suoi amici chi sono?

«Soprattutto quelli di Ferrara. Gli alberi piantati prima sono quelli che hanno le radici più solide. Ogni anno facciamo un viaggio all’estero, solo maschi. E non ne ho mai perso uno, neanche da segretario del Pd o da ministro, quando si trattava di sparire dalla circolazione mentendo sulla destinazione».

 

Dove siete andati?

«Non glielo dico».

 

Sempre stato un democristiano che guardava a sinistra?

dario franceschini anna foglietta

«Ho sempre pensato che democristiani e comunisti, per quanto fosse aspro il confronto politico, avessero un terreno di valori comuni che era quello dell’antifascismo, della Resistenza e poi della Costituzione scritta assieme.

 

All’assemblea che segnò la dissoluzione della Dc, all’alba della Seconda Repubblica, dissi citando De Gasperi che erano quarant’anni che guardavamo a sinistra e che era arrivato finalmente il momento di andarci. Pensi che, molti anni prima, da ragazzo, avevo organizzato a Ferrara un dibattito sulle prospettive di Dc e Partito comunista. Relatori: Sergio Mattarella e Massimo D’Alema».

 

Lei ha scritto cinque romanzi. Di cui l’ultimo, «Aqua e tera», che racconta la storia d’amore tra due ragazze durante il fascismo, è appena uscito. Come funziona, di notte scrive romanzi e il giorno pesa le tessere del Pd? O viceversa?

«Scrivere è sempre stata un’aspirazione e una passione. La politica anche. Non potendo avere due vite, ho pensato di fare entrambe le cose».

 

È stato semplice?

michela di biase dario franceschini foto di bacco

«All’inizio era un problema. Scrivevo i romanzi pensando sempre a come potessero essere letti, a che significato politico potessero dargli i lettori, se venissero considerati autobiografici o meno, a che impatto poteva tutto questo avere sul me politico, se fossero controproducenti o no... Poi, da un certo punto in poi, mi sono liberato di questa catena. In Francia, per esempio, dove i miei romanzi li pubblica Gallimard, mi conoscono come scrittore e non come politico».

 

La cosa le fa piacere?

«Penso che un romanzo debba essere valutato a prescindere dall’autore. Non mi piace, per esempio, che nel parlare di un libro a una presentazione o in televisione venga interpellato l’autore. Dovrebbero parlarne solo gli altri».

franceschini schlein

 

Ne verrebbero fuori parecchie stroncature.

FRANCESCHINI DI BIASE

«Un programma su libri raccontati da altri che potrebbero essere anche stroncati?

Magari! Sarebbe bellissimo e avrebbe molto successo».

 

«Aqua e tera» è una storia d’amore di donne. E lei ha sempre vissuto circondato da donne?

«Tutte femmine, figlie e nipoti. Le donne che racconto nei miei libri sono senz’altro figlie di quelle che ho incontrato nella vita.

 

Prenda Aqua e tera : dove gli uomini sono mediocri e negativi, le donne hanno una grande forza, morale e fisica. Alla luce della mia esperienza, posso dire di ritrovarmi nella definizione di Groucho Marx: gli uomini sono donne che non ce l’hanno fatta».

 

Dieci anni fa ha avuto un infarto: la malattia le fa paura?

«Le malattie fanno parte della vita. Il giorno prima sei invincibile, dal giorno dopo non lo sei più».

 

La cosa la spaventa?

«Ho capito che la scoperta della fragilità spaventa molto più della fragilità stessa. Alla seconda si reagisce, perché comunque la malattia è parte della vita. Mi spiego meglio: alla malattia certamente bisogna reagire, si deve combatterla. Ma comunque prima accettarla, sempre».

 

DARIO FRANCESCHINI ELLY SCHLEIN GATTOPARDO MEME BY SARX88

Lei prega?

«Di fronte a una domanda così personale forse le avrei chiesto di fermarsi prima. Comunque, la risposta è sì».

 

L’aldilà come lo immagina?

«Immaginarlo prevede uno scontro tra ragione e fede.

Con lo strumento della ragione io lo immagino in un modo, lei in un altro. La fede, invece, ci dice che c’è qualcosa che non possiamo immaginare».

 

dario franceschini foto di bacco (2)

Chi sono i personaggi che l’hanno guidata, chi c’è nel pantheon di Dario Franceschini?

«In tanti ma ne cito solo tre: Garcia Márquez, Benigno Zaccagnini, Francesco De Gregori».

 

Marquez perché?

 

«Perché ho capito che la vita di chi ha letto Cent’anni di solitudine si divide in due parti: prima di averlo letto e dopo averlo letto. O quantomeno è quello che è successo a me. Si capisce la meraviglia della scrittura, il suo miracolo: le cose più assurde diventano possibili, quelle ordinarie, straordinarie».

 

Zaccagnini?

di biase franceschini

«Si parla sempre, e giustamente, di Moro e del suo rapporto con Berlinguer. Ma senza Zaccagnini, senza l’entusiasmo dei giovani per Zac, quel sangue nuovo in quel corpo, la Dc non avrebbe retto quella posizione della solidarietà nazionale né l’impatto col terrorismo, come poi ha fatto».

 

Rimane De Gregori.

«Una strofa della sua canzone, Terra e acqua , l’ho messa nell’esergo del mio ultimo romanzo. “Terra e acqua /acqua e terra / ecco quello che ho visto io”».

 

Solo per questo?

«No. Le parole di De Gregori hanno scandito la mia vita, hanno formato un’intera generazione. Prenda Atlantide : “Conoscete per caso una ragazza di Roma / la cui faccia ricorda il crollo di una diga?”.

La faccia di una donna che ricorda il crollo di una diga. Si può dirlo meglio di così?».

dario franceschini foto di bacco (1)

Ultimi Dagoreport

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...