roberto cingolani burocrazia

“LA PRINCIPALE DIFFICOLTÀ CHE HO INCONTRATO AL MINISTERO È STATA L'ASSOLUTA MANCANZA DI OGNI LIVELLO MINIMO DI ORGANIZZAZIONE” – ORA CHE SI APPRESTA A DIRE ADDIO AL MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA, ROBERTO CINGOLANI PUÒ FINALMENTE RIVELARE COME (NON) FUNZIONA LA MACCHINA BUROCRATICA ITALIANA – “LIBERO”: “VALE LA PENA CHIEDERSI SE NON SI TRATTI DI UNA SCONFESSIONE DEL CAPO DI GABINETTO, ROBERTO CERRETO, MOLTO VICINO AL PD…” - LA SMENTITA DEL MINISTERO: "IL MINISTRO HA PARLATO DELLA MACCHINA PUBBLICA IN GENERALE. LE SUE PAROLE SONO STATE STRUMENTALIZZATE AL CAPO DI GABINETTO, ROBERTO CERRETO"

LA PRECISAZIONE DEL MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA

Riceviamo e pubblichiamo:

 

ROBERTO CINGOLANI

Si smentisce categoricamente la ricostruzione riportata da Ansa e ripresa oggi da Libero in cui si attribuisce al Ministro Roberto Cingolani un virgolettato denigratorio nei confronti del proprio Ministero. Occorre precisare che il Ministro non ha mai fatto riferimento al Ministero della Transizione Ecologica o a chi vi lavora, né era sua intenzione farlo. 

 

Nell’intervista rilasciata al direttore Fontana durante i Green Talks 2022, il Ministro ha parlato della macchina pubblica in generale, come risulta dalle sue parole: “La prima difficoltà che mi viene in mente è l’assoluta mancanza di ogni livello di organizzazione minimo che consenta di far funzionare una macchina complessa come un ministero o lo Stato secondo criteri funzionali. Sintetizzo in generale dicendo che spesso le carte sono perfette, quasi indipendentemente dal risultato. È fondamentale che le carte siano a posto, la burocrazia garantisce tutto: i cittadini, le procedure ecc. Però, non si può essere totalmente indipendenti dal risultato”.

 

Dunque, quanto riportato da alcune testate giornalistiche risulta del tutto fuorviante e travisa le parole del Ministro.

 

mario draghi roberto cingolani

Dispiace, in particolare, che le parole del Ministro siano state strumentalizzate per un attacco personale al Consigliere Roberto Cerreto, Capo di Gabinetto del MiTE, scelto dallo stesso Cingolani. Il Consigliere Cerreto, infatti, ha rassegnato le proprie dimissioni d’intesa con il ministro, dopo 19 mesi di intensa e proficua collaborazione, per tornare ad assumere le proprie funzioni presso l’amministrazione della Camera dei deputati nella Legislatura che inizia domani.

 

Tommaso Montesano per “Libero quotidiano”

 

Dev' essere stata la spinta del coming out day. Fatto sta che Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, a pochi giorni dal passaggio dei poteri dal "governo dei migliori" al nuovo esecutivo espressione del voto del 25 settembre, ha finalmente confessato: «La principale difficoltà che ho incontrato al ministero è stata l'assoluta mancanza di ogni livello minimo di organizzazione».

 

Non male per quello che era considerato il fiore all'occhiello del governo Draghi, quel ministero nuovo di zecca voluto dal M5S, sorto dalle ceneri del vecchio dicastero dell'Ambiente e rafforzato dalla delega sull'energia.

 

ATTO DI ACCUSA

roberto cerreto

 «Ho lavorato in grandi istituti di ricerca in mezzo mondo e poi in agenzie quotate», si è sfogato Cingolani nel corso di un webinar della Rcs academy, e «ci sono meccanismi organizzativi dai quali non si può prescindere. Direi che manca un minimo di organizzazione che consenta alla macchina di essere fluida».

 

Insomma, il giorno dopo il consiglio dei ministri dell'addio, con tanto di foto ricordo, Cingolani confessa che dalle sue parti funzionava ben poco. E dire che stiamo parlando di un ministero chiave, che il M5S ha rivendicato al punto da arruolare Cingolani - che grillino non è mai stato - nella sua squadra di ministri nel governo Draghi.

 

Tant' è: il ministro uscente vuota il sacco su ciò che ancora oggi accade negli uffici di via Cristoforo Colombo, all'Eur. «Spesso le carte sono perfette, indipendentemente dal risultato». E questo, ammette, non va bene: «È fondamentale che le carte siano a posto, ma non si può essere totalmente indipendenti dal risultato. Serve applicare qualche principio di organizzazione anche alla macchina pubblica. Quelli attuali non sono adeguati».

 

MACCHINA INCEPPATA

ROBERTO CINGOLANI

Vale la pena chiedersi se non si tratti, a poco meno di una settimana dalle dimissioni del suo capo di gabinetto, di una sconfessione dell'operato di Roberto Cerreto, il suo ex braccio destro. Quel Cerreto, già capo di gabinetto di Maria Elena Boschi quando la renziana era ministro delle Riforme e dei Rapporti con il Parlamento, molto vicino anche al Pd, visto che dal 1998 al 2003, prima di diventare un protagonista della Pubblica amministrazione, era stato segretario comunale dei Ds a Pisa.

 

GIULIANO AMATO E ROBERTO CERRETO

Già, Pisa, la città natale di Enrico Letta, dove il segretario del Pd si è formato. E dove Cerreto ha studiato alla scuola Normale Superiore. Insomma, vuoi vedere che gira e rigira il caos al ministero della Transizione ecologica denunciato da Cingolani è ascrivibile - anche - a ciò che gravita nella galassia della sinistra?

 

«Ho trovato qualche barriera ideologica che, non avendo un partito alle spalle, ho provato ad affrontare in termini tecnici». Di certo il ministro non vede l'ora di lasciare il governo. «Per me è sicuramente la fine. C'è un tempo per i tecnici e un momento, che credo sia giunto, per cui il Parlamento si deve riappropriare delle proprie prerogative e fare scelte politiche». Game over, insomma. Ed è tempo di bilancio: «Io credo di aver fatto, nei limiti delle mie possibilità, quello che potevo. Ce l'ho messa tutta, probabilmente non sarà stato abbastanza...».

ROBERTO CINGOLANI

 

Cingolani ne approfitta per lanciare messaggi a chi gli succederà: «Sul gas abbiamo messo il Paese in sicurezza e dovremmo riuscire a fare una stagione invernale, entro certo limiti, tranquilla». Ma restano problemi «enormi» sui costi. Un primo aiuto in tal senso potrebbe arrivare dal tetto al prezzo, sul quale in Unione europea «credo si possa giungere a una conclusione, un po' di compromesso». Il primo punto di cui si dovrà far carico il futuro governo, ribadisce, è quello dei rigassificatori: «È fondamentale che vengano messi in funzione il prima possibile perchè ne va della sicurezza nazionale». Quanto a quello di Piombino, «se tra qualche mese non saremo in grado di utilizzarlo sarà un vero e proprio suicidio. La sicurezza energetica nazionale dipende da questo».

Ultimi Dagoreport

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE...