sergio mattarella mario draghi

“NEI PROSSIMI SETTE-OTTO MESI RISCHIAMO CHE UNA FASE POLITICA ALTA DIVENTI OCCASIONE PER UN CEDIMENTO ALLA CONFUSIONE COLLETTIVA” - DE RITA ELENCA LE SFIDE CHE IL GOVERNO DOVRA’ AFFRONTARE: “CI SONO LE DECISIONI PER FRONTEGGIARE LA PANDEMIA, QUELLE POLITICHE SU REDDITO DI CITTADINANZA E QUOTA 100, L’ORDINATA APPLICAZIONE DEL PNRR - SE A TUTTO CIÒ SI AGGIUNGE L'ELEZIONE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, RISCHIAMO DAVVERO DI DOVER VIVERE I PROSSIMI SETTE O OTTO MESI SENZA UN ANCORAGGIO A UN'AGENDA PRECISA”

Giuseppe De Rita per il “Corriere della Sera”

 

giuseppe de rita

Densa, frastagliata, difficile da gestire è l'agenda di cui la classe dirigente italiana deve farsi carico per i prossimi sette-otto mesi. E per averne contezza basta redigere l'elenco dei problemi sociopolitici e delle decisioni politiche oggi all'ordine del giorno.

 

Vi entrano anzitutto le delicate decisioni sul fronteggiamento della ormai lunga pandemia, quali quelle relative all'innalzamento del livello delle vaccinazioni, al contrasto sottile e ambiguo del mondo dei no vax, alla complicata proroga o potatura dei provvedimenti di «ristoro», alla riorganizzazione della macchina scolastica, al ripensamento del trasporto pubblico locale: tutti temi su cui ci aspettavamo una svolta di superamento e un ritorno alla normalità. Ritorno che però è di fatto continuamente rimandato ed è prevedibile che in proposito dovremo intervenire anche in futuro, se non in termini di assoluta urgenza, certo di faticoso dettaglio organizzativo.

 

DANIELE FRANCO E MARIO DRAGHI

Ma non c'è solo la pandemia a richiedere più responsabilità pubblica. Come secondo grande campo di urgente impegno c'è la delicatissima «rimessa in ordine» di alcuni interventi pubblici su cui troppo calda è stata la scommessa politica (si pensi al reddito di cittadinanza, alla riforma della giustizia, a «quota 100»), ma che vanno radicalmente ripensati. Ragionarne in pubblico produce solo accese rivendicazioni di paternità (o di priorità nell'avanzare critiche), quindi per riorientare le linee di azione occorrono interventi di faticosa minuta pazienza normativa.

 

MARIO DRAGHI AL TELEFONO

C'è sul tavolo anche una terza esigenza di governo, cioè l'ordinata applicazione del fatidico Pnrr, di europea impostazione e consistenza. Ci siamo storditi in mesi di ricca retorica, di ardenti corse alla spesa facile, di espressa accettazione delle regole di ordinata gestione delle risorse in arrivo. Ma tutto è fin qui rimasto in documenti di buone intenzioni, mentre gli indirizzi progettuali messi finora in campo vanno specificati e concretamente attuati. Anche qui un lavoro minuto e faticoso, ma senza di esso rischiamo lo sgonfiarsi di un disegno di innovazione per certi versi imperdibile.

 

mario draghi emmanuel macron a marsiglia

Gestione della pandemia, revisione di alcuni precedenti azzardi programmatici, implementazione organizzativa del lavoro di programmazione: questi i tre principali campi su cui esercitare un forte impegno politico. Bastano e avanzano per i prossimi mesi, direbbe qualcuno.

 

Eppure nel grande mare della politica italiana si candidano a entrare con forza delle inattese suggestioni laterali (magari in materia di ius soli, di eutanasia, di contrasto all'omofobia) destinate a sicuro successo mediatico e quindi a imporsi nel calendario della decisionalità politica.

 

sergio mattarella mario draghi festa della repubblica 2021

Se a tutto ciò si aggiunge l'attesissimo appuntamento per l'elezione del presidente della Repubblica, rischiamo davvero di dover vivere i prossimi sette o otto mesi senza un ancoraggio a un'agenda precisa e razionalmente dominabile. Rischiamo molta confusione, quando dovremo esplicitare un massimo di chiarezza e razionalità; rischiamo addirittura che una fase politica alta diventi occasione per un ulteriore cedimento alla confusione collettiva.

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?