volodymyr zelensky vladimir putin giampiero massolo

“PUTIN SPERA DI CONSOLIDARE LA PRESENZA NEL DONBASS E VUOLE COMPLETARE IL CORRIDOIO CHE SCENDE FINO ALLA CRIMEA” - GIAMPIERO MASSOLO: “SIAMO IN UNA SITUAZIONE DI STALLO. NON SAPPIAMO SE QUELLA DEI RUSSI SI TRATTI DI UNA RITIRATA DEFINITIVA O SOLO DI UNA PAUSA. I COLLOQUI PER LA PACE? AL MOMENTO DIREI CHE SIAMO AL NEGOZIATO SUL NEGOZIATO” - “IO PROCEDEREI PER PASSI SUCCESSIVI. ANZITUTTO, UN CESSATE IL FUOCO, UN RISULTATO MINIMO MA CONCRETO, DA RAGGIUNGERE NELLE PROSSIME SETTIMANE. POI I NEGOZIATI ENTRERANNO NEL VIVO, METTENDO SUL TAVOLO DELLA TRATTATIVA LA FOTO DELLA BATTAGLIA…”

giampiero massolo

Stefano Zurlo per “il Giornale”

 

La guerra potrebbe terminare presto, ma la pace resta lontana. Giampiero Massolo, presidente dell'Ispi, ex segretario generale del ministero degli Esteri, uno degli analisti italiani più autorevoli, non si fa illusioni: «Speriamo arrivi il cessate il fuoco».

 

La fine delle ostilità?

«Fine è purtroppo una parola grossa. Devo stare a quel che vedo sul campo, ma come tutti auspico la conclusione di questa carneficina».

 

vladimir putin allo stadio luzniki di mosca

E il campo cosa suggerisce?

«Siamo in una situazione di stallo. Però i russi sono ancora convinti di poter ottenere altri successi, insomma sperano di consolidare la loro presenza nel Donbass e vogliono completare, diciamo così, il corridoio che scende fino alla Crimea».

 

Male truppe di Putin non hanno allentato la pressione su Kiev?

«Non sappiamo se si tratti di una ritirata definitiva o solo di una pausa prima di tornare a colpire».

 

volodymyr zelensky

La data del 9 maggio può essere decisiva per far tacere le armi?

«Quella data è uscita da comunicazioni interne alla macchina da guerra russa: c'è chi sostiene che Putin si fermerà entro quel giorno, ma dobbiamo anche pensare che quel riferimento sia circolato per incoraggiare e spronare i soldati demoralizzati».

 

adolf hitler vladimir putin josip stalin - murales

Quindi come se ne esce?

«L'aspetto decisivo è che i russi prendano atto di questo stallo. Finché il vertice, Putin e solo lui, pensa di poter avanzare, anche di poco, c'è il rischio di un prolungamento delle operazioni belliche. Mi auguro che questa consapevolezza affiori e porti il Cremlino a fermare questa strage. Peraltro sappiamo che i negoziati dipendono anche dalla fotografia scattata sul terreno».

 

È la logica del fatto compiuto?

«È la logica della guerra: se vinci tratti da una posizione di forza e Mosca cerca in tutti i modi di avanzare».

 

I negoziati a che punto sono?

«Al momento direi che siamo al negoziato sul negoziato».

fosse comuni a mariupol

 

Anche qui il traguardo è lontano?

«Si sta srotolando la lista dei punti più che i loro contenuti. Ad esempio si parla di neutralità ma la neutralità non è una parola vuota, va riempita».

 

D'accordo, ma come?

«Non lo sappiamo ancora. C'è chi pensa che la neutralità si porti dietro il disarmo, ma questo è un falso clamoroso. La Svezia è un paese neutrale, ma lo è per una scelta politica, il Paese dispone di un ottimo apparato militare e fa pure parte della Ue».

 

Si evoca il modello austriaco.

un tank ucraino a kiev

«Che è diverso, perché la neutralità è scolpita nella Costituzione. Dobbiamo capire come verrà declinato questo concetto e come si risolverà il problema degli armamenti. C'è poi il tema assai complesso dei territori»".

 

Ritiene plausibile che Putin possa restituire la Crimea?

«Gli ucraini propongono di diluire nel tempo una possibile soluzione, i russi non vogliono sentir parlare di passi indietro. E questo vale anche per il Donbass».

 

Si troverà una soluzione?

uomo piange sul corpo della madre a kiev 2

«Io procederei per passi successivi. Anzitutto, un cessate il fuoco, un risultato minimo ma concreto, da raggiungere nelle prossime settimane. Poi i negoziati entreranno nel vivo, mettendo sul tavolo della trattativa la foto della battaglia».

 

Per un accordo ci vorrà tempo?

«Prevedo un periodo lungo in cui le delegazioni tratteranno e il conflitto resterà semicongelato. Una situazione di precarietà, forse di guerriglia ma comunque di instabilità nelle aree sotto il controllo russo. Uno scenario che potrebbe cristallizzarsi mentre si discute e si litiga».

 

Un contesto non incoraggiante.

«Inutile inseguire i sogni».

volodymyr zelensky

 

L'Italia potrebbe far parte dei Paesi garanti. Andremo in guerra, se la Russia violerà la fragile tregua?

«Questo chiedono comprensibilmente gli ucraini, ma il punto, delicatissimo, dev' essere negoziato. Io non credo proprio che Mosca potrà mai accettare una clausola del genere, una sorta di articolo 5 del trattato Nato, condiviso da una decina di Paesi fra cui il nostro».

 

uomo piange sul corpo della madre a kiev 1

Con lo stop alle bombe vanno cancellate anche le sanzioni?

«Desideriamo che siano tolte in fretta, ma non in modo affrettato. Ricordiamoci che noi difendiamo l'Ucraina, ma anche l'Occidente, ovvero noi stessi. Un vittoria di Putin su tutta la linea significherebbe un ritorno al passato peggiore: quello di Yalta e della Guerra fredda».

missili russi colpiscono un palazzo residenziale a kiev 5bombe russe su kiev 2

Ultimi Dagoreport

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…