salvini

“RAGIONERÒ SU TUTTO PURCHÉ NON TORNINO RENZI, LOTTI E BOSCHI…” - DOPO LA SPACCONATA DELLA CRISI DI GOVERNO, SALVINI FA DIETROFRONT: E’ COSI' TERRORIZZATO CHE VADA IN PORTO L’ALLEANZA M5S-PD CHE SI MOSTRA DOCILE ANCHE DAVANTI AL CANNONEGGIARE DEL BLOG A 5 STELLE (“SALVINI PUÒ SOLTANTO DIMETTERSI”) - VOCI LEGHISTE: “NESSUNO DI NOI HA IL CORAGGIO DI DIRE CHE IL RE È NUDO E CHE STAVOLTA IL SEGRETARIO HA FATTO MALE I PROPRI CALCOLI...”

Marco Cremonesi per www.corriere.it

 

matteo salvini e matteo renzi si incrociano in senato 1

«Non voglio neanche pensare a un ritorno al governo di Renzi, Lotti e Boschi, le calamità naturali». Insomma: «Ragioniamo di tutto, ma non di questo». Il leader leghista Matteo Salvini spiega così le mosse degli ultimi giorni, dalla rottura con i 5 Stelle in piena estate e a Camere già chiuse fino all’improvvisa apertura di Ferragosto con il classico «il mio telefono è sempre acceso».

 

E così, a dispetto del duello con il premier Conte che andrà in aula martedì al Senato, ieri Salvini ha ribadito la sua volontà di rimanere al governo persino attraverso un post su Roberto Saviano. Lo scrittore campano scrive sui social che «il destino di Salvini è il carcere, e questo lo sta capendo anche lui; basterà che si spengano le luci». La risposta del ministro dell’Interno su Facebook è: «Il signor Saviano mi vuole vedere in galera. Che faccio amici, gli do retta e mi dimetto o tengo duro?». Nelle prime quattro ore i commenti sono stati quasi 27mila, una media di oltre 110 al minuto.

salvini grillo

 

Lui, il segretario leghista ieri ieri è partito dalla Toscana per andare a fare una visita a sorpresa alla figlia Mirta, a Cervia, sull’Adriatico romagnolo. Per poi fare ritorno in Toscana ieri in serata. Pochissimi i contatti anche con i più stretti collaboratori e consiglieri, con Giancarlo Giorgetti che annuncia ironico di avere già i biglietti per la partita tra la diletta Southampton e il Manchester.

 

«La strategia — spiega un leghista — è quella di chiudere ogni contatto e concentrarsi. L’obiettivo, quello di stanare tutti quanti: un classico di Matteo, lui non parla, gli altri rosolano nel dubbio e fanno fughe in avanti». Una strategia che, se anche se ha funzionato sin dai giorni delle trattative per stesura del contratto di governo e la nascita dell’esecutivo Conte, rischia ora di sbattere contro i numeri parlamentari, sia pure politicamente impervi per i dem quanto per i 5 stelle.

matteo renzi luigi di maio matteo salvini

 

Il leader leghista chiacchierando con i suoi nei giorni scorsi avrebbe anche respinto la critica corrente, quella di aver innescato la crisi troppo tardi, consentendo così che i tempi della manovra finanziaria possano dettare quelli dell’agenda elettorale: «Se lo avessi fatto prima — avrebbe confidato a un suo fedele — avrei dato agli inciucisti il tempo per organizzarsi. Se non lo avessi fatto in agosto, forse oggi avremmo già un governo diverso, il governo horror».

 

Lo spettro del governo «giallorosso» (per i leghisti all’antica il «governo romanista») ormai semina la paura anche tra le fila salviniane. E le ultime mosse del leader, insolitamente mellifluo persino di fronte al cannoneggiare serrato che viene dal blog a 5 stelle («Salvini può soltanto dimettersi», «Se vogliono andare al voto, perché non si dimettono?»), non aiutano a tranquillizzare i tanti che in Lega sono convinti di essere stati «cotti e mangiati». Perché se il governo Pd 5 stelle si forma, «al di là di chi profetizza una sua rapida fine, ce lo terremo certamente almeno fino all’elezione del nuovo capo dello Stato. Il che significa fino al 2022, veda lei...».

Salvini Di Maio

 

A peggiorare le previsioni, la convinzione che il futuribile governo giallorosso possa anche decidere di mettere mano alla legge elettorale. Confezionandone una proporzionale fatta apposta per spuntare le ambizioni maggioritarie di Salvini: «Nessuno di noi — dice sconsolato un big leghista — ha il coraggio di dire che il re è nudo e che questa volta il segretario ha fatto male i propri calcoli». In effetti, in Lega c’è persino chi parla di un accordo tra Salvini e il capo dei 5 Stelle per arrivare «a quel maxi rimpasto che altrimenti Di Maio non sarebbe stato in grado di imporre ai grillini». Fantapolitica.

di maio conte salvini 1

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."