luca palamara giuseppe cascini nino di matteo francesco basentini

“LA RIFORMA CHE TEMEVAMO DI PIÙ ERA QUELLA DEL SORTEGGIO, PERCHÉ AVREBBE SCARDINATO IL SISTEMA DELLE CORRENTI” - LE RIVELAZIONI DI LUCA PALAMARA IN AUDIZIONE DAVANTI ALLA COMMISSIONE ANTIMAFIA: “BASENTINI AL DAP? È STATO MESSO IN MOTO UN MECCANISMO RISPETTO AL QUALE IL PROFILO DI DI MATTEO POTEVA ESSERE INGOMBRANTE” – LA NOMINA DI CASCINI E L’INTERVENTO DELLA PARLAMENTARE DI FORZA ITALIA GIUSI BARTOLOZZI: “IL SISTEMA È IMPLOSO. SOLO CHE ADESSO È TUTTO SPOSTATO A SINISTRA…”

luca palamara

1 - PALAMARA SVELA L'INCUBO DELLE TOGHE «SOLO IL SORTEGGIO POTEVA FERMARCI»

Luca Fazzo per "il Giornale"

 

Nessuna novità esplosiva, e d' altronde la Commissione Antimafia non era la sede giusta per rivelazioni ad effetto. Ma il quadro che Luca Palamara, ex presidente dell' Associazione nazionale magistrati, traccia ieri davanti ai membri della commissione è più che sufficiente a capire perché in molti abbiano cercato di impedirne l' audizione.

 

luca palamara giuseppe cascini

Palamara infatti descrive in modo ancora più crudo del solito i meccanismi di potere che governavano la magistratura italiana. E rivela qual era lo spauracchio che agitava i sonni della corporazione in toga: «Già da quando ero presidente dell' Anm la riforma che temevamo di più era quella del sorteggio, perché avrebbe scardinato il sistema delle correnti». È una ostilità che non si è placata: ora che di forme di sorteggio del Csm compatibili con la Costituzione si torna a parlare, l' opposizione da parte dell' Associazione è quasi compatta.

 

Palamara non si tira indietro neanche davanti al tema più scottante, quello direttamente collegato alla sua convocazione a Palazzo San Macuto: la manovra che impedì che alla guida del Dap, la direzione delle carceri, approdasse il pubblico ministero palermitamo Nino Di Matteo, sorpassato in extremis da Francesco Basentini.

 

alfonso bonafede francesco basentini 1

«È stato messo in moto un meccanismo rispetto al quale il profilo di Di Matteo poteva essere ingombrante», ha spiegato Palamara. Di Matteo era «ingombrante» nonostante che «il tema del 41bis o tematiche dell' antimafia erano di più spiccata conoscenza di un magistrato impegnato in un processo sulla trattativa Stato-mafia».

 

Al posto di Di Matteo arrivò Basentini, grazie a un meccanismo che Palamara definisce «parallelo» a quello delle correnti: «Direttamente o no, le correnti hanno influito sugli incarichi apicali del ministero della Giustizia. Nel caso di Basentini non c' è stata una diretta interlocuzione tra il ministro e i vertici della corrente», la nomina è avvenuta senza passare per le correnti ma sulla base di un «meccanismo parallelo».

 

nino di matteo a piazzapulita

Lo strapotere delle correnti resta comunque il leit motiv della testimonianza di Palamara: «Vorrei tranquillizzare tutti e fare pulizia delle millanterie: se qualcuno sceglie sulle nomine sono solo le correnti, al di là dei racconti roboanti fatti in altre sedi.

 

È difficile che il miglior influencer possa scavalcare il meccanismo delle correnti. I magistrati presenti in questa aula sanno bene che se un esterno ha un desiderio, ovvero che un suo amico possa essere eletto procuratore della Repubblica, ma quell' amico non appartiene alle correnti, non ci riuscirà mai». E sembra una risposta indiretta a chi, come l' avvocato Amara, dice a verbale di avere influito su nomine eccellenti.

SERGIO COLAIOCCO

 

2 - PALAMARA IN PARLAMENTO: IL "SISTEMA" È ANCORA VIVO

Paolo Ferrari per "Libero quotidiano"

 

«Il sistema è imploso. Solo che adesso, dopo aver spazzato via i gruppi di centro e di destra, è tutto spostato a sinistra». L' intervento a gamba tesa è di Giusi Bartolozzi, magistrata e parlamentare di Forza Italia.

 

Ieri, durante l' audizione dell' ex presidente dell' Associazione nazionale magistrati Luca Palamara davanti alla Commissione parlamentare antimafia, la deputata azzurra aveva chiesto se i gruppi della sinistra giudiziaria avessero partecipato alla lottizzazione delle nomine.

 

nino di matteo intervistato da massimo giletti a non e l arena

Fino a questo momento, infatti, i gruppi coinvolti nello scandalo delle nomine, emerso dopo la pubblicazioni delle celebri chat di Palamara, erano solo quelli di Magistratura indipendente e di Unicost Il primo, di destra, legato a Cosimo Ferri, il secondo, di centro, direttamente a Palamara.

 

DOMANDA REVOCATA

La magistrata, in particolare, aveva interrogato l' ex collega sulla nomina di Giuseppe Cascini a procuratore aggiunto a Roma. Cascini è ora componente del Consiglio superiore della magistratura ed è colui che sta valutando le chat di Palamara, sia ai fini disciplinari che per il conferimento degli incarichi.

luca palamara

 

Nel 2017, ricostruisce Palamara che all' epoca era il capo della Commissione che effettuava le nomine, il pm romano Sergio Colaiocco, il magistrato che sta indagando sulla morte di Giulio Regeni, era in pole per diventare aggiunto.

 

giuseppe cascini luca palamara

Nella spartizione degli incarichi romani, prosegue Palamara, quel posto spettava ad un magistrato di Unicost, la corrente alla quale era iscritto Colaiocco. Sembrava fatta quando spuntò il nome di Cascini, magistrato legato a Palamara per aver condiviso ai tempi il vertice dell' Anm. La candidatura di Cascini, «non doveva avere concorrenti» e venne quindi «consigliato» a Colaiocco di revocare la domanda, ricorda Palamara.

 

luca palamara a passeggio con cosimo ferri

Il motivo era dovuto al fatto che Cascini doveva essere messo nelle migliori condizioni per «affrontare la competizione al Csm», sottolinea Palamara. Colaicco, allora, rinunciò con la speranza di aver un credito futuro.

 

Pur senza avere cognizione diretta, Palamara ha raccontato un curioso aneddoto. Dopo l' insediamento del governo gialloverde nel 2018, i capi delle correnti si aspettavano che il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede nominasse a via Arenula tutte toghe legate a Piercamillo Davigo, il magistrato idolo dei grillini.

 

Il primo doveva essere il pm antimafia Nino Di Matteo, magistrato stimatissimo dai pentastellati. Per lui era pronta la poltrona di capo del Dipartimento amministrazione penitenziaria. Bonafede, invece, per quell' incarico aveva nominato Francesco Basentini, procuratore aggiunto di Potenza, che sulla carta aveva «meno esperienza» per quel ruolo di Di Matteo.

 

Palamara Lotti Ferri

UNA SPONSORIZZAZIONE?

Come mai? Palamara ha fatto il nome di Leonardo Pucci, vice capo di gabinetto di Bonafede. Pucci era un ex compagno di Università di Bonafede e conosceva anche l' allora premier Giuseppe Conte.

Va detto che Pucci ha sempre smentito questa ricostruzione affermando che «non ci sono state sponsorizzazioni». «Si è trattato di scelte discrezionali: per i vertici sono importanti discrezionalità e fiducia. Per quello che ho visto io, le scelte del ministro sono state sempre a discrezione sua, nei colloqui con le persone», aveva aggiunto.

francesco basentini 1

Ultimi Dagoreport

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...