giancarlo giorgetti

“L’ALLEANZA LEGA -M5S NON PUÒ VIVERE IN STALLO. IN GIUGNO VERRÀ LA GRANDINE E I DEBOLI CADRANNO” – LA FOSCA PROFEZIA DEL SOTTOSEGRETARIO GIORGETTI CHE SI DICHIARA DISPOSTISSIMO A FARE UN PASSO INDIETRO  - "NON ACCUSO CONTE MA L’AFFIATAMENTO VA RITROVATO. SE LA LEGA ARRIVA AL 30% OFFRO CHAMPAGNE A TUTTI" – DI MAIO LO FREDDA: "C' È UNA PARTE DI LEGA NOSTALGICA DI TORNARE CON BERLUSCONI" - LA CONTROREPLICA DI GIORGETTI

Marco Cremonesi per il Corriere della Sera

GIORGETTI E SALVINI

 

«In giugno verrà la grandine. E i più deboli ed esangui saranno i primi a cadere...». La fosca profezia è di Giancarlo Giorgetti, il sottosegretario leghista alla presidenza del Consiglio. Difficile dire se il presagio biblico si riferisca soltanto alle decisioni che verranno prese nella Commissione Ue: il 5 del prossimo mese entrerà nel vivo la discussione sulla procedura d' infrazione nei confronti dell' Italia per eccesso di debito.

 

Di più, però, non è dato sapere. Perché lui s' infila in macchina nel cortile di Palazzo Chigi e fa guizzare un sorriso ironico: «Non torno...». Una battuta sul fatto che poco prima, in un traboccante incontro con i giornalisti della stampa estera, aveva detto di essere «dispostissimo a fare un passo indietro, se me lo chiedono e se non ritengono utile la mia posizione».

salvini giorgetti

 

Il fatto è che il leghista di gran lunga più ascoltato da Matteo Salvini vede nero. E lo dice, quasi brusco, alla platea internazionale: «Se c' è un governo del cambiamento, non può vivere in stallo, deve fare le cose. Lo dico dopo settimane in cui il governo ha avuto problemi».

giancarlo giorgetti virginia raggi

 

Una cosa Giorgetti non sopporta, che lo si accusi di remare contro Giuseppe Conte. Perché per lui il problema davvero non è affatto il presidente del Consiglio: «Non accuso nessuno, tantomeno il premier. Il premier deve essere politico, super partes c' è solo il presidente della Repubblica. Conte è espressione del M5S, io sono espressione della Lega». Ma resta il fatto, ed è la frase di giornata, che «l' affiatamento va ritrovato, se no così non si va avanti».

giorgetti e binaghi foto mezzelani gmt46

 

Più tardi, gli consegnano l' agenzia con cui Luigi Di Maio liquida i suoi «consigli»: «C' è una parte di Lega nostalgica di tornare con Berlusconi» dice il vicepremier. Giorgetti scuote la testa: «Ma non si accorgono del clima, non lo sentono? Io ci vado nelle aziende, vedo gli impianti, le vedo le persone che si fanno un culo così per starci dentro E noi? Noi siamo sempre lì, con 'ste questioni...».

miccichè e giorgetti foto mezzelani gmt

 

Il tema del clima nel Paese ritorna quando il sottosegretario legge del lunghissimo applauso, quattro minuti di standing ovation, tributato dalla platea di Confindustria al presidente Sergio Mattarella. Incomparabilmente più acceso di quelli per gli uomini di governo, pure presenti al massimo livello: «Lo vedete? - dice Giorgetti ai suoi - C' è un clima come quello appena prima dell' arrivo del governo Monti...». Insomma, serve il cambiamento: «Perché se le cose non cambiano davvero, allora sì che il cambiamento rischia di diventare rivoluzionario». Fare, fare, fare, insomma: non è più rinviabile.

GIORGETTI TRIA

 

Per questo, Giorgetti non vuole sentir parlare di risultati mirabolanti alle Europee: «Trenta per cento della Lega?Se così fosse, offro champagne a tutti». E tantomeno di rimpasti post voto: «Di questi discorsi da Prima Repubblica, di discussione sulle poltrone, a nessuno frega zero».

 

CONTE E DI MAIO

Con un' eccezione: se ci sono poltrone che interessano davvero, sono quelle in Commissione Ue. Non per sé stesso («Che dite?»), ribadisce, «ma di certo le commissioni economiche sono tre o quattro: sono quelle in cui l' Italia dovrebbe giocare la sua partita». Quanto alla possibilità di sfondare il patto di stabilità, a Giorgetti viene «da sorridere a parlare di un numero che di fatto non esiste più neanche per la Commissione. Adesso ci sono altri numeri e indicatori».

GIORGETTI MATTARELLAmatteo salvini giancarlo giorgettitria di maio salvini contedi maio conte card redditogiorgetti

 

giancarlo giorgetti giorgia melonigiorgetti e binaghi foto mezzelani gmt47giancarlo giorgetti matteo salviniGIORGETTI A NEW YORKmiccichè giorgetti malagò foto mezzelani gmt06giorgetti e binaghi foto mezzelani gmt48

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

luigi lovaglio giuseppe castagna giorgia meloni giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone milleri monte dei paschi di siena

DAGOREPORT - È VERO, COME SOSTENGONO "CORRIERE" E “REPUBBLICA”, CHE L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA È “PERFEZIONATA E IRREVERSIBILE”? INNANZITUTTO L’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MILANO BLOCCA DI FATTO OGNI POSSIBILE ASSALTO DELL’ARMATA “CALTA-MELONI” AL "FORZIERE D'ITALIA", ASSICURAZIONI GENERALI – CERTO, I MANAGER DECADONO SOLO DOPO UNA SENTENZA DEFINITIVA, MA GIÀ DA ADESSO LOVAGLIO E E COMPAGNIA POTREBBERO ESSERE SOSPESI DAL CDA O DALLA VIGILANZA DI BANKITALIA - INFINE, PIÙ DI TUTTO, CONTANO I PASSI SUCCESSIVI DEI PM DELLA PROCURA DI MILANO, CHE PUÒ SOSPENDERE L’OPERAZIONE FAVORITA DA PALAZZO CHIGI DELLA COMBRICCOLA ROMANA, SE INDIVIDUA IL RISCHIO DI REITERAZIONE DEI REATI (DA PIAZZA AFFARI SI MOLTIPLICANO LE VOCI DI NUOVI AVVISI DI GARANZIA IN ARRIVO PER I "FURBETTI DEL CONCERTINO'') - OGGI IN BORSA MONTE PASCHI SIENA HA CHIUSO PERDENDO IL 2,12%, MEDIOBANCA -0,15% MENTRE, ALLONTANANDOSI CALTARICCONE, GENERALI GUADAGNA LO +0,47%...

putin witkoff marco rubio donald trump zelensky

DAGOREPORT – SI ACCENDE LA RIVOLTA DEL PARTITO REPUBBLICANO CONTRO TRUMP - I DANNI FATTI DA STEVE WITKOFF (SOTTO DETTATURA DI PUTIN), HANNO COSTRETTO L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A METTERE IN CAMPO IL SEGRETARIO DI STATO MARCO RUBIO CHE HA RISCRITTO IL PIANO DI PACE RUSSIA-UCRAINA - CON IL PASSARE DELLE ORE, CON UN EUROPA DISUNITA (ITALIA COMPRESA) SUL SOSTEGNO A KIEV, APPARE CHIARO CHE PUTIN E ZELENSKY, TRA TANTE DISTANZE, SONO IN SINTONIA SU UN PUNTO: PRIMA CHIUDIAMO LA GUERRA E MEGLIO È…

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?