socci espresso

“L’ESPRESSO” CI RIFILA UNA COPERTINA CON LA SCRITTA “LE FRONTIERE UCCIDONO” (MA CHI L’HA PREPARATA, SOROS?) E ANTONIO SOCCI LO PRENDE ANCHE SUL SERIO: “SAREBBE IL CAOS PER L’ITALIA, L’AFRICA, ISRAELE E STATI UNITI. NON SI CAPISCE PER QUALE MOTIVO SI DOVREBBERO ABBATTERE LE FRONTIERE SPAZZANDO VIA GLI STATI E I POPOLI CON LE LORO IDENTITÀ. CERTI INTELLETTUALI E CERTE AREE POLITICO-IDEOLOGICHE SEMBRANO VIVERE LONTANO DALLA REALTÀ”

Antonio Socci per “Libero quotidiano”

 

LA COPERTINA DE L ESPRESSO - LE FRONTIERE UCCIDONO

"L'Espresso", il magazine di De Benedetti, distribuito con "La Repubblica", ha avuto un'ideona. Una pensata così geniale e risolutiva che ci si chiede perché mai - nella storia dell' umanità - non si sia escogitata prima. Sta nella copertina dell' ultimo numero: «Le frontiere uccidono l' unica speranza è un mondo libero dai confini».

 

Non è meraviglioso? Non vi pare la pensata del secolo o addirittura del millennio? A ispirare questa geniale copertina è l' antropologo Michel Agier, intervistato dal settimanale (il titolo della conversazione è: «L' unica speranza per il mondo è liberare i confini»).

Agier è l' autore del libro La Giungla di Calais, uno studio di quell' immensa distesa di tende e baracche che si è formata, davanti al Canale della Manica, sulla costa francese, dove nel 2016 vivevano più di 10 mila migranti.

 

antonio socci

Questo intellettuale - dall'astrazione ideologica facile - sostiene «la libera circolazione delle persone», «l'ospitalità come regole giuridica» e afferma che «se oggi (le frontiere) fossero aperte avremmo una situazione molto più pacifica». E "L'Espresso" sposa questa surreale utopia facendo la copertina che si è visto. Basta rifletterci un attimo per capire cosa accadrebbe. Lo Stato d'Israele, per esempio, sparirebbe, circondato com' è dall' odio arabo e dall' estremismo islamico (tanto è vero che in questi anni, per proteggersi, ha dovuto erigere un formidabile muro in Cisgiordania). Ma la stessa cosa vale per l' Italia e per l' Europa.

 

Basti considerare l'afflusso irregolare di centinaia di migliaia di persone degli ultimi anni: se abbattessimo davvero le frontiere e fosse possibile emigrare liberamente, a proprio arbitrio, l'Italia diventerebbe la banchina di sbarco di milioni di persone solo dall' Africa (continente di un miliardo e 200 milioni di abitanti). Con effetti devastanti non solo per l' Italia e l' Europa, ma anche per l' Africa stessa. Sarebbe il caos. La stessa cosa si può facilmente immaginare per gli Stati Uniti. Non si capisce, del resto, per quale motivo si dovrebbero abbattere le frontiere spazzando via, così, gli Stati e anche i popoli stessi con le loro identità.

 

marco damilano presenta la nuova grafica de l espresso (1)

Agier accenna ai morti nel Mediterraneo in questi anni di immigrazione irregolare. Tuttavia nessuno ha ancora risposto al ministro dell' Interno Salvini il quale, citando i dati dell' Unhcr, ha mostrato il crollo del numero di vittime da quando si è fatta una politica di blocco delle partenze. D' altronde è facile immaginare che un sommovimento gigantesco di milioni di persone verso l' Europa, da Africa e Asia, sarebbe tanto traumatico da provocare reazioni, rivolte e guerre civili davvero tragiche per moltissimi anni.

 

REALISMO

Basta un minimo di realismo per rendersene conto. Ma certi intellettuali e certe aree politico-ideologiche sembrano vivere lontano dalla realtà. Ed è per questo che sia la sinistra immigrazionista che papa Bergoglio, eludono sempre la domanda: «quanti? Quanti immigrati vorreste far entrare prima di chiudere le frontiere?».

 

john lennon e yoko ono 1 9

Nel loro mondo immaginario c'è un Eden simile alla vecchia utopia ideologica degli anni Settanta a cui John Lennon dette voce col brano Imagine, del 1971, il quale rappresenta - come ha scritto Eugenio Capozzi nel libro Politicamente corretto - «l' inno ufficiale del pacifismo uno dei monumenti del catechismo politicamente corretto, ancora oggi imprescindibile collante emotivo e propagandistico».

 

In quella canzonetta - tuttora celebrata - c'è già disegnato quell' Eden. Essa, osserva Capozzi, «elenca in maniera chiara quali sono i mali che bisognerebbe rimuovere per restaurare quella condizione: la religione trascendente e le Chiese ("no heaven", "No hell below us", "Above us only sky", "no religion"), le nazioni ("no countries", "Nothing to kill or die for"), la proprietà ("no possessions", "No need for greed or hunger"). In pratica, i fondamenti della modernità euro-occidentale. Con una intuizione fulminante, Lennon si sintonizzava sulla stessa lunghezza d' onda del dilagante ripudio dell' eredità dell' Occidente».

rousseau

 

UTOPIE

Il cantante riprendeva «in pochi icastici versi tutta l'eredità delle utopie di liberazione, da Rousseau a Marx fino al terzomondismo e alla rivolta hippie: comunione dei beni, secolarizzazione integrale, sradicamento di ogni identità politica e culturale sono le chiavi per l'accesso (o meglio per il ritorno) a una naturale fratellanza».

 

L'esito della stagione hippy degli anni Settanta è nota ed è stato tutt'altro che paradisiaco. La sua perfetta caricatura si può trovare in Ruggero, il comico "figlio dei fiori" di Un sacco bello interpretato da Carlo Verdone, quello che si avventura nella campagna e vede che «un sacco di fiori si aprivano al mio passaggio» e «un sacco di uccelli scendevano dagli alberi per parlarmi».

karl marx in una rivisitazione del poster di barack obama

 

Con il santone che gli dice «Love, love love!», che passa la notte con lui «sotto questa frasca» e lo indirizza a «un grandissima casale bianco con una grandissima piscina dove un sacco di ragazzi di tutto il mondo stanno formando una grandissima comunità ragazzi un sacco simpatici, cileni rhodesiani, tedeschi inglesi tutta gente che aveva fatto un certo tipo di scelta: la scelta dell' amore».

 

L'altra realizzazione, stavolta tragica, di quell' utopia "universalista" è stata il comunismo sovietico, con la guerra a tutte le identità nazionali e religiose (oltreché alla proprietà privata) e la deportazione di intere popolazioni nella prospettiva di un mondo tutto sovietizzato e - a quel punto - davvero "senza confini". Tutto profondo rosso. Senza altri colori. L'Urss non c' è più. Né gli hippy. Cambiano le ideologie e i tempi. Ma resta qualcosa di inquietante anche nelle nuove utopie ideologiche.

 

Si ha la sensazione che dietro tutto questo "amore" per le migrazioni di massa - che viene proclamato anche negli alti organismi internazionali - si possa cogliere un' inconfessata ostilità per le nazioni e le identità, un' utopia "ecumenica" che porta all' appiattimento di ogni diversità e storia. Sarebbe un futuro inquietante, certamente tragico e non prospero.

Ultimi Dagoreport

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)

giusi bartolozzi almasri giorgia meloni carlo nordio

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA TRA LE MANI IL CAPRO ESPIATORIO PERFETTO PER LA FIGURACCIA SU ALMASRI: GIUSI BARTOLOZZI, CAPO DI GABINETTO DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, NORDIO. DEL RESTO, È UNA MAIL DELLA “ZARINA” A DIMOSTRARE CHE A VIA ARENULA SAPESSERO DELL’ARRESTO DEL TORTURATORE LIBICO GIÀ DOMENICA 19 GIUGNO, E NON LUNEDÌ 20, COME SEMPRE SOSTENUTO DA NORDIO – DI FRONTE ALL’IPOTETICA CACCIATA DELLA BIONDISSIMA GIUSI, PERÒ, NORDIO S’È SUBITO OPPOSTO: GIAMMAI! D'ALTRONDE LA DECISIONE, SECONDO IL MINISTRO, È STATA PRESA DIRETTAMENTE A PALAZZO CHIGI…