fico di maio di battista

“E’ STATO UN ERRORE DIVENTARE PARTITO” - ROBERTO FICO RANDELLA LA GESTIONE DI MAIO: “LE LINEE POLITICHE VANNO DEFINITE IN MODO COLLEGIALE SENZA RINCORRERE STRATEGIE COMUNICATIVE E UMORI DEL MOMENTO” - L’ASSEMBLEA DEI PARLAMENTARI M5S CHIEDE LA TESTA DI CASALINO, DETTORI E RUBEI - SFOTTO’ PER DI BATTISTA: “E ARRIVATO IL PROFETA…” - CARELLI INFIAMMA I GRILLINI: “CAMBIAMO MINISTRI, ALTRIMENTI FINIAMO COME RENZI...”

Ilario Lombardo per “la Stampa”

 

ALESSANDRO DI BATTISTA - LUIGI DI MAIO - ROBERTO FICO

È una dissezione spietata, di fatto una sconfessione totale della linea politica e della strategia di Luigi Di Maio. Era forse l' analisi del voto più attesa, quella di Roberto Fico, una delle «anime» del M5S evocate dal capo politico per giustificare le mancate dimissioni all' indomani della sconfitta alle europee. Il presidente della Camera non ha tradito le attese. Su Facebook ha fatto un resoconto del suo intervento durante l' assemblea tra i parlamentari e il capo politico.

DI MAIO DI BATTISTA GRILLO FICO

 

Conferma di non aver partecipato al voto di acclamazione chiamato su Rousseau per confermare la leadership di Di Maio, per le stesse ragioni che da sempre lo dividono da lui: «Sono sempre stato contrario alla politica che si identifica in una sola persona. Se il focus resta sulla fiducia da accordare o meno a una figura, e non sui tanti cambiamenti che invece, insieme, occorre porre in essere, non ci potrà essere alcuna evoluzione.

Significa non cambiare niente».

 

filippo roma rocco casalino

Ma è sull'ultimo punto che Fico lascia in eredità al dibattito imminente sulla mutazione che ha in mente Di Maio del M5S: «Occorre domandarsi se diventare, anche nelle forme standard, un partito a tutti gli effetti, con le dinamiche e i limiti che abbiamo sempre ritenuto di dover superare; oppure restare ancorati a una bellissima idea di movimento». La «bella idea di movimento» è quella a cui resta ancorato l' utopia di Fico contrario alla ristrutturazione con una segreteria politica e tutto il contorno classico.

di battista paragone

La radiografia è impietosa.

 

Smonta pezzo dopo pezzo tutto quello che Di Maio ha costruito, lo spirito del suo M5S, umorale e cangiante, quello che ha portato nel giro di quattordici mesi al più grande successo e al più grande tonfo. Parla di identità, perché, confessa, di comprendere a stento «chi siamo oggi».

 

E «proprio per questo - aggiunge - dobbiamo dirci con forza e chiarezza a quali valori e principi aderiamo». Un «percorso identitario» che «ti permette di non perdere mai la rotta anche se attraversi una tempesta».

 

emilio carelli foto di bacco

Non cita mai l' alleato di governo della Lega, da sempre percepito da Fico più come un avversario, ma Matteo Salvini è evocato un po' ovunque quando difende quei valori che «nessuno potrà mai calpestare». Il presidente della Camera parla al cuore di una parte del Movimento, che in realtà non è così maggioritaria. Ma crea comunque un'affinità sentimentale perché è lui a raccogliere forte il grido di frustrazione degli attivisti e degli eletti. Ascolta le richieste, contenute anche in un lungo documento di proposte in mano alla deputata Emanuela Corda. E dice che è da lì che bisogna ripartire, come anche dai suggerimenti della base. È sempre stato il suo orizzonte: «Ascolta di più i territori e il Parlamento» aveva detto a Di Maio prima dell'assemblea, nei colloqui a due avuti con lui.

Augusto Rubei

Al capo politico ha consegnato anche la sua ultima sentenza: «La comunicazione - e non l'informazione - ha fagocitato la politica snaturandola».

 

Fico riafferma il primato della politica e condanna l'ansia da sondaggio dei 5 Stelle. «La trappola» del sentiment della rete, dell' opinione pubblica ondeggiante: «Una comunicazione così fatta è malata». «Le linee politiche vanno definite in modo collegiale senza rincorrere strategie comunicative e umori del momento. E solo dopo comunicare».

 

Per i trecento parlamentari sono parole di sollievo. Perché è proprio sulla comunicazione che l' assemblea si trasforma in un processo alla squadra che circonda il leader. Chiedono la testa dei comunicatori. «Chi ha sbagliato deve pagare». Considerano controproducente la svolta aggressiva contro la Lega a due mesi dal voto. La riorganizzazione passerà anche da una nuova geografia degli incarichi mediatici.

 

PIETRO DETTORI

Alcuni puntano il dito contro Augusto Rubei, portavoce della ministra Elisabetta Trenta, a fianco a Di Maio in campagna elettorale. Ma nel calderone finiscono tutti, Pietro Dettori e anche Rocco Casalino, portavoce del premier, che dovrebbe rimanere molto più a Chigi, almeno finché reggerà il governo. Ancora non è chiaro il ruolo che avrà Alessandro Di Battista.

 

Il mattatore, sospettato di voler indebolire Di Maio per andare al voto e farsi rieleggere, fa un intervento che innervosisce la platea. Si percepisce il gelo attorno a lui, soprattutto tra i nuovi eletti: «E' arrivato il profeta» sussurrano sarcastici. Mentre un tripudio accoglie la proposta di Emilio Carelli di rimescolare le carte di governo, cambiando ministri e sottosegretari: «Altrimenti rischiamo di finire come Matteo Renzi».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)