andrea orlando nicola zingaretti luigi di maio

“SALIAMO AL QUIRINALE E CHIUDIAMOLA QUI” - DAL PD MINACCIANO LA CRISI E QUALCUNO PENSA ADDIRITTURA DI FAR CADERE IL GOVERNO: I PEN-ULTIMATUM DI LUIGI DI MAIO SONO SEMPRE PIÙ INDIGESTI, SOPRATTUTTO SULLA QUESTIONE DELLA PRESCRIZIONE - ORLANDO HA PRONTO UN EMENDAMENTO CHE FAREBBE SALTARE LA NORMA VOLUTA DA BONAFEDE - IN MOLTI AL NAZARENO NON VOGLIONO MORIRE RESPONSABILI, MA I GOVERNISTI PER ORA REGGONO

Goffredo De Marchis per “la Repubblica”

 

orlando zingaretti

«Saliamo al Quirinale e chiudiamola qui». Quando nella sede del Pd qualcuno affaccia l' ipotesi di andare da Sergio Mattarella per fermare le ripetute minacce di Di Maio sulla tenuta del governo scatta davvero l' allarme rosso. L' umore è quello del tipo: "a un passo dalla crisi". Da Bruxelles, dove ha preso contatti con i partiti socialisti europei, Andrea Orlando invoca le «mani libere» sulla prescrizione. «Agli ultimatum si risponde con gli ultimatum. La giustizia non è nel programma di governo. Quindi, i 5 stelle fanno la loro battaglia, noi facciamo la nostra. Basta un emendamento e rimettiamo la prescrizione. Poi, si vota. Vediamo come finisce».

 

roberto speranza nicola zingaretti vincenzo bianconi luigi di maio giuseppe conte

Scontro totale dunque. E basta essere leali a dispetto dei dati di fatto. Le parole di Graziano Delrio a Repubblica erano già molto nette, con il richiamo ai ricatti del capo politico grillino e la possibilità delle elezioni anticipate. «Hai fatto benissimo a dire quelle cose», è stata la reazione di Nicola Zingaretti. «È arrivato il momento di mettere un punto».

 

GRAZIANO DELRIO NICOLA ZINGARETTI ENRICO STEFANOconsultazioni la delegazione del pd paola de micheli paolo gentiloni nicola zingaretti andrea marcucci graziano delrio 1

La suggestione della salita al Colle, in piena sessione di bilancio, si è fermata di fronte al senso di responsabilità di Zingaretti e del Pd (quasi tutto). Soprattutto perché nel frattempo sono arrivati messaggi diplomatici dal fronte grillino che smentivano il titolare della Farnesina. Ieri mattina, attraverso i canali parlamentari, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede si è affrettato a far sapere al Partito democratico che non condivideva i diktat pronunciati in tandem da Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista.

 

Nicola Zingaretti Luigi Di Maio Giuseppe Conte

«Cerchiamo una sintesi e la troviamo. Fatemi avere le vostre proposte », è stato il ramoscello di ulivo porto dal Guardasigilli. Che ha avanzato la stessa richiesta agli altri alleati di maggioranza. Per Leu si è messo al lavoro Federico Conte con un testo sulla durata ragionevole dei processi, come è scritto nella Costituzione. Dove il "fine processo mai" non è previsto.

luigi di maio dario franceschini

 

Zingaretti ha dovuto ricucire lo strappo che si sta allargando anche dentro i dem. Con la linea dura incarnata da Orlando e Goffredo Bettini ormai fiancheggiati dall' iper prudente ex parlamentare Pierluigi Castagnetti contrapposta alla linea morbida di Dario Franceschini, Lorenzo Guerini e gli altri governisti. Ma anche chi sta nell' esecutivo non necessariamente è per la sopravvivenza a ogni costo.

andrea orlando e nicola zingaretti

 

giuseppe conte luigi di maio dario franceschini

«Sulla prescrizione si sta tirando troppo la corda», twitta la sottosegretaria allo Sviluppo Alessia Morani. Dando voce al disagio dei democratici, alla pazienza esaurita, al problema di cosa succederà una volta chiusa la manovra economica. Il famoso 2020 che dovrebbe essere l' anno in cui l' esecutivo spiega le ali. Se ci si arriva sano e salvo. I fronti aperti sono sempre di più. Si attende il ritorno del ministro Roberto Gualtieri da Bruxelles per capire come finisce la riforma del fondo salva-stati. Mercoledì si votano le risoluzioni sul Mes e la maggioranza non può dividersi.

alessia morani

 

Al presidente della Repubblica interessa soprattutto questo passaggio, più della prescrizione o dell' autonomia. Quando è in gioco la credibilità dell' Italia sulla scena internazionale le antenne del Quirinale si drizzano e il capo dello Stato vuole che tutto fili liscio. Ma sulla giustizia il banco può saltare davvero. Walter Verini chiede un impegno «nero su bianco» da sottoscrivere prima dell' anno nuovo, quando scatta la riforma della prescrizione.

CONSULTAZIONI - LA DELEGAZIONE DEL PARTITO DEMOCRATICO DA MATTARELLA - NICOLA ZINGARETTI ANDREA MARCUCCI GRAZIANO DELRIO PAOLO GENTILONI PAOLA DE MICHELI

 

Punto per punto vanno definiti i limiti alla durata dei processi che andrebbero infilati nella delega al governo sul processo penale. Delrio prova a tenere i contatti con i grillini dell' esecutivo e a scongiurare strappi dentro il suo gruppo. «Infilare una norma sulla giustizia nel Milleproroghe?

 

Mi sembra troppo, quel decreto per me non dovrebbe neanche esistere ». Ma Orlando cita espressamente il "Milleproroghe", che si approva solitamente alla fine dell' anno, come uno degli strumenti per mettere con le spalle al muro il M5S. Si mette la fiducia mettendo alla prova la tenuta dei 5 stelle. È un ultimatum, è l' arma finale.

zingaretti di maio

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO