giuseppe conte romano prodi

“SE ANDIAMO AVANTI COSÌ AVRÒ PIÙ PARTITI DI PRODI” - GIUSEPPE CONTE SI GUARDA ALLO SPECCHIO E VEDE L’IMMAGINE DEL MORTADELLA “AFFETTATO” NEL 2008 DOPO DUE ANNI DI ESTENUANTI EQUILIBRISMI – LA CACCIATA DI PARAGONE È UNA BUONA NOTIZIA PER “GIUSEPPI”, MA CON L’AUMENTO DEI GRUPPI AUMENTA L’INSTABILITÀ – L'ASSE RITROVATO CON DI MAIO, CHE HA IL TERRORE DI UNA CAMPAGNIA INCENDIARIA DEL TANDEM PARAGONE/DIBBA…

Ilario Lombardo per “la Stampa”

 

ROCCO CASALINO GIUSEPPE CONTE

Giuseppe Conte è diviso tra vanità e pragmatismo. Fino a qualche giorno fa le voci, che ormai si rincorrono da quasi tre mesi, di gruppi pronti a nascere per stabilizzare il suo governo e neutralizzare le possibili minacce di Matteo Renzi e Luigi Di Maio, lo riempivano di un orgoglio malcelato. Un primo embrione di esercito sul quale edificare il proprio futuro politico sembrava giungere al momento opportuno. Ma Conte è uomo che non rinuncia al realismo e, seppur con ironia, si è lasciato andare a una battuta che dice molto del quadro sempre più frammentario che incornicia il suo governo all' alba del nuovo anno. Si fa dire di quanti partiti si componeva la ormai mitologica coalizione del governo di Romano Prodi nel 2006 e scherza: «Quanti? Dieci? Se andiamo avanti così rischio di raggiungerlo e di superarlo».

 

romano prodi fausto bertinotti

Quel governo durò due anni. Due anni di tensione, di fibrillazioni quotidiane, di equilibrismi estenuanti. Conte li ricorda bene. E, nonostante accolga da sempre con piacere le similitudini con il professore di Bologna, vuole evitare di fare quella fine. «Ulteriori scissioni del M5S - sostiene molto più seriamente - produrrebbero ulteriori partiti. Ogni partito chiede un posto e vuole essere considerato e accontentato. Non riesco a immaginare come fare la prossima legge di Bilancio in queste condizioni».

romano prodi on the beach

 

Un conto, secondo il premier, sarebbe allargare i confini della maggioranza, con un partito di ispirazione liberale composto da fuoriusciti di Forza Italia che, sotto la regia di Gianni Letta, porti a controbilanciare le forze in vista della sempre possibile guerriglia di Renzi. Un altro è la balcanizzazione del M5S.

 

gianni letta e berlusconi

Osservando il disfacimento del Movimento che in un mese ha visto tre senatori passare alla Lega, un ministro, Lorenzo Fioramonti, lasciare il governo e il M5S, e un nome da copertina come Gianluigi Paragone essere messo alla porta, Conte ha capito che il terremoto può arrivare fino a Palazzo Chigi: «Con altri gruppi avremmo solo più instabilità».

 

giuseppe conte luigi di maio

E così il capo del governo ha rassicurato Di Maio di non avere un ruolo attivo nelle manovre che si muovono alle sue spalle. Ovviamente è informato. Anche in linea diretta. I malumori dei grillini infuriati con il capo politico a volte gli arrivano personalmente via telefono. Ma con Di Maio sembra aver ritrovato un' intesa che passa anche dal chiarimento sugli orizzonti di governo. L' avversario è Matteo Salvini.

beppe grillo davide casaleggio giuseppe conte 3

 

In questo senso Conte fatica a nascondere la soddisfazione di non avere più infilata nel fianco la spina di Gianluigi Paragone, portavoce dell' ala più sovranista del M5S, quella che lo ha contrastato sulla riforma del fondo Salva-Stati e sulla legge di Bilancio. Allo stesso modo il premier non può che leggere con rammarico la difesa dell' ex conduttore tv da parte di Alessandro Di Battista, un assaggio delle prossime convulsioni che aspettano il M5S e quindi il governo.

 

GIANLUIGI PARAGONE E ALESSANDRO DI BATTISTA

Anche perché Di Maio, nonostante sembri essersi convertito alle ragioni del prosieguo della legislatura, potrebbe risentire di una campagna incendiaria condotta da Paragone assieme a «Dibba». Con la situazione in Libia sempre più esplosiva, con la riforma della giustizia che rischia di minare ogni residuo di serenità nella coalizione e tutti gli importanti dossier di governo ancora aperti, Conte non può permettersi che il capo politico venga assorbito dal caos interno ai grillini.

di battista paragone

 

giuseppe conte luigi di maio

 

Di Maio potrebbe irrigidirsi ai tavoli negoziali con gli altri partner della maggioranza. A partire dal vertice del 7 gennaio quando si affronterà la delicatissima questione della prescrizione, con il Pd e Italia Viva da una parte e il M5S dall' altra. È questo che teme Conte, molto più delle fuoriuscite a sinistra di eventuali fronde che rimarrebbero comunque a suo sostegno e che faticano a vedere la luce. L' addio di Paragone potrebbe trascinarsi dietro altri filo-leghisti (anche se dentro il M5S ne resterebbero pochi) e lasciare margini sempre più esigui alla maggioranza in Senato.

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?