alessio d'amato nicola zingaretti claudio durigon

“SE D’AMATO NON È IN GRADO DI DIMOSTRARE CHE TUTTO SIA FALSO, DEVE RASSEGNARE LE DIMISSIONI” - IL COORDINATORE DELLA LEGA A ROMA CLAUDIO DURIGON ALL’ATTACCO SULLE INDAGINI DELLA CORTE DEI CONTI CHE RIGUARDANO IL BRACCIO DESTRO DI ZINGA ALESSIO D’AMATO: “SI STA SCOPERCHIANDO IL VASO DI PANDORA DI QUESTA SINISTRA. IL SILENZIO GENERALE CHE ACCOMPAGNA QUESTO SPRECO È GRAVE. E ANCORA DI PIÙ LO È LA SPOCCHIA DI CHI DOVREBBE RESTITUIRE QUESTI SOLDI E INVECE FA LA MORALE E…”

Franco Bechis per “Libero Quotidiano”

 

alessio d'amato 2

Sì, «ho letto con molta attenzione quello che avete scritto e l' indagine della Corte dei Conti sui contributi pubblici usati in modo secondo loro illecito da Alessio D' Amato». Ma Claudio Durigon, ex sottosegretario al Lavoro della Lega, deputato e coordinatore del partito a Roma vuole fare una premessa: «Sono garantista, non voglio passare per uno che punta con facilità l' indice contro altri. Vale anche per un avversario politico come l' assessore alla Sanità della Regione Lazio...».

 

D' accordo, però una idea di quel che è avvenuto se la sarà fatta.

CLAUDIO DURIGON 1

«Assolutamente. Questa indagine della Corte dei Conti sui contributi per altro fa il paio con quelle che riguardano la gestione della sanità nella Regione Lazio guidata da Nicola Zingaretti. C' è la vicenda delle nomine dei dirigenti, quella delle mascherine.

 

Ed ora quella che riguarda D' Amato e la gestione personale di contributi che dovevano andare ad associazioni ed onlus e invece avrebbero preso altra destinazione perseguendo fini politici personali. Si sta scoperchiando il vaso di Pandora di questa sinistra, almeno a leggere queste ultime carte della finanza per la Corte dei Conti.

 

Poi ovviamente i diretti interessati possono fornire la loro spiegazione, e noi la ascolteremmo volentieri. Sono curioso, come sono curioso anche di vedere i passi della magistratura sulla vicenda delle mascherine, con milioni di fondi pubblici versati ad aziende assai improbabili».

 

NICOLA ZINGARETTI

Le vengo dietro. Uno può sbagliare nell' utilizzo o nella contabilità dei fondi pubblici e appunto le indagini debbono appurare se ci sia stato dolo o meno come nel caso D' Amato. E può anche sbagliare nella scelta di aziende per cercare le mascherine in momento di emergenza. Ma quando in un caso come nell' altro davanti alla richiesta e alla urgenza di recuperare quei soldi non si muove un dito, non è più questione di garantismo, le pare?

«Ha perfettamente ragione. È molto imbarazzante assistere a questo menefreghismo. Stiamo parlando di soldi pubblici, che appartengono ai cittadini. Si buttano via con leggerezza e non si recuperano alle casse pubbliche come è dovere fare. Devo dire che anche nella vicenda D' Amato quei soldi andavano già a una associazione molto particolare, però nemmeno per quei fini sono stati spesi».

 

Ecco, se devo dirle anche a me pareva strano che soldi dei contribuenti del Lazio fossero spesi per finanziare una onlus che si batteva contro il disboscamento dell' Amazzonia. Fine nobilissimo, ma che c' entrano i contribuenti laziali con quella missione?

nicola zingaretti mascherina

«Sì, il fine era nobilissimo. Ma ha ragione lei, ci sono altri canali di finanziamento pubblico più adatti per quello. Tanto i fondi non sono stati spesi per quello, ed è appunto la cosa molto, ma molto più grave. Certo adesso bisogna recuperare quella cifra come chiedono i magistrati contabili chiedendola indietro a chi l' ha spesa in modo così difforme».

 

Non sarà così facile, sa? Magari è una coincidenza, ma davanti alla prima richiesta della Corte dei Conti alla Regione Lazio di recuperare quei 275 mila euro, D' Amato ha protetto e reso impignorabili i suoi beni immobili costituendo un fondo patrimoniale insieme alla consorte...

CLAUDIO DURIGON

«(ride) Magari l' ha fatto per proteggerli da altre possibili cause, chi lo sa? Capisco i timori, ma oggettivamente queste azioni si compiono quando si sa che qualche rischio c' è perché qualcosa non quadra come dovrebbe. Però io voglio stare sulle considerazioni politiche, non giudiziarie...».

 

Certo, lei è un politico, non un pubblico ministero. Però qui non stiamo parlando di responsabilità penali, ma civili che è un po' diverso. Quale è il suo ragionamento politico?

nicola zingaretti mascherina

«Semplice: D' Amato avrebbe già da tempo dovuto dare spiegazioni in consiglio regionale del Lazio di questa vicenda. Non l' ha fatto. Ora glielo chiediamo. E se non è in grado di dimostrare che tutto sia falso, allora è doveroso che rassegni le dimissioni dall' incarico che ha. E anche sulle mascherine tutto tace e non viene spiegato nulla...»

 

Ammettiamo che lì li abbiano fregati: fanno la figura dei polli, ma forse non c' è dolo...

«Sì, ammettiamolo. Ma ammettiamo anche che se una cosa così l' avesse fatta il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, sarebbe venuto giù il mondo, no? Lo avrebbero impiccato (figurativo) insieme alle cinque prossime generazioni».

Non ha torto su questo.

 

nicola zingaretti

Ma a me sembra politicamente ancora più stupefacente che dopo avere buttato via i soldi acquistando beni fantasma e finanziando associazioni politiche personali invece che onlus invece di chiedere indietro il dovuto, si faccia finta di niente, no?

«Sì, è la cosa più grave. Come il silenzio generale che accompagna questo spreco di soldi. E ancora più la spocchia di chi dovrebbe restituire quei soldi e invece fa la morale e punta il dito ogni giorno su altri spesso per coprire la propria inefficienza.

 

Mi riferisco proprio all' assessore D' Amato. È incredibile che invece di rispondere delle pecche della sua gestione abbia usato sedi istituzionali come Salute Lazio per attaccare i suoi avversari o altre Regioni: prima la Lombardia che era sotto una pazzesca emergenza sanitaria, ora la Sardegna.

 

alessio d'amato nicola zingaretti

Chi fa politica attacca ed è normale, ma non usa per farlo siti istituzionali che appartengono a tutti e non sono privati. Il personaggio è andato abbondantemente oltre i limiti. Io credo che debba rientrarvi venendo a spiegare in consiglio regionale tutti i punti oscuri e se non ci riesce mi sembrano doverose le dimissioni. Anche per lo stato della sanità nel Lazio».

 

A che si riferisce?

«A una gestione drammatica, con chiusura di molte strutture e ospedali. C' è andata bene durante l' emergenza perché i numeri in Lazio non sono stati alti. Ma quella è fortuna. Perché D' Amato ha fatto scelte politiche e non tecniche anche nella gestione della emergenza, come quelle sugli ospedali Covid, aperti scientificamente dove gli interessava avere consensi politici. Ecco, con un modo di gestire di questo tipo non mi meraviglia proprio quel che ho letto nelle carte della Corte dei Conti».

nicola zingaretti alessio d'amato 2alessio d'amato alessio d'amatoALESSIO D'AMATO alessio d'amato alessio d'amatonicola zingaretti alessio d'amato

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…