salvini di maio

“SE SALTA TUTTO, LA LEGA E’ COLPEVOLE DAVANTI AI MERCATI” - DI MAIO VUOLE LASCIARE LA PATATA BOLLENTE A SALVINI PER UNA EVENTUALE CRISI DI GOVERNO SUL CASO SIRI - LO SFOGO DI GIORGETTI: “SE AVESSIMO ROTTO SULLA TAV, AVREBBE AVUTO UN SENSO, LA LEGA AVREBBE PRESO IL 40 PER CENTO. IL PROBLEMA NON È SIRI. MA AL PROSSIMO GIRO SALVINI ROMPE DAVVERO SU UN TERRENO CHE GLI CONVIENE. HA IMPARATO LA LEZIONE DELLA TAV…”

tria di maio salvini conte

1 - DI MAIO: SE SALTA TUTTO LA LEGA COLPEVOLE DAVANTI AI MERCATI

Federico Capurso per “la Stampa”

 

Più delle convenienze politiche, più della lussuria di potere e del contratto di governo, è la paura dei «mercati» ad allontanare la crisi da palazzo Chigi. «Non reggeremmo l'urto», ripetono in queste ore a Matteo Salvini e a Luigi Di Maio i loro uomini di fiducia, mentre i due - ostinati - schermagliano intorno al destino del sottosegretario leghista Armando Siri, indagato per corruzione. Di Maio, a differenza dell' alleato, è però convinto di avere una strada in discesa di fronte a sè.

 

CONTE E SALVINI

Qualora le dimissioni volontarie di Siri dovessero tardare, mercoledì in Consiglio dei ministri il premier Giuseppe Conte proporrà il "licenziamento" del sottosegretario. I Cinque stelle hanno la maggioranza in Cdm e potrebbero quindi forzare. Certo, si augurano di non arrivare a tanto. Ma se non ci fossero alternative, «se si spaccasse il Cdm su Siri - sottolinea Di Maio ospite a "1/2 ora in più" - non chiederemo noi la crisi di governo». Il cerino deve rimanere in mano a Salvini - ragiona in privato il capo politico del Movimento - e «dovrà essere lui a prendersi la responsabilità di far saltare il banco, con tutte le conseguenze che ci saranno sui mercati».

MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO COME BUD SPENCER E TERENCE HILL

 

Il fantasma dello spread ha già fatto capolino nelle ultime settimane. È tornato a livelli di guardia - come hanno notato gli esperti economici del governo - nei giorni che hanno preceduto il giudizio sui nostri conti dell' agenzia Standard & Poor's. Se prima o dopo le Europee si aprisse una crisi - con la pausa estiva alle porte e una manovra a dir poco complicata sulla quale lavorare in autunno - gli effetti sui conti pubblici sarebbero più che negativi.

 

MARIO DRAGHI E GIOVANNI TRIA

«Non ci vogliamo neanche pensare», commentano dal ministero dell' Economia.

Lo scenario non piace nemmeno al potente sottosegretario di palazzo Chigi Giancarlo Giorgetti, vicino al presidente della Bce Mario Draghi e uomo di raccordo della Lega con i grandi fondi di investimento che detengono il debito pubblico italiano.

 

A poco servirebbero i suoi tentativi di sedare i mercati, le sue rassicurazioni a Pimco, BlackRock, Norges bank, ai fondi di Dubai, Singapore, cinesi e sauditi, come aveva fatto a cavallo tra novembre e dicembre scorsi, nell' ipotesi di una crisi di governo una volta scavallato il 2019. In primavera c'erano i tempi tecnici per intervenire con la costruzione di una nuova maggioranza o, nel caso, tornare al voto.

 

DANILO TONINELLI LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI

«Ma ora siamo troppo in là - ragiona Di Maio con i suoi colonnelli -, non ci sono le condizioni. È un gioco che la Lega non può più fare». Ecco perché il leader M5s è convinto che Siri si dimetterà prima di mercoledì. E partendo da questa convinzione, continua a mordere le caviglie dell' alleato. Nei confronti dei migranti «fa il forte con i deboli, ma questo è il momento di avere davvero coraggio», punge il grillino. Salvini, senza troppi giri di parole, viene prima accostato alla «casta», poi invitato a «tirar fuori le palle» e dare il ben servito al suo sottosegretario. «Tappatevi la bocca», ringhia il segretario del Carroccio.

 

LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI

Ma Di Maio cerca ancora di infilzarlo: «Con la corruzione non ci si tappa la bocca. Si chiede alle persone di mettersi in panchina». Ormai siamo alle provocazioni quotidiane, agli insulti, alle minacce. E l' unica forza in grado di tenere insieme le due anime di questo governo - per assurdo - sembra essere la paura dei mercati. Quegli stessi mercati che chi professa il cambiamento diceva di odiare.

 

2 - LO SFOGO DI GIORGETTI: LO SCONTRO SULLA TAV ERA UNA BUONA OCCASIONE PER ROMPERE

Amedeo La Mattina per “la Stampa”

 

GIORGETTI E SALVINI

Cosa succederà mercoledì al Consiglio dei ministri è uno spartito già scritto. Il premier Giuseppe Conte e Luigi Di Maio tirano dritti, non mollano: il sottosegretario Armando Siri dovrà dimettersi. I 5 Stelle sanno che su questa vicenda Matteo Salvini non può aprire una crisi di governo, anzi lo sfidano ad intestarsi la fine dell'esperienza gialloverde su un caso giudiziario, su quella che loro considerano una questione di poltrone. Il leader della Lega non ha alcuna intenzione di commettere questo errore.

 

«Il problema non è avere un sottosegretario in più o in meno ma il rischio di tirare a campare per altri quattro anni con le chiacchiere». La rottura ci sarà non su Siri. Non è questo il tema giusto. Il ministro dell'Interno attende di capire se gli alleati continueranno a fare le barricate sull' autonomia regionale, sulla flat tax, sulle procedure che servono a rilanciare le opere pubbliche, sulla revisione degli studi di settore.

salvini di maio

 

«Ridurre le tasse per famiglie e le imprese è una questione di adesso e va affrontata subito, non l'anno prossimo», afferma Salvini che non è disposto a rinviare, tergiversare, bloccare l'economia. «Non sono più disposto a fare sconti a nessuno», è il mantra del ministro dell'Interno. Giancarlo Giorgetti lo ha detto in maniera chiara.

 

Lo ripete a tutti gli interlocutori con i quali ha avuto modo di parlare di recente: «Se avessimo rotto sulla Tav, avrebbe avuto un senso, la Lega avrebbe preso il 40 per cento. Il problema non è Siri. Ma al prossimo giro Salvini rompe davvero su un terreno che gli conviene. Ha imparato la lezione della Tav». Bisogna tenere i nervi saldi, non reagire in maniera scomposta alle provocazioni. Anche perché dopo le dimissioni di Siri ci potrebbero essere altri casi in cui i 5 Stelle alzeranno la «bandiera giacobina» del giustizialismo.

 

ARMANDO SIRI MATTEO SALVINI

 Alla fine del mese arriverà la sentenza per il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi e se sarà di condannato già c' è chi, come il ministro del Sud Barbara Lezzi, annuncia che verranno chieste le sue dimissioni. Al Mit non rimarrebbe nessuno della Lega, aprendo un problema molto pesante perchè da quel ministero guidato da Danilo Toninelli passa tutto ciò che dovrà sbloccare i cantieri e dare impulso ai lavori pubblici.

 

Saranno le questioni economiche lo spartiacque che metterà la parola fine al governo Conte. Salvini non ha fiducia nel premier, non lo considera più super partes. È stufo degli insulti che arrivano dagli alleati. «Gli amici dell' M5s pesino le parole. Se dall' opposizione insulti e critiche sono ovvie, da chi dovrebbe essere alleato no.

 

matteo salvini luigi di maio

La mia parola è una - dice il ministro dell' Interno - e questo governo va avanti cinque anni, basta che la smettano di chiacchierare. Mi dicono "tiri fuori le palle"? Ricevo buste con proiettili per il mio impegno contro la mafia. A chi mi attacca dico tappatevi la bocca, lavorate e smettete di minacciare il prossimo. È l' ultimo avviso».

 

Di Maio non frena, anzi provoca l' alleato. Gli dice che non ha alcuna intenzione di tapparsi la bocca di fronte alla corruzione. «Il tema è semplice: Siri persona poteva fare un passo indietro e chiedo che lo faccia prima del Consiglio dei ministri. Ma perché dobbiamo arrivare a questo punto?», chiede il leader M5S che poi allontana ancora l' approvazione dell' autonomia regionale. Un tema, questo, che per la Lega è una veramente dirimente. «Io dico non facciamo in fretta e non facciamo pasticci. Non voglio creare una scuola o una sanità di serie e di serie B. La coesione nazionale - spiega Di Maio deve essere al centro di questo progetto, prendiamoci qualche settimana in più e facciamo questo progetto seriamente».

ARMANDO SIRI

 

I leghisti non ci stanno. Dicono che l' autonomia è ferma da mesi e i 5 Stelle vogliono pure che passi attraverso il voto decisivo del Parlamento, cambiando gli accordi che le Regioni come il Veneto e la Lombardia hanno preso con il governo.

 

L' ultimo avviso di Salvini, confidano nel Carroccio, non è un colpo sparato a salve. Il redde rationem vero sta arrivando e non sarà su Siri ma su argomenti forti, economici, essenziali per l' economia del Paese. Ma c' è anche un altro aspetto che nella Lega comincia essere valuto. Si attende di vedere il risultato delle Europee: se sarà superiore al 30%, Salvini potrebbe avere la tentazione di andare al voto anticipato. Non è detto che continuando a stare con i 5 Stelle questa percentuale rimanga altrettanto alta.

Ultimi Dagoreport

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE...