giorgia meloni.

“SI STANNO MUOVENDO UNA SERIE DI THINK TANK DELLA SINISTRA ITALIANA CHE VANNO IN GIRO PER DIRE CHE SE VINCE LA MELONI L'ITALIA VIENE RISUCCHIATA DA UN BUCO NERO” – GIORGIA MELONI HA CAPITO CHE C’E’ UN MONDO, A PARTIRE DAI SUOI ALLEATI, CHE FARA’ DI TUTTO PER AZZOPPARLA: “QUESTO GIOCO DI TERRORIZZARE I MERCATI HA UNO SCOPO: CHE IL CENTRODESTRA PERDA E LA SINISTRA POSSA GOVERNARE SULLE MACERIE. DRAGHI? FORSE VOLEVA ANDARSENE SAPENDO CHE L'AUTUNNO SARÀ DURO - IL DISCORSO AL COMIZIO DI VOX? CAMBIEREI IL TONO, NON IL CONTENUTO - LA LOBBY LGBT, NON È LA COMUNITÀ OMOSESSUALE, SONO COSE DIVERSE - LA QUESTIONE FASCISMO? IO SONO STATA SEMPRE CHIARA…”

Francesco Olivo per “la Stampa”

GIORGIA MELONI

 

La vittoria, lo dicono i sondaggi, potrebbe essere vicina, e allora Giorgia Meloni diventa prudente: niente polemiche con gli alleati, messaggi rassicuranti all'estero e una condizione chiara: «Chi prende più voti andrà a Palazzo Chigi».

 

Presidente Meloni, siete pronti?

«Io sono pronta, Fdi lo è. Non immaginavamo una campagna elettorale in agosto. Ma da tempo lavoriamo alla costruzione di un programma. A differenza della sinistra non ci dobbiamo inventare un'identità. Le nostre proposte si conoscono, si tratta di ribadirle».

 

GIORGIA MELONI ANTONIO TAJANI MATTEO SALVINI

Lei chiedeva da tempo di andare a votare. È soddisfatta?

«In una fase così delicata sarebbe stata meglio un'uscita ordinata dalla legislatura. La fine rocambolesca dà una brutta immagine. Le cose sono andate così e sono comunque contenta che gli italinani possano andare a votare».

 

Lei, dall'opposizione, ha sempre avuto un buon rapporto con Draghi. Vi siete parlati?

«Non ancora. Ma ci sentiremo presto, il rapporto è sempre stato leale».

comizio di giorgia meloni dopo il voto al senato su draghi 3

 

Come pensa sia uscito da questa vicenda?

«Non ho capito tutte le sue mosse. Era evidente che fosse stufo delle liti Prima si è dimesso, poi ha deciso di tornare indietro. Fin qui c'è una logica. Da quel punto in poi non mi è chiara la strategia: lui ha preso in considerazione l'ipotesi di andare avanti senza il M5S, ma allora perché nel discorso se l'è presa con un'altra parte della sua maggioranza? Non puoi pensare che arrivi in Aula, meni tutti e gli altri ti dicano "bravo"».

GIORGIA MELONI.

 

Come se lo spiega?

«Una parte di me è convinta che Draghi volesse andarsene».

 

Perché andarsene?

«Forse perché, sapendo che l'autunno sarà duro, non voleva vedere l'arrivo della tempesta da Palazzo Chigi».

 

GIORGIA MELONI E IL CARTELLO ELEZIONI SUBITO

Quell'autunno caldo, in caso di vostra vittoria, toccherà gestirlo a voi. Ieri Berlusconi ha aperto la campagna elettorale dicendo di alzare le pensioni minime a mille euro. Salvini parla di condono fiscale. Sono promesse opportune?

«Il centrodestra può vincere le elezioni, ma governerà in una fase complessa. Ogni partito ha un programma di partenza, ma essendo la condizione difficile, e avendo buone chance di vittoria, nel programma comune dovremmo concentrarci sulle cose che si possono fare. Meglio mettere una cosa in meno, che una in più che non si può realizzare».

 

Lei ieri ha visto Berlusconi, avete parlato di nomi? È vero che volete coinvolgere il presidente della Confindustria Carlo Bonomi?

giorgia e arianna meloni con la madre

«È presto per parlarne. Ho dei nomi in testa. Ma sono cose che si discutono con gli alleati, non mi piace fare totonomi, perché è un lavoro molto serio».

 

Al di là dei nomi, che profili state seguendo?

«Non sono disponibile a fare una brutta figura. Se andassimo al governo dovremmo prendere tutto il meglio che c'è. Senza pregiudizi».

 

GIORGIA MELONI

Andare al voto comporta dei rischi?

«No. Abbiamo una verifica a metà settembre per la rata del Pnrr, se non otteniamo dei soldi è perché il governo non ha lavorato bene».

 

Per prendere i soldi ci sono delle riforme da fare.

«E noi garantiremo la nostra disponibilità affinché si arrivi alle scadenze in tempo utile. Il fatto che non avremo i soldi per colpa delle elezioni è una bugia».

 

Un articolo del New York Times la dipinge come un pericolo per l'Italia.

«Non ha nessun senso. È la classica cosa imbeccata».

il comizio di giorgia meloni per vox, in spagna 1

 

Da chi?

«Si stanno muovendo una serie di think tank della sinistra italiana che vanno in giro per dire che se vince la Meloni l'Italia viene risucchiata da un buco nero. Una strategia irresponsabile. . Come si è dimostrato con la posizione di FdI sull'Ucraina non c'è nulla da temere. Questo gioco di terrorizzare i mercati ha uno scopo».

 

Quale?

«Che il centrodestra perda e la sinistra possa governare sulle macerie».

 

Lei dice sempre di non dover esibire patenti, ma non trova normale che all'estero si cerchino rassicurazioni su un partito che si propone di governare?

giorgia meloni 4

«Chi ha la pazienza di approfondire chi siamo non ha bisogno di essere rassicurato. Certo, quando ti candidi a governare la nazione devi far sapere cosa vuoi fare. Anche per fare controinformazione contro un racconto interessato. Non ho problemi a confrontarmi nel merito con nessuno».

 

Crede di essere riuscita a rassicurare gli ambienti di cui parla?

«Ultimamente mi è capitato di incontrare manager e industriali, sono consessi dove si presume che la gente sia terrorizzata da me. Io ho parlato loro di cose concrete, per esempio delle catene di approvvigionamento dell'Italia, ovvero le grandi questioni dei nostri tempi. Alla fine mi guardavano come per dire, "non sei quella che ci aspettavamo"».

giorgia meloni 3

 

Perché avete votato contro il Pnrr?

«Non abbiamo votato contro, ci siamo astenuti perché siamo persone serie. Un documento che impegna 250 miliardi non lo voti a scatola chiusa. E il governo lo ha presentato in aula un'ora prima dell'inizio della discussione. Oggi che l'ho letto, aggiungo che l'Italia non sta usando quelle risorse per i campi dove siamo più competitivi degli altri».

 

Come si fa a garantire che quella coalizione litigiosa che abbiamo visto fino a pochi giorni fa ora possa governare cinque anni il Paese?

«Come abbiamo garantito che governasse bene nelle amministrazioni locali. Il cortocircuito era generato dal fatto di essere in parte all'opposizione e in parte in maggioranza».

 

giorgia meloni 2

Su cosa vi dovete chiarire?

«Con i problemi che incontreremo, non potremmo preoccuparci l'uno dell'altro. O si vince o si perde insieme. Non avrebbe senso fare una campagna elettorale pensando più a fare la polemicuccia tra di noi».

 

Se Fratelli d'Italia sarà il primo partito toccherà a lei andare a Palazzo Chigi?

«Questa regola ha sempre funzionato: chi vince governa. Non abbiamo nemmeno il tempo di cambiarla».

 

I suoi alleati non sono così chiari su questo punto.

«Spero che non sia così. Confido che si mettano da parte i tatticismi. Noi dobbiamo fare quello che la sinistra sa fare: compattarsi per battere l'avversario. L'avversario è il Pd e spero che gli altri mi diano una mano a batterlo».

giorgia meloni al voto referendum sulla giustizia

 

Rifarebbe il discorso al comizio di Vox?

«Cambierei il tono, non il contenuto, perché quelle sono cose che ho detto molte volte. Quando dici cose decise vanno dette con un altro tono».

 

Se n'è accorta subito?

«Quando mi sono rivista non mi sono piaciuta. Quando io sono molto stanca, mi capita di non riuscire a modulare un tono appassionato che non sia aggressivo».

 

E le accuse alla lobby Lgbt?

«La lobby, non è la comunità omosessuale, sono cose diverse».

giorgia meloni 1

 

È stato difficile prendere una posizione così netta a sostegno dell'Ucraina?

«È stata una delle decisioni più facile della mia vita».

 

Il suo elettorato ha dei dubbi a leggere i sondaggi.

«Vale per tutti i partiti. La gente può vedere l'Ucraina come una lontana e dice "perché dobbiamo caricarci altri problemi?". Ma la politica deve essere seria. Quello che oggi ti sembra di poter utilizzare come cassa elettorale, domani lo paghi dieci volte. Agli elettori va spiegato».

 

matteo salvini giorgia meloni federico sboarina

Come si concilierà questa posizione con quella della Lega, assai critica con la politica estera del governo Draghi? Dovrete governare insieme.

«La politica estera di un governo a guida Fratelli d'Italia resterà quella di oggi. Per me è una condizione. E non credo che gli altri vogliano metterla in discussione».

 

La Lega non vuole mandare le armi. Berlusconi ammicca alla Russia..

«Noi non decidiamo il destino dell'Ucraina. Se noi non mandiamo le armi, l'Occidente le continuerà a mandare, e ci considereranno un Paese poco serio. Il problema sarà nostro. Bisogna essere lucidi: non possiamo pensare di essere neutrali senza conseguenze».

GIORGIA MELONI

 

La questione fascismo tornerà nella campagna elettorale?

«Facciano pure. Io sono stata sempre chiara. Gli italiani che pensano che Giorgia Meloni porterebbe un regime al governo possono votare il Pd. Quelli che pensano che FdI possa difendere la nazione e i suoi cittadini, votino Fratelli d'Italia».

 

All'estero però il tema esiste, lei pensa di affrontarlo con nettezza?

«Perché noi dobbiamo passare sempre dal via? Per la sinistra non basta mai. Quando Fini fece tutti i passaggi che fece, io stavo in Alleanza Nazionale e non me ne sono andata. Io sono una persona che dice quello che pensa. Nella vita ho sempre detto quello che pensavo, e l'ho pagato spesso. Se pensassi che in Italia dovesse tornare un regime lo direi. Invece ho fatto solo battaglie per la democrazia e la libertà».

GIORGIA MELONI

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...