conte zingaretti

“SIAMO ARRIVATI A QUESTO PUNTO PERCHÉ PER L'ENNESIMA VOLTA CONTE HA DECISO DI RINVIARE” - ZINGARETTI RANDELLA “GIUSEPPI” SULL’ENNESIMA EMERGENZA MIGRANTI: “LA NON GESTIONE DI QUESTO TEMA HA RIDATO FIATO A SALVINI E ORA LO STIAMO RINCORRENDO. NON C'È STATA UNA POLITICA PER L'IMMIGRAZIONE” - SOLO ORA CHE GLI SBARCHI SI MOLTIPLICANO E I MIGRANTI FUGGONO ALLA SORVEGLIANZA SANITARIA, CONTE SI È ACCORTO DEL PROBLEMA: “NON SI ENTRA IN ITALIA IN QUESTO MODO”

Marco Galluzzo e Maria Teresa Meli per “il Corriere della Sera”

 

nicola zingaretti giuseppe conte

A Palazzo Chigi è quasi allarme rosso, l'ondata quotidiana di sbarchi dalla Tunisia ha alzato il livello di guardia e costretto il governo ad una serie di riunioni, in contatto con le istituzioni tunisine, per cercare di rinforzare la risposta italiana al rischio di una fuga incontrollata dal Paese africano. In un clima di collaborazione crescente fra i due Paesi ieri a Palazzo Chigi si è tenuta una riunione congiunta con i vertici della Farnesina e del Viminale e si è messa a punto una strategia articolata in più punti: è stato raggiunto un accordo di massima con le autorità tunisine per i rimpatri di immigrati irregolari, con due voli settimanali in grado di far rientrare a Tunisi 80 irregolari a settimana, dunque 320 persone al mese.

 

Nello stesso tempo il governo sta offrendo un ventaglio di opzioni ai tunisini che consiste essenzialmente in training delle autorità di costiera, fornitura di mezzi radar di controllo delle coste e, ma al momento è solo un'ipotesi, controllo congiunto dei confini marittimi.

 

lamorgese

Insomma dopo il viaggio del ministro dell'Interno Luciana Lamorgese in Tunisia, che fra pochi giorni potrebbe essere bissato da una visita del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, l'Italia sta cercando in tutti i modi di chiudere il rubinetto degli sbarchi e anche provando ad abbozzare una sorta di modello libico, che in questo caso però lega anche gli aiuti italiani alla cooperazione alla fattiva collaborazione delle autorità tunisine.

 

Ieri il capo del governo, accusato soprattutto dal Pd di essere intervenuto in ritardo rispetto all'emergenza, ha sposato la linea della durezza: «Non si entra in Italia in questo modo e soprattutto in questo momento di fase acuta non possiamo permettere che la comunità internazionale sia esposta ad ulteriori pericoli non controllabili. Ci sono migranti che tentano di sfuggire alla sorveglianza sanitaria: non ce lo possiamo permettere. Dobbiamo essere duri e inflessibili. Stiamo collaborando con le autorità tunisine. È quella la strada», ha aggiunto il premier.

 

giuseppe conte luigi di maio

«Io stesso ho scritto una lettera al presidente tunisino e sono contento che abbia fatto visita ai porti per rafforzare la sorveglianza costiera: dobbiamo contrastare i traffici, dobbiamo contrastare l'incremento degli utili da parte dei gruppi criminali che alimenta questi traffici illeciti. Dobbiamo continuare in questa direzione, dobbiamo intensificare i rimpatri. Abbiamo fatto una riunione con i ministri competenti con cui siamo ancora in quotidiano contatto, con Di Maio, con la ministra Lamorgese, il ministro Guerini, la ministra de Micheli, stiamo lavorando per evitare che questi traffici possano continuare. In questo momento di fase acuta non possiamo permetterci che la comunità nazionale corra ulteriori pericoli».

 

migranti a lampedusa

Ma non tutti sono soddisfatti. Nicola Zingaretti non è affatto convinto del modo in cui il governo sta gestendo l'emergenza migranti. «Siamo arrivati a questo punto perché per l'ennesima volta Conte ha deciso di rinviare. La non gestione di questo tema ha ridato fiato a Salvini e ora lo stiamo rincorrendo», si sfoga con i suoi. Il problema, secondo il segretario del Pd, è che «non c'è stata una politica per l'immigrazione. Per questo io non ce l'ho con Lamorgese, il problema è più complesso e ampio», spiega il presidente della regione Lazio ai collaboratori. Dunque è sul presidente del Consiglio che si appuntano gli strali del Nazareno: «Qui - continua lo sfogo di Zingaretti - non si vuole capire che la politica sull'immigrazione non può essere solo una questione di repressione e sicurezza. Bisogna avere un'idea di politica economica e di politica estera. Ma tutto ciò manca».

migranti a lampedusa 2

Ultimi Dagoreport

dagospia 25 anni

DAGOSPIA, 25 ANNI A FIL DI RETE - “UNA MATTINA DEL 22 MAGGIO 2000, ALL’ALBA DEL NUOVO SECOLO, SI È AFFACCIATO SUI COMPUTER QUESTO SITO SANTO E DANNATO - FINALMENTE LIBERO DA PADRONI E PADRINI, TRA MASSACRO E PROFANO, SENZA OGNI CONFORMISMO, HAI POTUTO RAGGIUNGERE IL NIRVANA DIGITALE CON LA TITOLAZIONE, BEFFARDA, IRRIDENTE A VOLTE SFACCIATA AL LIMITE DELLA TRASH. ADDIO AL “POLITICHESE”, ALLA RETORICA DEL PALAZZO VOLUTAMENTE INCOMPRENSIBILE MA ANCORA DI MODA NEGLI EX GIORNALONI - “ET VOILÀ”, OSSERVAVA IL VENERATO MAESTRO, EDMONDO BERSELLI: “IL SITO SI TRASFORMA IN UN NETWORK DOVE NEL GIOCO DURO FINISCONO MANAGER, BANCHIERI, DIRETTORI DI GIORNALI. SBOCCIANO I POTERI MARCI. D’INCANTO TUTTI I PROTAGONISTI DELLA NOSTRA SOCIETÀ CONTEMPORANEA ESISTONO IN QUANTO FIGURINE DI DAGOSPIA. UN GIOCO DI PRESTIGIO…”

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…