giuseppe conte paolo gentiloni roberto gualtieri

“SPESE INUTILI NON CE LE POSSIAMO PERMETTERE” – ANCHE GENTILONI PER UNA VOLTA ABBANDONA IL SUO LINGUAGGIO FELPATO E A UN CONVEGNO MANDA UN MESSAGGIO A CONTE E GUALTIERI – A BRUXELLES, PIÙ CHE PER LA CRISI POLITICA, SONO PREOCCUPATI DALL’IMMOBILISMO E DAI CONTINUI RINVII DI OGNI RIFORMA. IL RECOVERY È L'ULTIMA OCCASIONE. SE VA MALE ANCHE QUESTA VOLTA, OLTRE AI MILIARDI DELL'UE, PERDEREMO ANCHE OGNI CHANCE DI CAMBIARE QUESTO DISGRAZIATO PAESE

 

Andrea Bassi per “il Messaggero”

 

paolo gentiloni valdis dombrovskis

Paolo Gentiloni, commissario europeo agli Affari economici, di solito usa un linguaggio felpato. Anche ieri, intervenendo a un convegno intitolato «Investimenti e lavoro nel piano Next generation Eu», organizzato dall'Università Cattolica del Sacro Cuore e dal Cnel, lo ha fatto.

 

conte ursula

Salvo in un passaggio, sottolineato anche dal tono della voce. «Spese inutili», ha detto il Commissario europeo, «non ce le possiamo permettere». Si parlava di Recovery, della fase di emergenza e della necessità per i governi, come ha detto Gentiloni, «di progettare l'avvenire».

 

GIUSEPPE CONTE PAOLO GENTILONI ROBERTO GUALTIERI

Per decrittare però, l'inciso sulle «spese inutili» evocate da Gentiloni, e capire le preoccupazioni che agitano Bruxelles e le cancellerie europee, bisogna far riferimento ad un altro intervento. Quello di Marco Buti, il gran commis europeo che di Gentiloni è capo di gabinetto. Tenendo una lectio magistralis on line, Buti ha parlato di tre possibili esiti dei Piano di ripresa e resilienza che l'Italia sta preparando.

 

MARCO BUTI

La «soluzione A», ha spiegato, sarebbe «avere il supporto dei cittadini insieme alla implementazione di un piano che metta fortemente l'accento sulle due R di ripresa e di resilienza», la tentazione «sarà invece, temo», ha detto Buti, «di andare per la soluzione B, che è quella di guadagnare il supporto dei cittadini attraverso bonus, piccoli progetti a pioggia, e così via.

 

giuseppe conte roberto gualtieri

La mia considerazione», ha proseguito il capo di gabinetto di Gentiloni, «è che la soluzione B non sia un equilibrio stabile, e il rischio quindi è che si scivoli su una soluzione C in cui le riforme in realtà sono non scelte ma un po' imposte». Dunque, ha concluso l'economista, «lavoriamo tutti e speriamo che il dibattito di questi giorni conduca, con un soprassalto di lungimiranza, ad andare per la soluzione A».

 

MERKEL URSULA VON DER LEYEN

Il mondo politico, impegnato nel tentativo di rimettere insieme i cocci e dare presto un nuovo governo al Paese, probabilmente avrà fatto poco caso alle parole di Buti che vede le riforme «imposte anche dal mercato nei prossimi mesi e nel prossimo anno». Dopo 132 miliardi di deficit, con il debito al 158% del Pil, si tratta di un messaggio inquietante.

 

IL PASSAGGIO

Ma è anche vero che a Bruxelles non solo guarda preoccupata alla crisi politica italiana, ma anche all'immobilismo e ai continui rinvii di ogni riforma chiesta al Paese da anni. Persino Quota 100, la riforma per il pensionamento a 62 anni con 38 di contributi, voluta dal primo governo Conte e invisa alla Commissione , rischia di contribuire ai dubbi sui programmi italiani. La misura scade alla fine di quest' anno, ma già si parla di una possibile proroga.

 

IL VERO NODO

GIUSEPPE CONTE URSULA VON DER LEYEN

Ma il vero nodo, lo ha sottolineato ancora Gentiloni, oltre alle riforme, riguarda «l'attuazione e l'esecuzione del piano». Punto sul quale, ha detto il commissario, bisogna fare «ulteriori progressi». Nel ciclo di audizioni alla Camera sul Recovery che si è tenuto ieri, il punto della governance lo hanno sottolineato un po' tutti. Lo ha fatto il presidente dell'Istat Gian Carlo Blangiardo.

 

Lo ha ribadito il direttore generale di Confindustria Francesca Mariotti, che ha chiesto di «creare team dedicati coinvolgendo le parti sociali», oltre a rimarcare il fatto che, secondo viale dell'Astronomia, il Recovery «manca di una visione di politica industriale». Una linea che, per un certo verso, è stata condivisa anche dalla Svimez. Il presidente Adriano Giannola, ha spiegato che il piano italiano rischia di essere «uno scatolone di progetti senza una linea chiara strategica».

URSULA VON DER LEYEN ANGELA MERKEL

 

E se non si mette in moto il motore del Mezzogiorno rischia di essere un fallimento. Il presidente dell'Anci, il sindaco di Bari Antonio Decaro, ha chiesto invece che i Comuni, ai quali farebbero capo 43 miliardi di risorse, possano avere finanziamenti diretti e risorse per gestirli. Le parti sociali, il cui coinvolgimento è stato chiesto anche dallo stesso Gentiloni, hanno iniziato a far sentire la loro voce. Solo che senza un governo, almeno per il momento, non c'è nessuno che la possa ascoltare.

Ultimi Dagoreport

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”