henry kissinger

“GLI STATI UNITI SONO SULL’ORLO DI UNA GUERRA CON RUSSIA E CINA” – L’ANALISI DELL’EX SEGRETARIO USA HENRY KISSINGER – “LA CRISI È STATA IN PARTE CREATA DA NOI AMERICANI. ADESSO È IMPOSSIBILE DIRE SE RIUSCIREMO A DIVIDERE MOSCA E PECHINO E A FAR SÌ CHE DIVENTINO AVVERSARI TRA LORO. TUTTO QUELLO CHE POSSIAMO FARE È NON ACUIRE LE TENSIONI" – SUL CONFLITTO IN UCRAINA KISSINGER PRONOSTICA UN'INTESA CHE PRESERVI LE CONQUISTE RUSSE RISALENTI ALLA SUA INCURSIONE INIZIALE DEL 2014, QUANDO CI FU L'ANNESSIONE DELLA CRIMEA E DI ALCUNE ZONE NELLA REGIONE DEL DONBASS. E SULL’ENTRATA DI KIEV NELLA NATO… - IL LIBRO

Testo di Laura Secor pubblicato da La Stampa

 

henry kissinger

A novantanove anni, Henry Kissinger ha appena pubblicato il suo diciannovesimo libro intitolato Leadership: Six Studies in World Strategy. Si tratta di un'analisi della visione e dei successi storici di un pantheon quanto mai diversificato di leader del secondo Dopoguerra: Konrad Adenauer, Charles De Gaulle, Richard Nixon, Anwar Sadat, Lee Kuan-Yew e Margaret Thatcher.

 

Nel suo ufficio di Midtown Manhattan, in una soffocante giornata estiva, Kissinger mi racconta che negli anni Cinquanta, «prima di impegnarmi in politica, mi riproponevo di scrivere un libro sul processo di pace e la fine della pace nel XIX secolo, a cominciare dal Congresso di Vienna. Poco alla volta ho iniziato a scriverlo e mi sono ritrovato con un terzo del libro dedicato a Bismarck. Avrebbe dovuto concludersi con lo scoppio della Prima guerra mondiale». Il suo ultimo libro, ha aggiunto, «è una specie di continuazione di quello, non è soltanto una riflessione sui nostri tempi».

KISSINGER COVER

 

Tutti i sei personaggi politici delineati in Leadership, dice l'ex segretario di Stato, furono influenzati da quella che lui chiama la "Seconda guerra dei Trent' anni", il periodo compreso tra il 1914 e il 1945 che contribuì a plasmare il mondo che sarebbe venuto dopo. Dagli anni Cinquanta, quando era uno studioso di Harvard che scriveva di strategia nucleare, Kissinger ha sempre concepito la diplomazia come un'azione di equilibrio tra le grandi potenze ottenebrata dalla possibilità di una catastrofe nucleare. Nella sua ottica, il potenziale apocalittico della moderna tecnologia delle armi fa del mantenimento dell'equilibrio tra potenze ostili - per quanto sia un'operazione assai difficile - un imperativo categorico superiore nelle relazioni internazionali.

 

Henry Kissinger e Vladimir Putin

«Dal mio punto di vista, l'equilibrio ha due componenti primarie - conferma -. Il primo è l'equilibrio di potere, con l'accettazione della legittimità di valori talvolta contrastanti. Infatti, se credi che il fine ultimo di ogni tua azione debba essere l'imposizione dei tuoi valori, allora l'equilibrio secondo me diventa impossibile. Quindi il primo è una sorta di equilibrio assoluto». L'altro, prosegue, «è l'equilibrio nei comportamenti, il che significa che esistono limiti all'esercizio delle proprie competenze e del proprio potere in relazione a ciò che è indispensabile all'equilibrio complessivo». Ottenere un connubio perfetto esige «una capacità quasi artistica».

 

Kissinger ammette che l'equilibrio, per quanto indispensabile, di per sé non è un valore.

«Possono verificarsi situazioni nelle quali la convivenza è moralmente impossibile», osserva. «Per esempio, è il caso di Hitler. Con Hitler era del tutto inutile discutere di equilibrio, anche se provo qualche simpatia per Chamberlain se pensò di dover guadagnare tempo in vista di una prova di forza che egli supponeva inevitabile in ogni caso». Da Leadership trapela in parte la speranza di Kissinger che gli statisti americani contemporanei riescano a fare proprie le lezioni dei loro predecessori. «Penso che questo periodo sia caratterizzato da notevoli difficoltà a decidere la direzione da imboccare», ribadisce: «Si reagisce in modo istintivo all'emozione del momento».

JOE BIDEN HENRY KISSINGER

Gli americani sono riluttanti a separare l'idea di diplomazia dal concetto di fondo della "relazione personale con l'avversario". Tendono, insomma, a considerare i negoziati - mi dice - in termini missionari, più che psicologici, cercando di convertire o di condannare i loro interlocutori invece di approfondirne e capirne la mentalità.

Kissinger pensa che il mondo di oggi stia rasentando i limiti di uno squilibrio pericoloso.

«Siamo sull'orlo di una guerra con la Russia e la Cina per questioni che in parte abbiamo creato noi stessi, senza nessuna idea precisa di come andrà a finire o di dove dovrebbe portarci», sottolinea. Gli Stati Uniti sarebbero in grado di gestire i due avversari con una sorta di triangolazione, come accadde durante gli anni di Nixon? Risponde senza offrire una soluzione semplice: «Adesso è impossibile dire se riusciremo a dividerli e a far sì che diventino avversari tra loro. Tutto quello che possiamo fare è non acuire le tensioni, è creare possibilità. Per questo è indispensabile avere in mente una finalità precisa». In merito a Taiwan, Kissinger teme che gli Stati Uniti e la Cina stiano manovrando verso una crisi e consiglia fermezza da parte di Washington. «La politica attuata da entrambi le parti ha prodotto e consentito a Taiwan di progredire diventando un'entità democratica autonoma e ha mantenuto la pace tra Cina e Stati Uniti per mezzo secolo - osserva -. Si dovrebbe essere molto prudenti, di conseguenza, in relazione a qualsiasi azione in grado di modificare la struttura di base».

 

Henry Kissinger a Davos

Kissinger ha sfiorato la controversia all'inizio di quest' anno lasciando intendere che le incaute politiche da parte di Stati Uniti e Nato avrebbero provocato la crisi in Ucraina.

 

Non vede alternative: è indispensabile prendere sul serio le preoccupazioni per la sicurezza espresse da Vladimir Putin, e crede che per la Nato sia stato un errore lanciare all'Ucraina il segnale che avrebbe potuto entrare a far parte dell'Alleanza.

 

«La Polonia - e tutti i Paesi tradizionali occidentali che hanno fatto parte della Storia dell'Occidente - apparteneva logicamente alla Nato», spiega. L'Ucraina, invece, dal suo punto di vista è un insieme di territori che un tempo erano collegati alla Russia, che i russi consideravano di loro proprietà, anche se per "alcuni ucraini" non era così. Si renderebbe dunque un servizio migliore alla stabilità agendo da cuscinetto tampone tra la Russia e l'Occidente: «Ero favorevole alla piena indipendenza dell'Ucraina, ma ho pensato che per lei sarebbe meglio un ruolo simile a quello della Finlandia».

 

HENRY KISSINGER XI JINPING

In ogni caso, aggiunge Kissinger, il dado ormai è tratto. Dopo il comportamento della Russia in Ucraina, «adesso penso che, in un modo o in un altro, formalmente o informalmente, alla fine di tutto questo l'Ucraina debba essere trattata alla stregua di un membro della Nato». Eppure, Kissinger pronostica un'intesa che preservi le conquiste russe risalenti alla sua incursione iniziale del 2014, quando ci fu l'annessione della Crimea e di alcune zone nella regione del Donbass, per quanto non sappia rispondere con precisione alla domanda di come tale intesa possa differire dal patto che otto anni fa non riuscì a stabilizzare il conflitto.

 

HENRY KISSINGER

La pretesa morale posta dalla democrazia e dall'indipendenza dell'Ucraina - dal 2014, ampie maggioranze si sono dette favorevoli all'adesione all'Ue e alla Nato - e il cupo destino della sua popolazione sotto l'occupazione russa si inseriscono in modo maldestro nell'arte di governo di Kissinger. Se il bene superiore è scongiurare un conflitto nucleare, che cosa si deve ai piccoli Stati il cui unico ruolo nell'equilibrio globale è subire le decisioni di quelli più grandi? «Capire come coniugare la nostra potenza militare con le nostre finalità strategiche», riflette Kissinger a voce alta, «e come mettere in relazione queste con i nostri obiettivi morali è un problema ancora irrisolto».

 

Ripensando alla sua lunga carriera, spesso controversa, tuttavia, non si concede autocritiche. Quando gli chiedo se ha rimpianti riguardo agli anni in cui era in carica, risponde: «Da un punto di vista manipolativo, dovrei imparare a dare una risposta di peso a questa domanda, perché mi viene rivolta sempre». Tuttavia, nel complesso, «se anche modificassi alcuni punti tattici di secondaria importanza», dice, «non mi assillo a pensare a cosa avremmo potuto fare in modo diverso».

henry kissingerkissinger missione marco polonixon e kissingerkissinger e maokissinger in cinala foto della diplomazia del ping ponghenry kissinger con xi jinpingmao zedong e richard nixonHENRY KISSINGER E JOE BIDENfrancesco cossiga henry kissingergianni agnelli e henry kissinger

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA