paolo gentiloni thierry breton olaf scholz

DI “SURE” C’È SOLO CHE L’EUROPA È SPACCATA E I TEDESCHI FANNO COME JE PARE – LA LETTERA DEI COMMISSARI GENTILONI E BRETON SUL NUOVO STRUMENTO DI DEBITO COMUNE CONTRO LA CRISI ENERGETICA È STATA SCONFESSATA PRATICAMENTE SUBITO DAI TEDESCHI E DAI LORO BURATTINI OLANDESI E AUSTRIACI – LA GERMANIA NON VUOLE SPALMARE IL DEBITO A LIVELLO COMUNITARIO, PER QUELLI CHE CONSIDERA GLI “SPENDACCIONI” DEL SUD. E MENO MALE CHE LA PANDEMIA AVEVA CAMBIATO TUTTO...

1 - FONTI UE, IDEA SURE A VERTICE, ALTRA COSA È ATTUAZIONE

gentiloni breton

(ANSA) - L'idea di un fondo Sure per l'energia "sarà sicuramente posta al vertice" da uno dei leader presenti ma "la sua applicabilità è altro discorso. Bisognerà vedere la proposta e quali margini abbiamo ancora con i fondi del Next Generation Ue".

 

Lo sottolinea un alto funzionario Ue in vista del vertice informale a Praga dove il tema principale sarà comunque quello dell'energia e delle misure da mettere in campo per fermare il boom dei prezzi. "Ne abbiamo discusso per mesi, ora dobbiamo agire", spiega la stessa fonte ricordando l'invito formulato alla Commissione per mettere in campo una roadmap.

 

2-  GENTILONI PRESO A SBERLE SUL SURE

Camilla Conti per “La Verità”

 

ROBERT HABECK OLAF SCHOLZ CHRISTIAN LINDNER

Credere a un'Europa unita è come credere agli unicorni, ne abbiamo avuto la conferma in queste ultime settimane con la fuga in avanti di Berlino sui 200 miliardi di aiuti. Ma un altro duro colpo agli irriducibili sognatori è arrivato ieri, sempre in tema di energia, sulla proposta avanzata dai commissari europei per l'Economia e per il mercato interno, Paolo Gentiloni e Thierry Breton, che spingono per adottare misure analoghe a quelle già introdotte durante la pandemia.

 

URSULA VON DER LEYEN

Sostanzialmente, Gentiloni e Breton invocano un nuovo strumento di debito comune contro la crisi energetica sulla falsariga del modello Sure per attenuare i rischi di disoccupazione in un'emergenza. In una lettera pubblicata su diverse testate europee i due hanno ribadito che «solo una risposta di bilancio europea permetterà, sostenendo l'azione della Bce, di rispondere efficacemente a questa crisi e di calmare la volatilità dei mercati finanziari». E anche ieri Gentiloni ha ribadito: «Se vogliamo evitare la frammentazione ci serve un alto livello di solidarietà». Si insiste, dunque, con uno schema spinto da sussidi e fondi per sostenere la cassa integrazione, mentre va avanti - inesorabile - la desertificazione industriale.

 

paolo gentiloni ursula von der leyen

Ebbene, l'Europa si è spaccata anche su questo. «Abbiamo discusso» la proposta di una replica del fondo comune Sure «e devo dire che ci sono pareri divergenti. Dobbiamo trovare una soluzione europea per ridurre i prezzi spot» che «sono troppo elevati», ha riferito il ministro delle Finanze della Repubblica Ceca, Zbynek Stanjura, al termine dell'Ecofin, insieme al vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis.

 

«Gli editoriali sono iniziative personali dei commissari competenti. Non impegnano la Commissione», ha detto il portavoce della Commissione Ue, Eric Mamer, in merito alla lettera di Gentiloni e Breton sottolineando che «ovviamente la stessa presidente» Ursula von der Leyen «ha parlato della necessità di soluzioni europee e della protezione del mercato unico nel suo discorso di sabato a Sofia».

 

Eric Mamer

Ma la rottura è evidente. Il ministro delle Finanze olandese Sigrid Kaag è stata netta: «Dopo la crisi del Covid, ci sono miliardi e miliardi disponibili che noi possiamo usare.

Non credo sia necessario. Dobbiamo liberare i fondi».

 

Per il ministro delle Finanze austriaco, Magnus Brunner, «è l'opinione di due commissari, non credo che sia l'opinione generale della Commissione europea». Picche anche dalla Germania: «La maggior parte dei soldi del Recovery fund non è ancora stata spesa», e questo fondo «agisce direttamente nella crisi attuale», ha commentato il cancelliere tedesco, Olaf Scholz.

 

christian lindner.

Gli ha fatto eco il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner: la proposta di un programma analogo allo Sure «non può essere giustificata», ci sono «altri strumenti di cui discutere, ma questa crisi è molto diversa da quella del coronavirus». «Non stiamo affrontando uno shock della domanda ma uno shock dal lato dell'offerta e dobbiamo rispondere ampliando l'offerta e agendo insieme sui mercati internazionali», ha aggiunto.

 

La strategia di Gentiloni e Breton non piace ai tedeschi perché significherebbe spalmare il debito a livello comunitario e dunque mettere tutti sullo stesso piano. Esattamente quello che non vogliono a Berlino dove l'obiettivo sembra essere una «implosione ordinata», o meglio controllata. Altro che solidarietà.

 

ERIC MAMER PORTAVOCE DELLA COMMISSIONE EUROPEA

Gli unici ad applaudire sono i francesi: ieri il ministro delle Finanze Bruno Le Maire ha fatto appello ai suoi omologhi per «un piano di azione globale di lotta all'inflazione» che dovrebbe comprendere cinque «pilastri» tra i quali appunto «un dispositivo di solidarietà europeo, basato sul modello Sure, con i tassi più bassi possibili». Chiaramente l'idea piace anche al quasi ex ministro del Lavoro, Andrea Orlando, che sogna di rendere permanente il fondo Sure e utilizzarlo «per gestire le transizioni gemelle del digitale e ecologica», ha scritto ieri su Facebook.

 

Lo Sure energetico diventerebbe, però, un altro vincolo esterno alla gestione delle aziende, dunque alla crescita dell'Italia, esattamente come il Mes. E a proposito del Meccanismo europeo di stabilità ieri ha parlato il direttore Klaus Regling, nel corso della conferenza stampa di addio in vista del termine del suo mandato in scadenza venerdì.

 

klaus regling

«Non ho mai discusso con la signora Meloni della mia visione del Mes, ma le spiegherei che l'Unione monetaria ha bisogno del Mes perché la Bce non può finanziare direttamente gli Stati membri, è escluso dai trattati», ha detto rispondendo a un giornalista che ricordava come la leader di Fdi avesse fatto campagna nel 2020 contro la riforma non ancora ratificata dall'Italia (e nemmeno dalla Germania). Intanto il Fondo salva Stati non trova il successore di Regling. Il Consiglio dei governatori si riunirà domani e, se non individuerà un candidato in grado di raccogliere l'80% dei consensi, dovrà procedere a una nomina ad interim.

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO