massimo cacciari luigi di maio nicola zingaretti

“IL TAGLIO DEI PARLAMENTARI È UNA MARCHETTA SULL’ALTARE DELLA PIÙ MISERABILE DEMAGOGIA” - CACCIARI AL MASSIMO: “IL MIO NO NON SERVIRÀ A NULLA, I RISULTATI SONO ABBASTANZA SCONTATI E NON CAMBIERÀ NULLA PER IL GOVERNO. LA PROVA DI FUOCO INVECE SARÀ QUANTO ACCADRÀ DA FINE SETTEMBRE A FINE ANNO: SE SALE LA DISOCCUPAZIONE, LA MACCHINA PRODUTTIVA NON INGRANA E RIPRENDE L’EPIDEMIA, ALLORA SIAMO FINITI”

 

 

massimo cacciari a otto e mezzo 2

Alessandra Ricciardi per “Italia Oggi”

 

Al referendum voterà no. «Il taglio dei parlamentari è una marchetta sull'altare della più miserabile demagogia. Ma il mio no non servirà a nulla. La maggioranza di quei pochi che andranno a votare dirà sì».

 

Così Massimo Cacciari, filosofo, pensatore libero della sinistra, storico sindaco di Venezia. E in merito alle elezioni regionali Cacciari dice: «I risultati sono abbastanza scontati. Non cambierà nulla per il governo. La prova di fuoco sarà invece quanto accadrà da fine settembre a fine anno: se sale la disoccupazione, la macchina produttiva non ingrana e riprende l'epidemia, allora siamo finiti».

 

luigi di maio strappa le poltrone in piazza montecitorio flash mob m5s per il taglio dei parlamentari

Domanda. Mancano due settimane alle elezioni in sei regioni: due nell'Italia settentrionale, Liguria e Veneto, due in quella centrale, Marche e Toscana, e due in quella meridionale, Campania e Puglia. Un test per le forze di governo?

R. No, nessun test. Nessuno del governo questa volta si è impegnato e i risultati sono abbastanza scontati, saranno frutto di dinamiche locali che poco hanno a che vedere con i leader nazionali. In Veneto Luca Zaia sarà riconfermato alla grande, vince di suo, non c'è partita.

luca zaia

 

Pure in Liguria la riconferma del centrodestra con Toti è nelle cose. In Campania cosa vuole, vince De Luca, lo sanno anche i sassi.

 

D. Non si può escludere invece un cambio di mano dal centrosinistra al centrodestra in Puglia e Marche. Sarebbe un successo per Fratelli d'Italia.

R. Possibile, ma non cambierà lo scenario politico a breve. Per il governo tutto resta com' è. E quando ci sarà la sfida nazionale sarà tutto da rivedere. Ripeto, sono dinamiche diverse. Nessuno in questa fase rischia elezioni anticipate, la paura per il prossimo futuro è reale, e non parlo della questione sanitaria, ma di quella economica. Gli italiani non capirebbero in questo scenario un ritorno a elezioni che non si sa dove porterebbero. Meglio tenersi questo governo...

zingaretti conte

 

D. Cosa succede però al Pd e al Movimento5stelle non è ininfluente ai fini della maggioranza di governo o no?

R. I risultati confermeranno che sono forze in stallo che vivono e sopravvivono anche grazie alla paura dell'elettorato. Il Movimento5stelle andrà ancora peggio del solito. Ma tutto resterà congelato.

 

D. Con le regionali si vota pure per il referendum per il taglio dei parlamentari. Lei come vota?

R. Io voterò no. Il taglio dei parlamentari è una marchetta sull'altare della più miserabile demagogia. Ma il mio no non servirà a nulla. La maggioranza di quei pochi che andranno a votare dirà sì.

 

matteo renzi dopo il referendum

D. Eppure lei era favorevole alla riforma Renzi che tagliava anch' essa i parlamentari.

R. Ma lo faceva in modo ragionevole, rivedendo le attribuzioni del parlamento, tagliando il senato. Perché non hanno votato sì a quella riforma? Tenere in piedi due camere riducendo i parlamentari non ha senso.

 

D. Il Movimnento5stelle evidenzia anche i risparmi che derivano dal taglio.

R. E allora se volevano risparmiare potevano ridursi lo stipendio. Così semplice... invece di mettere in piedi una riforma costituzionale che non sta né in cielo né in terra, che non porterà nessun beneficio al sistema.

GIUSEPPE CONTE MEME

 

D. Dalle parti del Pd che si è schierato per il sì, riformisti come Stefano Ceccanti e Giorgio Tonini sottolineano che dire sì è un primo passo. E che altre riforme dopo questa verranno.

R. Buonanotte... quante volte hanno detto poi faremo... sono passati trent' anni.

 

D. Il sì di Zingaretti al taglio potrebbe essere bilanciato dal sì del M5s al Mes. La partita dei fondi per la ripresa non è banale.

Stefano Ceccanti

R. Io mi aspetto che il governo si dia da fare, che esca dal suo immobilismo, che investa in sanità e infrastrutture, che riveda procedure e legislazione. Che si dia da fare per rendere questo paese un posto dove si possa investire e produrre.

PROVE DI DISTANZIAMENTO A SCUOLA IN VISTA DELLA RIAPERTURA

 

La prova di fuoco è quanto accadrà da fine settembre a fine anno: se sale la disoccupazione, la macchina produttiva non ingrana e riprende l'epidemia, allora siamo finiti.

 

ZINGARETTI - CONTE - DI MAIO

D. Ha seguito il dibattito sulla ripresa della scuola?

R. Mi pare surreale. Ormai è chiaro che dovremo convivere con il virus, serve buon senso, servono precauzioni, ma senza pretendere dai dirigenti scolastici l'impossibile. I ragazzi restano distanziati in classe, ma fuori al parco, chi controlla?

 

LUCIA AZZOLINA

D. Migliaia di docenti stanno facendo domanda per non tornare in servizio perché affetti da malattie pregresse che li rendono fragili.

R. Assurdo. Purtroppo è una tendenza diffusa nel pubblico impiego. Anche molti miei colleghi all'università, tutti contenti di fare lezione da casa. Salvo poi andare alle trasmissioni televisive.

 

D. Il governo sta pensando a forme di esonero per questa nuova categoria di docenti fragili.

R. Spero non si arrivi a questo, sarebbe un modo per incentivare i furbetti, dopo quelli del cartellino quelli del Covid. In questo paese non si muore solo di coronavirus, ma anche di altre malattie. Allora teniamo tutti a casa? Mentre nel privato tutti vanno a lavorare e a fine anno riprendono pure i licenziamenti? Sono differenze non sostenibili.

massimo cacciari (1)conte memegiuseppe conte meme

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…