giorgia meloni antonio tajani giampiero massolo

“TAJANI ALLA FARNESINA? NO, LUI E’ MORTO” - COME DAGO-RIVELATO, PRENDE QUOTA L’IPOTESI MASSOLO AGLI ESTERI – DA FRATELLI D’ITALIA PRETENDONO CHE IL FORZISTA SI DISSOCI “IN MODO INEQUIVOCABILE” DALLE POSIZIONI DEL CAV - L'EX PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO QUANDO AVRA' IL CORAGGIO DI RENDERSI AUTONOMO? - OGGI TAJANI SARA’ AL SUMMIT DEL PPE MA È TUTTO INUTILE, VISTO CHE DAGLI "AMICI POPOLARI", ARRIVANO BORDATE TERRIBILI: “BERLUSCONI FAREBBE BENE A RIMANDARE INDIETRO LA VODKA. PUTIN È UN CRIMINALE DI GUERRA"

Estratto dell’articolo di Valerio Valentini per “il Foglio”

 

tajani

(...) Solo che poi, sotto garanzia di anonimato, altri fedelissimi di Donna Giorgia riflettono che no, "non è affatto scontato che possa restare il candidato d'obbligo per la Farnesina". Di più: "E' morto". E il paradosso è che a ucciderlo sarebbe stato, con chissà quale grado di inconsapevolezza, lo stesso Silvio Berlusconi che lo ha voluto ai vertici del partito.

 

"Le dichiarazioni del Cav. su Putin e Zelensky? Mi riservo di non commentarle, che è meglio", sbuffa Giulio Terzi di Sant' Agata, l'ambasciatore eletto al Senato con FdI. Adolfo Urso, che già studia da ministro della Difesa, se la cava così: "Come presidente ancora in carica del Copasir, ho il vantaggio di dover esimermi dal rilasciare interviste su questioni diplomatiche".

 

(...)

 

IL TWEET DI TAJANI SUL PREMIO SACHAROV AL POPOLO UCRAINO E A ZELENSKY

E Tajani? Compare in Transatlantico a ora di pranzo. La riunione del gruppo di FI ha appena ratificato la scelta di promuovere Giorgio Mulè vicepresidente di Montecitorio: dopo la sostituzione di Paolo Barelli con Alessandro Cattaneo, è un altro colpo di Licia Ronzulli, un altro sfregio che la favorita di Arcore fa a quello che è stato fino a qualche settimana fa il suo più fido compagno di brigata. Lui reagisce da uomo di mondo, qual è. Dissimula serafica indifferenza al tumultuoso complicarsi degli eventi.

 

Prima di arrivare alla Camera è stato ricevuto con tutti gli onori dall'ambasciata israeliana a Roma: incontro cordiale, foto di rito, l'accoglienza che si riserva agli amici veri. "Non commento né totoministri né audio estrapolati", si schermisce. "Antonio deve solo aspettare che si deposito questo polverone assurdo", dice Barelli.

 

marta fascina e antonio tajani

E però a metà pomeriggio, la polvere turna a turbinare. Il nuovo audio, la nuova esibizione di fervore putiniano del Cav., quella ricostruzione della guerra, anzi dell'"operazione speciale" dell'"amico Vlad" che è la stessa dei falchi del Cremlino, mette di nuovo a rischio le ambizioni da ministro degli Esteri di Tajani. Che con Meloni si sente, e prova a rassicurarla come può. Ma lo zelo nel rimediare rivela in modo ancor più lampante il disagio.

 

Eccolo che twitta per festeggiare l'assegnazione del premio Sacharov da parte del parlamento europeo al popolo ucraino, con tanto di foto di Zelensky: lo stesso che Berlusconi descrive come un manigoldo sanguinario. "Domani sarò al Summit del Ppe per confermare la posizione europeista, filo atlantica e di pieno sostegno all'Ucraina mia e di FI", ribadisce lui, che il Parlamento europeo lo ha presieduto, e con merito.

 

Solo che nel frattempo, dagli "amici popolari", arrivano bordate terribili. Gli estoni: "E' ora che il veterano si ritiri per non dire sciocchezze nella sua demenza.

TAJANI SALVINI MELONI LETTA CALENDA A CERNOBBIO

Elogiare Putin è un atto criminale". I polacchi: "Farebbe bene a rimandare indietro la vodka. Putin è un criminale di guerra".

 

Il capogruppo Cattaneo, che proprio dieci giorni fa è andato a conoscere i vertici dell'Ambasciata americana col suo collega Matteo Perego, dispensa cautela: "Appena il governo parte, tutto questo rumore di fondo si dissolverà". E però, appunto, il governo va fatto partire.

 

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni cernobbio

E Tajani, per la Meloni, era l'alleato in più per puntellare la maggioranza: era lui il riferimento obbligato, forse perfino esclusivo, dentro FI. E del resto, dettaglio non secondario, era stato proprio lui a innescare quella sgangherata sequela di accidenti che ha poi portato alle elezioni. Fu lui, ricevuto a Palazzo Chigi insieme a Matteo Salvini, a usare i toni perentori con Mario Draghi. Era il 19 luglio: "La tua malafede nei nostri confronti, caro presidente, non è mai stata in discussione. Ma per andare avanti vogliamo la garanzia che si voterà a marzo, e non a maggio, del 2023".

 

antonio tajani silvio berlusconi convention di forza italia

Al che Draghi un po' si risentì: "Ma come vi permettete di chiedermi questo? Parlatene col Capo dello stato, semmai". Finì come si sa. E la Meloni gli fu, e gli resta, debitrice anche per questo. Ora rinunciare a lui, farlo fuori dal governo, o anche solo declassarlo - magari spostandolo dalla Farnesina al Mise, come perfidamente suggerivano i fedelissimi della Ronzulli, giorni fa, "per metterlo a gestire le crisi industriali e il caro bollette" - sarebbe, più che un affronto a un amico, sarebbe un dispetto a se stessa. Perché senza la sponda di Tajani, Meloni perde un appiglio forse fondamentale. "Lui non è in discussione", dicono da FdI. "Ma pretendiamo che si dissoci in modo inequivocabile dal Cav.". Deve perdere la faccia, dunque, per non perdere la Farnesina?

GIORGIA MELONI ANTONIO TAJANI MATTEO SALVINImanfred weber 1ANTONIO TAJANI

 

ANTONIO TAJANI MATTEO SALVINI antonio tajani mezzora in piu 4ANTONIO TAJANI - SILVIO BERLUSCONI - MARTA FASCINA

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…