giuseppe guttadauro

“TI DEVI EVOLVERE, HAI CAPITO? NON DEVI MAI SCENDERE AL LIVELLO DEI PICCIUTTEDDI (RAGAZZINI)” - LE LEZIONI DI MAFIA AL FIGLIO DI GIUSEPPE GUTTADAURO, IL DOTTORE DI COSA NOSTRA FINITO IN MANETTE – IL LEGAME CON MATTEO MESSINA DENARO, COGNATO DEL FRATELLO, LA DROGA TRAFFICATA IN TUTTO IL MONDO E QUELLA INTERCETTAZIONE CHE TIRAVA IN BALLO L’EX GOVERNATORE TOTO’ CUFFARO…

Massimo Sanvito per Libero Quotidiano

 

GIUSEPPE GUTTADAURO

Il dottore comandava ancora. Ufficialmente commerciante di pesce in Marocco e impegnato nel volontariato a Roma, nei fatti mafioso mai sopito, nonostante le tre condanne, soggiorno nella Capitale, contatti buoni coi salotti romani, da lì gestiva i traffici illegali tra i clan palermitani per i lavori edili commissionati dall'Eni a Brancaccio, progettava la costruzione di un nuovo grande distributore di carburante e smazzava i carichi di cocaina dal Sudamerica e quelli di hashish dall'Albania insieme ai clan di Bagheria e Roccella.

 

Per i giovani di Cosa Nostra non aveva parole carine - «sono quattro banditelli da tre lire» - mentre al figlio Mario Carlo dava lezioni: «Ti devi evolvere, hai capito? Il problema è rimanere con questa testa, ma l'evoluzione...». Giuseppe Guttaduro, ex primario dell'ospedale civico di Palermo, storico padrino del mandamento Brancaccio-Ciaculli, è finito in manette (ai domiciliari). Ancora. Insieme al pargolo (in galera): l'accusa, manco a dirlo, è associazione di stampo mafioso. I Carabinieri del Ros lo hanno preso mentre stava rientrando a Roma dal Nordafrica. Dal 2012, quando fu scarcerato, non avevano mai spesso di tenerlo d'occhio.

arresto guttadauro

 

L'INCHIESTA Decisiva è stata l'inchiesta, coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Palermo e dal procuratore aggiunto Paolo Guido, nata dalle indagini per le ricerche del superlatitante Matteo Messina Denaro, cognato di Filippo Guttadauro, il fratello del dottore. In un'intercettazione, il più giovane della famiglia, Mario Carlo, in risposta a un amico che gli chiedeva se pensava di essere controllato, diceva: «Ma certo, ho il parente del mio parente che è il più importante latitante che c'è. Il secondo del mondo, il più importante che c'è in Italia».

 

GIUSEPPE GUTTADAURO

Anche i telefoni di Giuseppe erano sotto monitoraggio dei Carabinieri. Lo ascoltavano mentre parlava di carichi di droga che passavano per Rotterdam. «Questi salgono 100 chili al mese. Allo scarico funziona così. Ci sono i doganieri, che prendono il 25 per cento». Ma il narcotraffico era solo una parte della sua quotidianità criminale. Dall'inchiesta che lo ha coinvolto è emerso anche l'interessamento da parte del dottore nel cercare di risolvere un contenzioso tra Beatrice Sciarra, nobildonna romana e moglie di un chirurgo docente alla Sapienza, e Unicredit.

 

Lei vantava un credito di ben 16 milioni di euro con la banca e Guttadauro avrebbe mediato per trovare una soluzione in cambio del 5% della somma recuperata. Prima con le buone e poi con le cattive se non fosse andata come diceva lui, incaricando qualcuno di «dare legnate» a chi ostacolava la transazione.

FILIPPO GUTTADAURO

 

Ovvero l'ex ministro Mario Baccini. Il gip di Palermo, dell'ex primario dell'ospedale civco, ha sottolineato «la perdurante appartenenza al sodalizio di tipo mafioso, in particolare della famiglia di Roccella». E ancora: «Forte della sua caratura mafiosa da soggetto che aveva ricoperto posizione di vertice in seno alla consorteria, ancora poteva dirimere i contrasti insorti sul territorio e risolvere, con autorità para statuale le vertenze criminali».

 

Già, perché Guttadauro era già stato arrestato nell'84, nel '94 e nel 2002 nell'operazione "Ghiaccio" che coinvolse anche l'ex governatore della Sicilia, Salvatore Cuffaro, a sua volta condannato a sette anni per favoreggiamento alla mafia. L'inchiesta, coordinata dai pm della dda dell'epoca, Maurizio de Lucia e Michele Prestipino, svelò, proprio partendo dagli accertamenti sul medico, una rete di informatori che davano notizie riservate su indagini in corso anche all'imprenditore mafioso Michele Aiello.

 

RIVELAZIONI Il nome del presidente della Regione emerse da un'intercettazione effettuata a casa del boss di Brancaccio. Era il 15 giugno 2001 e una cimice nascosta registrò: «Ragiuni avia Totò Cuffaro».

messina denaro

 

Ad avvisare Guttadauro che all'interno del suo appartamento ci fossero microfoni era stato Domenico Miceli, anch' egli medico, delfino del governatore, che proprio da lui aveva ricevuto l'informazione. Il dottore era stato scarcerato nel 2012 per poi trasferirsi subito a Roma. Non voleva dare troppi sospetti. Eppure il suo legame con la mafia è sempre rimasto solido, un patto di sangue con Cosa Nostra e le famiglie di Brancaccio. Disprezzava le nuove generazioni di mafiosi e odiava i pentiti.

 

«Questo capo di tutto eh... neanche un giorno di carcere si è fatto e si è pentito», diceva. E dispensava consigli ai più giovani. Un maestro criminale che dispensava consigli ai suoi allievi: «Non puoi scendere a livello dei picciutteddi, non va bene. Devi metterti a un livello diverso».

TOTO CUFFARO

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO