enrico letta mario draghi matteo salvini giuseppe conte

“IL TRACOLLO DI SALVINI CAMBIERÀ LE ELEZIONI”- LETTA HA FIUTATO CHE IL NORD HA VOLTATO LE SPALLE AL “TRUCE” MA NON HA CAPITO CHE L’ELETTORATO CHE SI SENTE ABBANDONATO DALLA LEGA IN PARTE SI ASTERRA’ MA IN (GRAN) PARTE ANDRA’ SULLA MELONI – L’INCAZZATURA DI ENRICHETTO CON CONTE STA MONTANDO COME UNA MAIONESE IMPAZZITA...

Carlo Bertini per La Stampa

 

ENRICO LETTA MATTEO SALVINI

«A cambiare il quadro di queste elezioni sarà il tracollo di Salvini. Se come a giugno va sotto le due cifre al Nord, a quel punto i collegi sono contendibili». Raccontano che l’arrabbiatura di Enrico Letta nei confronti di Giuseppe Conte stia montando, come una maionese ben riuscita. E che il segretario dem rivanghi con i parlamentari più vicini lo scatto che ebbe «quando Giuseppe cominciò a mettere in mora Draghi dopo il primo turno alle amministrative, quello che innescò la crisi dentro i 5stelle. Lì gli dissi che era iniziata invece la crisi inesorabile di Salvini e che il paese diventava contendibile, insomma di fermarsi... ma lui niente!». Ecco, oggi Letta confida proprio sulla crisi de Capitano e va a sfidarlo in casa con una sorta di «anti-Pontida», per dire che una rimonta nei collegi è possibile, contando su quello che i suoi analisti definiscono «l’astensionismo leghista al Nord». 

 

In molte zone si segnala una sorta di «insofferenza del ceto produttivo verso il Capitano», spiegano gli sherpa lettiani, convinti da alcune rilevazioni in loco che diverse vittorie insperate sarebbero alla portata del centrosinistra. I fari sono accesi ad esempio sui collegi di Torino Mirafiori e Moncalieri, su Milano Corso Buenos Aires, su Sesto San Giovanni e Cologno Monzese, sui due collegi di Genova e su Rovereto. Letta per questo convoca a Monza, a 35 chilometri da Pontida dove Salvini offrirà salamelle a migliaia di camice verdi, un raduno di 500 sindaci e amministratori impegnati nella campagna ventre a terra. Quindi non una guerra delle piazze per vedere quella più piena di truppe, ma un'adunata dei colonnelli più attivi al fronte.

enrico letta matteo salvini meeting rimini 2

 
Al Nazareno notano che «rispetto a una certa timidezza della vecchia guardia del Pd, i sindaci, in modo trasversale alle correnti, stanno facendo campagna palmo a palmo». Infatti oggi sul palco di Monza - dove il segretario si presenterà con a fianco il ministro Lorenzo Guerini e l'ex ministro Francesco Boccia - si daranno il cambio Beppe Sala e Roberto Gualtieri, Giorgio Gori, Dario Nardella, Matteo Lepore, Antonio Decaro.
 

ENRICO LETTA MATTEO SALVINI

Insomma, tutta la prima linea dei sindaci progressisti. Che lanceranno una serie di proposte: sulla sanità pubblica, con stipendi più alti al personale, più assistenza domiciliare; sui trasporti, con biglietti gratis a giovani e anziani e sconti per i pendolari; sui bilanci dei comuni in dissesto; e su energia e ambiente. «Monza, vinta dal centrosinistra - è il grido di battaglia che lancerà il leader Pd - è la Caporetto di Salvini e Berlusconi, che sono diventati sparring partner della Meloni. Attenzione a prevedere un'ondata nera. Quello che perde Salvini lo guadagna la Meloni, ma non c'è una crescita della coalizione». Ma se anche al Sud Letta spera di vincere diverse sfide uninominali grazie alla risalita dei 5stelle che rubano voti alla destra, si capisce meglio il motivo della sua irritazione con Conte: perché un'alleanza e non una concorrenza tra Pd e M5s avrebbe potuto mettere in forse la cavalcata della destra verso Palazzo Chigi. «Alla coalizione di destra - ragiona Letta - sta venendo meno la seconda gamba di Salvini, mentre Berlusconi al Nord viene eroso da Calenda...». Dalla Calabria, abbracciato a Bersani e Speranza che tornano nel Pd, Letta dice che «la rimonta comincia al Sud», contando nel ribaltamento dei pronostici nei collegi uninominali, grazie ai 5stelle che spaccano il fronte della destra.

ENRICO LETTA E MATTEO SALVINI

 
Al Sud si stanno spendendo le truppe dei governatori Michele Emiliano e Vincenzo De Luca e i candidati in corsa, ma a far sperare sono i grillini in risalita, che producono un tripolarismo di fatto. Specie in Puglia e in Campania, molti collegi saranno infatti contesi dai candidati Pd e 5stelle, con i candidati di centrodestra terzi a inseguire: e ciò significa che insieme i due partiti avrebbero potuto dare ben più filo da torcere agli avversari. Ma tant' è. È vero pure che la ricrescita grillina beneficia del ritorno alle origini più dure e pure e dello sganciamento dal Pd, quindi a Letta non resta che fare di necessità virtù, sfruttando quel che può.

 

CONTE LETTAsalvini meloni letta calenda cernobbio

 

giuseppe conte enrico letta 2SALVINI MELONI LETTA AL MEETING DI RIMINIenrico letta matteo salvini meeting rimini GIUSEPPE CONTE ENRICO LETTAenrico letta matteo salvini meeting rimini 2giuseppe conte enrico letta 1

 

Ultimi Dagoreport

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...