donald trump benjamin netanyahu mohammed bin salman

“TRUMP DARÀ CARTA BIANCA A NETANYAHU” – IL PREMIO PULITZER THOMAS FRIEDMAN È CONVINTO CHE IL TYCOON, NON VOLENDOSI INTROMETTERE NEGLI AFFARI MEDIORIENTALI, FARÀ FARE A "BIBI" CIÒ CHE DESIDERA: “LA COSA CHE TEMO DI PIÙ È UN TRUMP CHE DICE: 'E' TROPPO COMPLICATO, FAI QUELLO CHE VUOI CON GAZA. ANNETTILA, TIENILA, OCCUPALA'” – TRUMP È STATO RIELETTO ANCHE IN QUANTO PROMESSO “PACIFICATORE”: NON VUOLE ESSERE COINVOLTO IN UN’ESTENSIONE DEL CONFLITTO ALL’IRAN - LA CHIAVE PER IL FUTURO DELL'AREA? LA RIAPERTURA DEGLI ACCORDI DI ABRAMO CON I SAUDITI - DAGOREPORT

Articoli correlati

DAGOREPORT - CHE SUCCEDE A GAZA CON TRUMP ALLA CASA BIANCA? DUE COSE SONO CERTE: AL TYCOON ...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

thomas friedman

IL PULITZER FRIEDMAN, 'TRUMP DARÀ CARTA BIANCA A NETANYAHU'

(ANSA) - Il giornalista americano Thomas Friedman, vincitore di 3 premi Pulitzer, ha affermato in un'intervista ad una radio israeliana, ripresa da Haaretz, che, a suo avviso, Donald Trump non si fida di Netanyahu, ma che potrebbe rifiutarsi di interferire negli affari mediorientali, consentendo a Israele di esercitare qualsiasi forma di forza militare anche l'occupazione di Gaza e della Cisgiordania.

 

"Il mio timore è che Trump trascuri la storia, non voglia intromettersi in questo pasticcio e Israele si ritroverà a occupare Gaza e la Cisgiordania - ha detto Friedman - La cosa che temo di più per Israele non è un Trump 'attivista' nel processo di pace. È un Trump che dice: 'E' troppo complicato, Bibi, fai quello che vuoi, annettilo, tienilo, occupalo', e poi Israele si ritroverà con 7 milioni di ebrei che occupano più di 7 milioni di arabi".

 

DONALD TRUMP BENJAMIN NETANYAHU

LA GIOIA DI NETANYAHU CHE SI SENTE PIÙ FORTE: «ORA UN NUOVO INIZIO PER LA GRANDE ALLEANZA DI AMERICA E ISRAELE»

Estratto dell’articolo di Francesco Battistini per il “Corriere della Sera”

 

È il primo a congratularsi. E il primo a telefonargli: venti minuti «caldi e cordiali» per dirgli bravo e parlargli subito dell’Iran. Bibi va oltre il messaggio di rito — «storico ritorno alla Casa Bianca», «un nuovo inizio per l’America e un potente nuovo impegno per la grande alleanza fra Israele e l’America» — e posta un messaggio personale ed entusiasta, suo e della moglie: «Cari Donald e Melania Trump, congratulazioni per il più grande ritorno della storia! È una vittoria enorme! In vera amicizia, i vostri Benjamin e Sara Netanyahu».

Donald Trump Mohammad bin Salman

 

[…] Bibi fa bingo. Il ritorno di Trump è una garanzia di sopravvivenza politica. Un giornale israeliano aveva disegnato un Netanyahu sudatissimo al casinò, mentre puntava tutte le fiches su The Donald? L’azzardo è riuscito. Dicevano che il premier trascinasse la guerra aspettando il voto americano? Dicevano bene.

 

L’addio all’accordo nucleare con l’Iran, il trasferimento a Gerusalemme dell’ambasciata Usa, gli accordi di Abramo con gli arabi del Golfo, la sovranità israeliana sul Golan, le ospitate a Mar-a-Lago… Gli anni passati insegnano che i due sono più che alleati e anche qualche dissapore — il Netanyahu che nel 2020 riconobbe la vittoria di Biden e fece infuriare Trump — oggi è superato dal comune interesse.

 

LA VIGNETTA DEL NEW YORK TIMES SU NETANYAHU E TRUMP

Poche ore prima che si chiudessero le urne, con tempismo straordinario, Bibi ha approfittato della disattenzione internazionale e licenziato il più scomodo dei suoi ministri, Yoav Gallant: l’uomo della guerra, il vero e unico interlocutore dell’amministrazione Biden, che nei mesi s’era opposto a un’operazione di terra a Gaza, che non voleva aprire il fronte Libano, che cercava una trattativa sugli ostaggi, che voleva arruolare anche gli intoccabili ebrei ultraortodossi.

Eliminare politicamente Gallant è stata la mossa del cavallo: permetterà a Bibi di compattare la maggioranza e di rispondere con mano libera all’Iran, in questi due mesi di vacatio alla Casa Bianca, se e quando arriverà l’attacco. […]

 

PROTESTE CONTRO NETANYAHU PER IL LICENZIAMENTO DI GALLANT

SPINTA AGLI ACCORDI DI ABRAMO E CON ISRAELE ASSE ANTI-IRAN

Estratto dell’articolo di Lorenzo Vita per “il Messaggero”

 

[…]  Trump […]  non ama le "guerre infinite". Preferisce che l'America pensi a sé stessa, ai propri confini, ai propri nemici. E gli alleati devono pensare ai loro senza impegnare le forze o le finanze di Washington.

 

[…] Israele rientra perfettamente in questo schema. E anche se Trump ha sostenuto da sempre il massimo impegno nella difesa dello Stato ebraico, ha però già fatto capire di volere che Netanyahu «finisca il lavoro» con Hamas ed Hezbollah in tempi brevi.

 

benjamin netanyahu, donald trump e i ministri degli esteri di barhein e emirati arabi uniti

[…]  Se questo discorso vale per i due fronti più diretti, diverso potrebbe essere per la sfida all'Iran, con cui Trump ha da anni un conto in sospeso. Quando entrò per la prima volta alla Casa Bianca, il primo grande gesto di rottura con Barack Obama fu ritirare gli Usa dall'accordo sul programma nucleare iraniano. E adesso, otto anni dopo, il repubblicano non sembra intenzionato a fare marcia indietro. La Repubblica islamica lo ha messo nel mirino, i Pasdaran hanno anche giurato vendetta per l'uccisione di Qasem Soleimani.

 

E per il tycoon, gli ayatollah sono il vero problema della regione. Trump si muove nel mondo mediorientale con un calcolo molto semplice. Fa una lista di costi e benefici, vede chi sono i partner che possono rimpinguare le casse di Washington e chi garantisce gli interessi Usa.

 

DONALD TRUMP BENJAMIN NETANYAHU

[…]  Teheran non è di questa partita, ma lo sono altri. Tel Aviv in primis, o meglio, Gerusalemme, visto che The Donald ha riconosciuto la Città santa come capitale di Israele. E gli altri interlocutori sono tutti i Paesi arabi alleati. Giordania, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Bahrein, ma soprattutto l'Arabia Saudita […]

 

Il principe ereditario saudita, Mohammed bin Salman, ieri ha telefonato a Trump per congratularsi. E gli occhi del mondo arabo sono tutti concentrati su questo rapporto. Nel suo primo mandato, Trump scelse proprio Riad per il suo primo viaggio all'estero. Una mossa chiaramente simbolica, visto che gli altri presidenti di solito avevano scelto mete europee.

 

bibi netanyahu gallant

Ma è stato subito chiaro a tutti che nel cuore di Trump l'Arabia avesse un posto speciale. Ha venduto armi per 110 miliardi di dollari, ha provato a mediare nel cosiddetto "accordo del secolo" tra israeliani e palestinesi, ha promosso gli Accordi di Abramo per far riconoscere al mondo arabo lo Stato ebraico. Ma per realizzare questo mosaico, The Donald ha bisogno di un tassello fondamentale: che pure l'Arabia Saudita riconosca Israele. La normalizzazione dei loro rapporti era indispensabile per Joe Biden quanto lo è per Trump. Ed è probabile che il tycoon abbia in cima all'agenda questo dossier. […]

mohammed bin salman trump visit da cbcDONALD TRUMP E BENJAMIN NETANYAHU A MAR-A-LAGOtrump con netanyahu con i ministri degli esteri di bahrein e emirati arabi uniti

Ultimi Dagoreport

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")