giuseppe conte in cina

LA “VIA DELLA SETA” E’ PIENA DI OMBRE - XI JINPING ANNUNCIA DI AVER SOTTOSCRITTO, ALL’INTERNO DELLA “BELT AND ROAD”, ACCORDI PER 64 MILIARDI DI DOLLARI MA DOVE ANDRANNO I FONDI? CON QUALI GARANZIE DI TRASPARENZA, SOSTENIBILITÀ FINANZIARIA, RISPETTO AMBIENTALE? - IL GRAN CAPO DELL’AGENZIA DI RISK MANAGEMENT, “CHINA-I”: “L’ITALIA DEVE TRADURRE IL MEMORANDUM D'INTESA IN AZIONI CONCRETE. UN CONTO È VENDERE PIÙ PRODOTTI, UN ALTRO È DIVENTARE PARTNER DELLA CINA SULLO STESSO LIVELLO”

1 - DOPPIO BINARIO SULLA VIA DELLA SETA: «TRASPARENZA» MA SENZA SPIEGAZIONI

Guido Santevecchi per il “Corriere della sera”

 

conte xi jinping

Accusato dagli Stati Uniti di usare la «diplomazia del debito» per legare al carro della Cina Paesi asiatici, africani e latinoamericani (e anche il Montenegro a noi vicino) strutturalmente incapaci di restituire i finanziamenti, Xi Jinping sembra giocare due partite. Da una parte promette investimenti trasparenti, con standard di sostenibilità internazionale. Dall' altra, a conclusione del Forum sulla Belt and Road tenuto a Pechino, il presidente ha annunciato con soddisfazione che nei tre giorni sono stati sottoscritti dalla Cina nuovi accordi per il valore di 64 miliardi di dollari.

 

mattarella xi jinping

«Il Forum invia al mondo un messaggio chiaro: sempre più amici e partner cooperano sui sei corridoi e i sei canali che serviranno a connettere i Paesi», ha detto Xi Jinping in un intervento davanti ai giornalisti internazionali, presentato come conferenza stampa ma che non prevedeva alcuna domanda. Così è stato impossibile chiedergli spiegazioni sugli accordi multimiliardari cui ha accennato.

 

Dove andranno i fondi? Con quali garanzie nuove di trasparenza, sostenibilità finanziaria, rispetto ambientale? Xi manterrà gli impegni fissati nel comunicato finale? Il premier Giuseppe Conte ancora ieri, visitando la Città proibita ha ribadito di «avere fiducia, con il memorandum abbiamo avuto l' intuizione giusta».

 

il presidente cinese xi jinping, il ministro degli esteri wang yi, il vicepremier di maio e il premier conte

E d'altra parte: quanto c'è di vero nelle accuse americane di «diplomazia cinese del debito» per assoggettare Paesi in via di sviluppo? Viene citato il caso dello Sri Lanka, costretto a concedere in affitto per 99 anni il porto di Hambantota costruito da imprese di Pechino. Si tratta di un'eccezione, non della regola, sostengono gli analisti del think-tank Centre for Global Development di Washington, che hanno censito 3.000 progetti cinesi nel mondo e hanno rilevato che, tra il 2000 e il 2017, a 80 Paesi in difficoltà con il debito Pechino ha fatto sconti e rimodulato i termini di pagamento.

 

Secondo questi dati non ci sarebbe un «piano diabolico» da parte cinese, ma «incapacità di valutare la sostenibilità dei progetti». La Eximbank di Pechino, una delle cassaforti statali impegnate nel finanziamento delle Vie della seta lamenta di essersi esposta per 150 miliardi di dollari; il governatore della Banca centrale ammette che il totale sborsato dalla Cina ammonta a 440 miliardi, in maggior parte capitali statali.

GIUSEPPE CONTE IN CINA

 

2 - «L'ITALIA SI È MOSSA PER PRIMA, ORA ACCELERI PERCHÉ È TALLONATA: IL MEMORANDUM VA APPLICATO»

Guido Santevecchi per il “Corriere della sera”

 

Dopo averci criticati per l'accordo con la Cina, gli altri Paesi europei ci tallonano sulle Vie della seta. I ministri dell'Economia di Londra e Berlino sono stati spediti a Pechino a caccia di intese politiche (e contratti): «La Belt and Road Initiative è una visione di straordinaria, epica ambizione», ha detto l'inglese Hammond. Il tedesco Altmaier ha rivelato che «Germania, Francia, Spagna vogliono partecipare all' iniziativa cinese insieme, come europei».

 

La corsa cominciata da Roma si allarga. L'Italia, per ora, oltre alle polemiche e alle accuse americane ed europee per la fuga in avanti ha incassato 2,5 miliardi di euro in nuovi contratti bilaterali e più export agricolo (di arance). A margine del Forum di Pechino, Xi Jinping ha annunciato che la Cina ha concluso accordi per altri 64 miliardi di dollari per nuove opere. Nessuno con noi.

 

xi jinping giuseppe conte a villa madama

«Il governo italiano deve accelerare, ha la possibilità di diventare compagno di strada privilegiato della Cina nella Belt and Road e nelle sue grandi infrastrutture, ma deve tradurre rapidamente il memorandum d' intesa in azioni concrete». Lo spiega al Corriere Sameh El-Shahat, 50 anni, nato in Egitto, cittadino britannico, ex investment banker di Ubs e ora a capo di China-i, agenzia di risk management con uffici a Pechino, Londra, Cairo.

 

È sbarcato a Pechino nel 2007 e da allora è diventato un' eminenza grigia del risk management: decine di aziende statali e private cinesi ascoltano i suoi consigli, il governo lo invita a tenere seminari per i suoi quadri alle Scuole di Partito a Pechino e Shanghai. È un uomo che sussurra ai potenti.

XI JINPING SERGIO MATTARELLA BY OSHO

 

Questo è il suo ragionamento: «Un conto è vendere più prodotti, un altro è diventare partner della Cina sullo stesso livello, parlo di grandi opere, infrastrutture in Asia, Medio Oriente e Africa, l' Italia può lavorare con la Cina per garantire la sostenibilità dei progetti, imponendo la sua qualità».

 

Secondo l' esperto di gestione dei rischi e governance il sistema Italia «può usare la rete delle Vie della seta per far entrare le sue imprese in Paesi politicamente ed economicamente vicini alla Cina, ma dovete far riconoscere agli interlocutori cinesi il vostro patrimonio nascosto di know-how industriale, non basta parlarsi di Marco Polo e Ferrari».

 

Così El-Shahat vede, sentiti i suoi clienti cinesi, lo spazio strategico dell' Italia: «La Cina è così grande che può cambiare il mondo e Xi Jinping lo sa, ma ha capito anche che i miliardi da soli non bastano al suo piano, servono standard e regole basate sui valori.

xi jinping giuseppe conte

Le arance italiane sono buone perché il buon Dio vi ha dato il sole, ma gli standard industriali e finanziari di qualità sono un merito che vale molto, bisogna saperlo vendere bene, non potete accontentarvi solo di più export, dovete allargare l' orizzonte della vostra industria».

 

E soprattutto «tenete in mente che la Cina è pragmatica, voi avete firmato il memorandum a Roma, ma a Pechino si firmano centinaia di contratti ogni giorno, poi si giudica in base ai risultati. I cinesi hanno aspettative alte e l' Italia non deve perdere il momento».

Il premier Giuseppe Conte è stato ospite d' onore al Forum Belt and Road di Pechino, ma non c' erano grandi gruppi industriali al suo seguito. «Era solo una missione politica», ha osservato Conte.

 

BANDIERA CINESE AL QUIRINALE

Commenta El-Shahat: «So che ci sono industrie italiane spaventate dalle pressioni americane, ma bisogna valutare i propri interessi e diventare partner della Cina sullo stesso piano può essere una svolta, può far recuperare il tempo perduto».

Consiglio finale: «I cinesi sono bravi a leggere e gestire la macroeconomia, non sanno calcolare altrettanto bene i rischi anche sociali dei loro singoli progetti all' estero.

L' Italia è amata nel mondo, a Pechino questo lo hanno capito e per questo vi vogliono come compagni di strada per costruire sulle Vie della seta».

xi jinping

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…