mario draghi

“WHERE IS MARIO?” – DRAGHI RESTA NELL'OMBRA MA È ATTIVISSIMO: SI DIVIDE TRA LA SUA CASA A CITTÀ DELLA PIEVE E ROMA, DOVE PASSA MEDIAMENTE DUE GIORNI ALLA SETTIMANA. DAVANTI AL SUO UFFICIO DA EX GOVERNATORE DI BANKITALIA C’È LA FILA: INCONTRA GUALTIERI, SI CONSULTA CON AMATO, GIANNI LETTA, GIORGETTI E CHIAMA MACRON, LA MERKEL E LAGARDE – SECONDO GLI ULTIMI SPIFFERI HA DATO IL SUO ASSENSO A GUIDARE UN GOVERNO DELLA RICOSTRUZIONE CHE, COME FU PER CIAMPI, LO FAREBBE ARRIVARE AL QUIRINALE PASSANDO DA PALAZZO CHIGI

Draghi

1 – SECONDO GLI ULTIMI SPIFFERI, DRAGHI AVREBBE DATO L'ASSENSO A GUIDARE UN GOVERNO DELLA RICOSTRUZIONE SOSTENUTO DA UNA FOLTISSIMA MAGGIORANZA PARLAMENTARE

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/dagoreport-conte-cul-de-sac-se-sostituisce-voti-renziani-257019.htm

 

2 – L'UMBRIA, I LIBRI DI ELLROY E GLI SCACCHI C'È LA FILA DI FRONTE AL FORTINO DI DRAGHI

Alessandro Barbera per “La Stampa”

 

mario draghi carlo azeglio ciampi

La leggenda che aleggia su di lui è uno dei pochi lussi di cui si compiace. L'ultima suona così: poiché la fila per la successione al Quirinale è lunga, accetterà il metodo Ciampi passando prima da Palazzo Chigi. Come ogni leggenda, quelle su Mario Draghi sono la rappresentazione verosimile di fantasie popolari.

 

Ormai da vent' anni, a intervalli regolari, c'è chi lo immagina salvatore della patria. Lui da vent' anni offre sempre la stessa risposta: «Non fa per me». I convincimenti umani non sono inscalfibili, ma l'ex governatore della Banca centrale europea maneggia la politica con la prudenza di una pozione esplosiva. L'anno scorso Angela Merkel lo propose alla guida della Commissione europea e, immaginata la composizione del nuovo Parlamento di Strasburgo, declinò in poche ore con un no grazie.

mario draghi al meeting di rimini 5

 

L'ultima volta che incontrò i giornalisti a Francoforte, Draghi affidò il futuro alla moglie. «Chiedete a lei». È andata più o meno così. Fatti gli scatoloni nella casa tedesca, ha diviso le cose fra Roma e Città della Pieve, nella campagna umbra, dove passa gran parte del tempo. È lì che ha vissuto quasi tutto il 2020 con la prudenza dell'over settanta. È lì che vede i due figli e i nipoti, di recente diventati quattro.

MARIO DRAGHI E GIUSEPPE CONTE

 

L'8 aprile un incendio al secondo piano del casale lo costringe a lasciarla. Sono le ore in cui l'Europa cerca l'accordo per affrontare l'emergenza Covid e rischia di andare in pezzi. Qualcuno pensa ad un attentato, altri ad una brutta coincidenza. È una trave del tetto surriscaldata dal camino difettoso.

 

IL DAGO-FLASH SULLA PROCESSIONE DI AUTO BLU A CASA DRAGHI

A inizio settembre nei palazzi romani si sparge la voce di un problema di salute. Draghi rassicura a modo suo: apre di persona il Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini, pochi giorni dopo appare in un video del congresso dei cardiologi europei con un noto medico del Gemelli, Filippo Crea. Il dialogo, una decina di minuti, si riassume in un messaggio: alzate la spesa per la sanità pubblica.

 

Draghi oggi trascorre nella Capitale mediamente un paio di giorni la settimana. È in quei momenti che concentra gli appuntamenti di lavoro, gestiti da due fidatissime collaboratrici. Concentra l'agenda in ventiquattro, massimo trentasei ore. Vede tutti nell'ufficio da ex governatore a via Nazionale, a meno che non si tratti di personalità istituzionali.

 

MARIO DRAGHI.

Ogni tanto incontra Roberto Gualtieri, di recente ha voluto conoscere Luigi di Maio («ho avuto un'ottima impressione di lui», la battuta involontaria del ministro). Si consulta con Giuliano Amato, Gianni Letta, cerca di capire cosa accade dentro la Lega con Giancarlo Giorgetti. Chiama e consiglia Christine Lagarde, Angela Merkel, Emmanuel Macron.

 

Partecipa a seminari on line dallo studio in Umbria con amici economisti e banchieri. Il suo mestiere è quello dell'ex, fa proseliti e dice la sua senza correre il rischio di creare imbarazzi. L'unico incarico che ricopre è alla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali. Un consigliere cresciuto fra i gesuiti per il Papa dei gesuiti.

MARIO DRAGHI GIULIANO AMATO

 

Draghi aveva ed ha una concezione maniacale della privacy. Nessuno conosceva la posizione esatta della sua casa in campagna finché non capitò all'allora premier Matteo Renzi di atterrare con l'elicottero nel vicino campo sportivo per incontrarlo. Guida spesso l'utilitaria bianca della moglie.

padoa-schioppa e draghi

 

Gli capitava di farlo anche da governatore, sfuggendo alle regole rigide della sicurezza. Prima della pandemia usciva spesso per trattorie, sedendo rigorosamente con le spalle alla sala. Usa il cellulare come tutti ma non lo ama, mentre ha sempre fra le mani un iPad. Quando era l'uomo più potente d'Europa lo usava per controllare i mercati e il cambio dell'euro, l'ossessione dei banchieri centrali.

 

MARIO DRAGHI

Durante i lunghi viaggi in aereo è facile vederlo impegnato in una partita a scacchi o a solitario. Di recente ha letto "The Germans" di Gordon Craig e "Perfidia" di James Ellroy. Si sforza di farlo in lingua, e per lo slang di Ellroy si è affidato al traduttore di Kindle.

 

L'uomo è lusingato dall'essere candidato a tutto, ma sa essere sprezzante con chi usa il suo nome, una telefonata o un incontro per secondi fini. Capitò ad aprile con la falsa agenzia circolata sugli account whatsapp di molti giornalisti. La fake news (qui l'aggettivo è appropriato, l'Ansa fece una denuncia contro ignoti alla polizia postale) lo voleva candidato alla guida di una «task force per la ricostruzione».

lagarde draghi mattarella

 

L'inglorioso destino del piano Colao prova che Draghi ha la capacità di divincolarsi da avventure fallimentari e perdite di tempo. «Where is Mario?» è la domanda che si sentiva risuonare nei momenti più cerimoniosi dei vertici internazionali. «Where is Mario?» gridò un collega alla photo opportunity degli sherpa del G7 dopo l'accordo sulla ristrutturazione del debito russo con Michail Gorbaciov. Presente e attivo quando vede lo spazio per incidere, plasticamente assente quando non c'è. Chi lo conosce scommette farà così anche in futuro.

draghi merkelMARIO DRAGHI CON LA MASCHERINA E IL DISCORSO DI IGNAZIO VISCO DURANTE L EMERGENZA COVIDWHATEVET IT TAKES - MARIO DRAGHIMARIO DRAGHI E GIOVANNI TRIAPAGINATA A PAGAMENTO DEI GIORNALISTI CHE RINGRAZIANO DRAGHImario draghi al seggio il liceo mameli dei parioliMARIO DRAGHI CHRISTINE LAGARDERIMSEVICS DRAGHIDRAGHI GIORNALISTIDRAGHI E MATTARELLAmario draghi come dracula per la bild 1scalfari guarda ciampi che abbraccia draghid alema premier ciampi ministro del tesoro mario draghi direttore generaleMattarella DraghiLAUTENSCHLAGER DRAGHIDRAGHI GIORNALISTI1DRAGHIVISCO DRAGHIMARIO DRAGHIDRAGHI MERKEL RENZIdraghi yellen lagarde suicide squadmario draghi janet yellenmario draghi janet yellenDRAGHI MARCHIONNE

 

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO