matteo salvini luca zaia

LEGA CIVIL WAR - SI APRE UN NUOVO FRONTE TRA ZAIA E SALVINI: ARRIVANO LE LETTERE CON I PROVVEDIMENTI DISCIPLINARI AI MILITANTI VENETI "COLPEVOLI" DI ESSERE USCITI DALLA LINEA DEL "CAPITONE" MA ZAIA LI DIFENDE E CHIEDE I CONGRESSI REGIONALI: “CON LA FINE DELLO STATO D'EMERGENZA NON CI SONO PIÙ SCUSE PER RIMANDARLI” - IL VENETO E' COMMISSARIATO SIN DALLA FONDAZIONE DEL NUOVO PARTITO (LEGA PER SALVINI PREMIER)

Francesco Moscatelli e Francesco Olivo per "la Stampa"

 

zaia salvini

Quei «territori» che la Lega ha mitizzato per anni sono diventati un pericolo per Matteo Salvini. Nell'ultimo consiglio federale, il segretario, dopo aver chiesto di «metterci la faccia», ha promesso ai governatori maggiore condivisione nella gestione del partito.

 

Pochi giorni più tardi in Veneto sono arrivate le raccomandate con i provvedimenti disciplinari contro alcuni esponenti colpevoli di essere usciti dalla linea del segretario. Quasi tutti i procedimenti risalgono a qualche mese fa, ma le lettere hanno rialzato la tensione nelle sezioni del Nord Est.

 

«La busta mi è arrivata alla fine della scorsa settimana - ammette con la voce amareggiata Giovanni Bernardelli, ex presidente del consiglio comunale di Conegliano, in provincia di Treviso -. Farò ricorso e ne sto già parlando con il mio legale: in base al regolamento ho dieci giorni di tempo».

 

Per lui, leghista più che Docg che il 24 febbraio festeggerà 25 anni di militanza nel Carroccio e che ha preso la prima tessera dell'allora partito di Bossi nel 1991, quello che sta succedendo è un'offesa quasi personale.

 

LUCA ZAIA UMBERTO BOSSI MATTEO SALVINI

«Chi è senza peccato scagli la prima pietra» c'è scritto sotto il suo profilo WhatsApp. Eppure il suo nome, insieme a quelli del sindaco di Noventa Padovana Marcello Bano, dell'ex presidente del consiglio provinciale di Treviso Fulvio Pettenà e addirittura a quello dell'eurodeputato ed ex segretario della Liga Veneta Gianantonio «Toni» Da Re, è finito nel libro nero dell'ultimo partito leninista d'Italia. I primi tre (per Da Re la procedura è diversa dato lo status di parlamentare) rischiano di essere sospesi dal partito. O addirittura espulsi.

 

Alla base ci sono vicende diverse: critiche alla linea troppo morbida con i No Vax, dichiarazioni sui candidati alle amministrative, interviste «eterodosse» sui giornali. Le punizioni, brutto a dirsi, non sono niente di anomalo in un partito, succede ogni anno e non solo nella Lega. Però sarebbe sbagliato ridurre la questione a una bega interna come altre perché la vicenda veneta, al di là dei singoli casi (l'espulsione di Bernardelli sarebbe stata chiesta da Luca Zaia), si incrocia con i malumori della base per come è finita la partita del Quirinale e con una dialettica non sempre semplice tra Matteo Salvini e lo stesso governatore.

luca zaia matteo salvini massimiliano fedriga attilio fontana

 

Alcuni dei sanzionati, infatti, si riconoscono nelle battaglie del Doge, prima tra tutte quella sull'autonomia, «dimenticata da Salvini quando ha deciso di fondare la Lega nazionale». Punire i ribelli quindi può aumentare il solco che divide il segretario dal suo governatore.

 

Nel direttorio che doveva decidere sulla richiesta di sanzione per Marcello Bano, Zaia all'inizio della discussione si è astenuto, mentre il suo fedelissimo assessore Roberto Marcato ha votato contro; a favore si è espresso invece il resto della commissione formata dal commissario del Veneto Alberto Stefani, dall'ex sindaco di Padova e deputato Massimo Bitonci, dal consigliere regionale Nicola Finco e dalla ministra Erika Stefani.

 

fontana salvini zaia

Da via Bellerio fanno notare che i sanzionati sono pochi (in Veneto i militanti sono 4.000) e non sono certo di primo piano, ma nel Nord Est c'è un certo fermento: «Sono la punta dell'iceberg di un'onda che prima o poi arriverà a Milano - dice uno degli esponenti di punta della Liga -, anche con Tosi si diceva che erano quattro gatti e guardate cosa è successo. Salvini dice che non dobbiamo polemizzare sui giornali? Ha ragione, ma allora ci offrano delle sedi alternative».

 

Questo clima pesante è dovuto anche alla pandemia, i dissidi un tempo venivano risolti sotto a un gazebo o tra le mura delle sezioni, ma oggi vedersi è più complicato e per ricomporre le fratture non resta che la burocrazia interna.

 

GIORGIA MELONI - LUCA ZAIA - MATTEO SALVINI

La richiesta che arriva dal Veneto, in fondo, è sempre la stessa: i congressi. «Con la fine dello stato d'emergenza non ci sono più scuse per rimandarli» ha detto pochi giorni fa Zaia. Il Veneto è commissariato sin dalla fondazione del nuovo partito, (Lega per Salvini premier), un'esigenza necessaria nei primi anni, che ora viene vissuta come la solita ingerenza lombarda (e al limite romana). «Invece che sanzionare chi esprime il suo malessere dovrebbero cercare di capirne l'origine - si sfoga un'altra figura di primo piano -. Io non parlo con nessuno di questi nominati che oggi hanno in mano il partito. Va riaperto il dialogo fra dirigenti e base».

 

I più critici, anche perché i voti loro se li sono guadagnati uno per uno, sono gli amministratori locali. «Decidono tutto dall'alto - racconta un sindaco - . Pochi giorni fa hanno rimosso dalla chat di Padova un segretario di sezione solo perché aveva condiviso un'intervista critica rilasciata dal sindaco di Brugine. Ma che metodo è? Se vanno avanti così ne butteranno fuori uno ogni due giorni».

zaia salvinimatteo salvini luca zaia e le ciliegiesalvini zaiaLUCA ZAIA MATTEO SALVINImatteo salvini luca zaia e le ciliegie 2LUCA ZAIA MATTEO SALVINI ATTILIO FONTANA

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."