luca zaia massimiliano fedriga matteo salvini

LA LEGA RIPARTE DAL NORD - MATTEO SALVINI, DOPO LA TRAGICOMICA ESPERIENZA DA “KING-PIPPER” DEL QUIRINALE, È ANCORA IN ISOLAMENTO PER IL COVID E MEDITA SU QUALE STRATEGIA ADOTTARE PER USCIRE DALL’ANGOLO – I GOVERNATORI  DEL CARROCCIO SONO STATI CHIARI: CI SONO DA GESTIRE I MOLTI FONDI DEL PNRR E LA LEGA NON PUÒ USCIRE DAL GOVERNO. IN COMPENSO, PER ACCONTENTARE LA BASE STORICA DEL NORD-EST, RICICCIA L’AUTONOMIA. BASTERÀ PER PLACARE I MALUMORI INTERNI AL PARTITO?

Francesco Olivo per "la Stampa"

 

matteo salvini 2

Rinchiuso nel suo appartamento di Roma nord, nella speranza che sabato il tampone sia finalmente negativo, Matteo Salvini ne approfitta per mettere a punto l'agenda dei prossimi mesi, e in cima alla lista è tornato un tema storico della Lega: l'autonomia.

 

Il leader del Carroccio ha deciso di restare al governo, ma lo fa a modo suo, aprendo nuovi fronti e sfidando ministri, soci di maggioranza, senza preoccuparsi più di tanto di una coalizione, il centrodestra, che «si è sciolta come neve al sole», come lui stesso ha detto.

 

luca zaia matteo salvini massimiliano fedriga attilio fontana

Quindi si riparte dai temi, primo fra tutti quello più caro ai militanti: «Sull'autonomia penso che il percorso possa essere giunto a buon punto.

 

Ne ho parlato con il ministro Gelmini e ne parlerò con il presidente Draghi appena finisce la quarantena - ha detto martedì in un'intervista a Radio Libertà, il nuovo house organ del Carroccio - Sarebbe un bel segnale di futuro e fiducia l'estensione delle responsabilità degli enti locali. Non dispero e non escludo di riuscire a chiudere il percorso dell'autonomia prima della fine della legislatura».

MEME GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI CURLING

 

L'obiettivo di Salvini è duplice, da una parte vuole mostrare ai suoi che l'alto prezzo pagato per stare al governo, viene ricompensato con dei risultati concreti che stando nel comodo rifugio dell'opposizione non si potrebbero ottenere.

 

LUCA ZAIA MATTEO SALVINI

Il secondo è da leggere in chiave interna: nel Nord e specie in Veneto e Friuli Venezia Giulia il malcontento verso la gestione commissariale del partito sta raggiungendo il livello di guardia e rilanciare sui poteri delle Regioni è un modo per mostrare attenzione ai territori.

 

L'accusa che alcuni fedelissimi del governatore Luca Zaia muovono al segretario è proprio di aver trascurato la battaglia per l'autonomia per portare avanti il progetto della Lega nazionale.

 

Non è un caso che uno dei primi a celebrare l'impegno assunto da Salvini sia proprio Zaia: «Condivido totalmente la sfida. Questo Governo può scrivere una vera pagina di storia del Paese. L'autonomia è una vera assunzione di responsabilità e il percorso per raggiungerla è stato iniziato dal Veneto e ha avuto la sua celebrazione con il referendum del 22 ottobre del 2017».

 

MASSIMILIANO FEDRIGA E MATTEO SALVINI

I sondaggi pubblici e privati indicano che l'insofferenza del Nord verso Salvini è cresciuta notevolmente per la gestione della partita del Quirinale. Eppure è proprio la nuova elezione di Mattarella ad aver ridato linfa al progetto autonomista.

 

Nel discorso pronunciato il giorno del giuramento il capo dello Stato ha parlato così: «Il ruolo e lo spazio delle autonomie sono decisivi, dobbiamo sapere che dalle risposte che saranno date a questi temi dipenderà la qualità della nostra democrazia».

 

ERIKA STEFANI

Zaia, che il giorno del voto del Parlamento si era intrattenuto per un colloquio con Mattarella al Quirinale, aveva espresso grande soddisfazione: «È stato un bel segnale, un passaggio che ho molto apprezzato e che fa ben sperare che si possa arrivare alla fase esecutiva». La fase «esecutiva» effettivamente non sembra lontana, il ministero degli Affari regionali guidato da Mariastella Gelmini sta lavorando al progetto e ritiene di essere arrivato «in dirittura d'arrivo».

 

matteo salvini e il bis di mattarella meme

Ma di incognite ce ne sono molte, come dimostrano le vicende di questi ultimi anni. Erika Stefani, allora la ministra competente, era arrivata a un passo dall'approvazione, con i documenti bilaterali tra Regioni e Stato in attesa di approvazione, ma il M5S, allora partner di governo, si mise di traverso in ogni modo, specie sul tema della «spesa storica», ovvero il criterio con il quale si determina il fabbisogno degli enti locali. Il progetto andò a monte e fu uno dei motivi che portarono alla caduta del governo gialloverde.

 

Il successore di Stefani, Francesco Boccia, preferì inserire gli accordi con i singoli enti locali in una legge quadro, un approccio più morbido che anche Gelmini ha confermato, nella speranza di superare diffidenze ataviche. La ministra degli Affari regionali ne ha parlato con Stefano Bonaccini e Massimiliano Fedriga e crede di essere a buon punto. Tra i più freddi sul tema dell'autonomia ci sono gli esponenti di Fratelli d'Italia, che hanno tutte altre priorità: «Prima si fa il presidenzialismo e poi semmai si decentrano i poteri», dice un dirigente. Tra ex alleati la diffidenza è tale che nemmeno ci si siede a negoziare.

matteo salvini. MATTEO SALVINI E IL PAPEETE SUL QUIRINALE - BY ELLEKAPPAgiuseppe conte matteo salvini meme

MATTEO SALVINI FLOPMAKER BY ELLEKAPPA

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO