enrico letta

LETTA, PREPARA LA VALIGIA! - DOPO LA SCONFITTA ELETTORALE, NEL PD SI APRE LA FAIDA PER LA SEGRETERIA - ENRICHETTO HA SBAGLIATO TUTTO: L’IDEA DI CAMPO LARGO CON IL M5S POI CANCELLATA, L’ABBRACCIO A CALENDA CHE L’HA RIPUDIATO E INFINE L’ALLEANZA CON DI MAIO CHE NON E’ RIUSCITO NEANCHE A ENTRARE IN PARLAMENTO - NEL PARTITO SONO IN MOLTI PRONTI A CANDIDARSI PER LA SEGRETERIA. IN PRIMA FILA C’È BONACCINI - MA IL PROBLEMA PRINCIPALE SARÀ TENERE INSIEME LE MILLE CORRENTI, TRA NOSTALGICI DEL RENZISMO E ANTIRENZIANI, CENTRISTI E VEDOVELLE DI CONTE…

CONTE LETTA

Stefano Cappellini per www.repubblica.it

 

Enrico Letta arriva nella sede nazionale del Pd per seguire lo spoglio verso le 22, quando i dati dei vari exit poll, ancora coperti ma già in circolo tra gli addetti ai lavori, hanno già alzato il livello di allarme nel partito. Dopo aver votato nel suo seggio a Testaccio, il segretario è andato a messa. Quindi una passeggiata con la moglie prima delle riunioni del pomeriggio, per progettare la gestione della comunicazione nella lunga notte dello spoglio.

 

letta conte calenda

Quando Letta mette piede al quartier generale del Nazareno c’è ancora fiducia in uno scatto finale. Ma lo scenario dei primi numeri sembra un perfetto incrocio di tutti gli esiti più sgraditi al Pd: fallito l’obiettivo di essere primo partito, Fratelli d’Italia saldamente avanti, a rischio la soglia psicologica del 20 per cento, la coalizione lontana dal 30 per cento, la destra forte di una maggioranza in entrambi i rami del Parlamento e, non ultimo, il M5S dell’ex alleato Giuseppe Conte non lontano dai dem.

 

enrico letta stefano bonaccini

In più, la discreta performance del polo Calenda-Renzi rischia di rendere perdenti anche collegi uninominali considerati sicuri o quasi. Un quadro che alle ore 23 è ancora virtuale ma già pesante: inchioderebbe il Pd vicino ai risultati del 2018, quando il partito guidato da Renzi chiuse con un tracollo storico la legislatura nella quale il leader di Italia viva aveva governato per tre anni e i dem per cinque anni su cinque. Dopo che le tv hanno diffuso i dati degli exit, Letta predica prudenza: «Anche in Svezia hanno fallito. Aspettiamo i voti veri». C’è ancora la speranza di scavallare il 20: «Restiamo noi l’unico partito che insidia FdI».

 

PROVENZANO 11

Il dato più positivo è anche quello più amaro: l’area del fu campo largo potrebbe arrivare davanti al centrodestra. Letta non ha rimpianti: continua a ritenere fosse improponibile agli elettori un accordo con il M5S dopo la caduta di Draghi. Ed è evidente che fare la somma algebrica dei consensi di Pd e grillini non sarebbe corretto. Conte non avrebbe preso tutti questi voti e forse nemmeno il Pd avrebbe tenuto tutti i suoi.

 

STEFANO BONACCINI ENRICO LETTA

Solo il dato sulla distribuzione dei seggi potrà dire se si tratta di una semplice sconfitta, che in fondo era stata messa in conto già all’inizio della campagna elettorale, o di una disfatta. In ogni caso, per i dem si apre l’ennesimo anno zero. Servirà un congresso, in tempi rapidi. Idee chiare per provare a ripartire e impostare un altro tentativo di svolta e rinnovamento, chiunque sarà il leader.

 

Letta ha sempre tenuto coperte le sue intenzioni sul dopo voto. Troppo rischioso legare il futuro della sua segreteria al raggiungimento di una soglia. È chiaro che ha sempre tenuto in conto anche la possibilità di fare un passo indietro, ma la sua intenzione è andare avanti, guidare la traversata nel deserto.

ELLY SCHLEIN

 

Nel partito sono in molti pronti a candidarsi per la segreteria. In prima fila c’è il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, che già tre anni fa era pronto a sfidare Nicola Zingaretti. Il favorito è lui, c’è una rete di sindaci e amministratori locali pronti a lanciarne la candidatura. Molto probabile anche la scesa in campo del sindaco di Pesaro Matteo Ricci. Sul versante sinistro del partito la situazione è più confusa. Il vicesegretario Peppe Provenzano dovrà decidere se sfidare Bonaccini, al momento sembra propendere per il no. Andrea Orlando si candidò già contro Renzi, potrebbe decidere di farlo ancora, ma lo scorcio finale della campagna elettorale ha fatto molto salire le quotazioni dell’indipendente Elly Schlein, che peraltro di Bonaccini è la vice in Regione.

 

enrico letta andrea orlando

Ma se Letta dovesse mollare, e il congresso trasformarsi in una corrida, il problema principale, più che trovare un segretario, sarà tenere insieme vincitori e vinti, nostalgici del renzismo e antirenziani, centristi e filo Conte. Il rapporto con il M5S è un punto chiave. Rilanciare un’alleanza con Conte? C’è il rischio di finire a fare i partner minori del grillismo. Guardare dall’altra parte? Potrebbe regalare a Conte una definitiva egemonia su una quota rilevante dell’elettorato di sinistra, risucchiando ciò che resta dei dem in un centrismo minoritario.

 

debora serracchiani a dimartedi

Resta solo lo spoglio reale a poter ridare un po’ di fiato al Pd. Ad affiancare Letta nella notte c’è il fedelissimo Marco Meloni, coordinatore della segreteria. In sede anche le capogruppo Debora Serracchiani e Simona Malpezzi. Parlano pure le assenze. Lo scrutinio sarà lungo, il congresso di più, ed è già cominciato.

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…