mario draghi matteo salvini enrico letta

LETTA-SALVINI, SCAZZO CONTINUO – TANTO PER CAMBIARE ENRICHETTO NON PERDE OCCASIONE PER INFILZARE IL “CAPITONE” E METTE IN DISCUSSIONE LA “STRANA MAGGIORANZA” CHE SOSTIENE DRAGHI: “SE NON VUOI LE RIFORME ALLORA ESCI DAL GOVERNO" – LA REPLICA DEL LEGHISTA IN VERSIONE CHEERLEADER DI SUPERMARIO: “LETTA È OSSESSIONATO DA ME. DRAGHI AL QUIRINALE? LA LEGA LO VOTEREBBE CON ENTUSIASMO” – IN FASE DI RIPOSIZIONAMENTO L’EX TRUCE HA PAURA DI NON RIUSCIRE A VEDERE PALAZZO CHIGI MANCO COL BINOCOLO, SE CI RIMANE SUPER-MARIO…

1. LETTA, ATTACCO A SALVINI "SE NON VUOI LE RIFORME ALLORA ESCI DAL GOVERNO"

Alessandro Di Matteo per “La Stampa”

 

enrico letta a in mezzora in piu 2

A queste condizioni no: Enrico Letta reagisce duramente allo stop di Matteo Salvini alla riforma della giustizia e dopo settimane di battibecchi quotidiani arriva a mettere esplicitamente in discussione la "strana maggioranza" che da febbraio sostiene Mario Draghi. A far scattare la reazione del segretario Pd sono le dichiarazioni del leader leghista a Repubblica, quell'allusione al fatto che il governo non riuscirà a fare le riforme, a cominciare da quelle della giustizia e del fisco: «Siamo realisti...».

 

enrico letta e oscar camps

Troppo per Letta, che già aveva accolto male la scelta della Lega di raccogliere le firme per il referendum sulla giustizia: «Se Salvini dice che sta in questo governo solo per riaprire e approvare il Pnrr, credo che le nostre strade debbano rapidamente divergere». Quello del leader Pd suona proprio come un avviso di sfratto: «Mi chiedo su quale discorso programmatico (Salvini, ndr) abbia dato la sua fiducia a Draghi a febbraio. Lasci! E lasci che le riforme le faccia Draghi con chi le vuole».

 

ENRICO LETTA E MATTEO SALVINI

Non è la prima volta che Letta evoca un'uscita della Lega dalla maggioranza, ma mai finora era stato così netto. Il leader Pd è convinto che il governo potrebbe andare avanti anche senza Salvini, di fatto con la formula della "maggioranza Ursula", quella che in Europa ha eletto la presidente della commissione Ursula von Der Leyen. La riforma della giustizia, dicono al Nazareno, è una delle condizioni poste dall'Ue per l'erogazione dei soldi del Recovery plan e il timore è che la linea "di lotta e di governo" di Salvini finisca per minare la credibilità dell'Italia.

 

matteo salvini

D'altra parte, anche da Forza Italia Anna Maria Bernini ricorda che le riforme sono «indispensabili per ottenere i fondi del Next Generation Eu». Il leader leghista ribatte parlando di «ossessione» del Pd nei suoi confronti e aggiungendo che non intende affatto lasciare la maggioranza: «Letta e Grillo vogliono la Lega fuori dal governo per approvare Ius Soli, Ddl Zan e patrimoniale? Poveri illusi, gli alleati più leali, di Draghi e dell'Italia, siamo e saremo noi».

 

MOURINHO ALLA ROMA - VIGNETTA ELLEKAPPA

Altro che ossessione, replicano dal Nazareno, «Salvini si nasconde dietro il nobilissimo strumento del referendum per non assumersi la responsabilità di fare una riforma della giustizia». Ma anche nel Pd sono consapevoli che difficilmente il leader della Lega uscirà dalla maggioranza. E allora la spiegazione dell'offensiva di Letta va cercata, forse, anche nei sondaggi che danno la Lega in difficoltà, tallonata dal Pd e - soprattutto - incalzata da Fdi che pian piano rosicchia voti a Salvini. «La verità - ammettono in casa Pd - è che lui è in difficoltà perché i sondaggi dicono che perde consensi a favore della Meloni...».

 

salvini draghi

La linea "di lotta e di governo", di fatto, finora non paga e i dem hanno tutto l'interesse a sottolineare che alla fine i diktat di Salvini restano solo parole. Ma Letta cerca anche di rimediare ai danni provocati dalla rottura con M5s a Roma e Torino. Il segretario Pd "arruola" Articolo 1, gli ex Pd di Roberto Speranza e Pier Luigi Bersani che avevano lasciato il partito durante l'era Renzi. Speranza annuncia la partecipazione di Articolo 1 alle "agorà democratiche" lanciate da Letta per ricostruire il centrosinistra: «Il nostro obiettivo fondamentale è provare a rilanciare questo campo largo del centrosinistra. Il messaggio di fondo credo che oggi sia questo, che insieme noi lavoreremo per offrire un'alternativa alla destra».

ENRICO LETTA PARLA DI DRAGHI A PORTA A PORTA

 

Tanto che, rivolgendosi a Letta e Conte, chiede un impegno chiaro sulle amministrative: «Dove non riusciremo a fare un accordo al primo turno, lavoreremo insieme per sostenere il candidato di chi di questa famiglia è arrivato al secondo turno». Letta vuole costruire un'alternativa anche per mandare un messaggio chiaro al M5s: il Pd non intende aspettare, il centrosinistra verrà ricostruito e i 5 stelle devono fare una scelta. «Noi - dice Letta all'assemblea di Articolo 1 - staremo insieme alle prossime elezioni politiche, io ne sono convinto. Saremo parte di una proposta comune, lavoreremo in questo anno e mezzo per arrivare in quella direzione». Messaggio che Giuseppe Conte raccoglie subito: «Abbiamo alle spalle un cammino comune con il Pd e Leu. Questa esperienza non può essere accantonata: dobbiamo continuare a lavorare insieme e dobbiamo darci un orizzonte».

ENRICO LETTA

 

2. "IL CAPO DEL PD È OSSESSIONATO PARLA DI ME OGNI SANTO GIORNO"

Alberto Mattioli per “La Stampa”

«Letta? Evidentemente è ossessionato da Salvini. Continua a parlare di me ogni santo giorno», se la ride Matteo Salvini dopo un veloce passaggio alla manifestazione contro il disegno di legge Zan, in piazza Duomo a Milano.

 

Però è stato lui a sostenere che sarà molto difficile che sia il governo Draghi a fare le riforme. Visto che proprio per questo il governo è nato, ha ribattuto Letta, non si capisce allora cosa ci stia a fare la Lega. Controreplica di Salvini: «Il vero ostacolo alle riforme, soprattutto le due più urgenti, la giustizia e il fisco, non siamo noi. Se la ministra Cartabia venisse a portare in Parlamento una buona riforma della giustizia, i problemi non verrebbero dalla Lega, ma dal Pd e dal M5s».

 

MATTEO SALVINI

 Però il fatto che vi siate alleati ai radicali per promuovere un referendum sulla giustizia non serve esattamente a rafforzare il governo...

 «Non vogliamo fare un dispetto a Draghi. Semplicemente, su questo tema c'è un'oggettiva convergenza con i radicali, che su mille altri argomenti la pensano all'opposto da noi. Se la riforma riuscisse a farla il Parlamento, tanto meglio. Ma non credo che sarà facile. Vorrei che fosse chiaro che la Lega non ha alcuna intenzione di creare dei problemi a questo governo. I problemi vengono semmai da chi mi attacca un giorno sì e l'altro pure», insomma da Letta, che Salvini nomina il meno possibile anche perché in casa leghista ieri l'ordine di scuderia era quello di non alimentare le polemiche, e il Capitano deve dare l'esempio.

 

draghi letta

Anche se gli brucia, e lo ripete, che da sinistra non sia arrivata alcuna solidarietà dopo gli insulti e le minacce ricevuti via social per aver espresso solidarietà a Israele attaccato. Ma è un Salvini più di governo che di lotta: «Letta e Grillo ci vogliono fuori dal governo per approvare Ius soli, legge Zan e patrimoniale? Poveri illusi. Gli alleati più leali di Draghi siamo noi», twitterà in serata, lanciando il nuovo hashtag leghista: #ossessionati (sottinteso: da lui). C'è poi il capitolo Quirinale.

MATTEO SALVINI IN SENATO APPLAUDE DRAGHI

 

Conferma che come nuovo inquilino ci vedrebbe bene Draghi?

«La Lega lo voterebbe con entusiasmo. Non credo che succederebbe lo stesso con il Pd, che di candidati al Colle ne ha fin troppi, almeno una decina, e di fronte a Draghi sarebbe in imbarazzo».

Ma per il Quirinale si vota l'anno prossimo, dunque Draghi non potrebbe restare a Palazzo Chigi fino alla fine della legislatura, che termina nel '23...

«Questo dovrebbe deciderlo lui. Io mi sono limitato a dire che noi lo voteremmo subito. Non mi permetterei mai di dire a Draghi cosa deve o non deve fare. E comunque mi sembra che ci sia ancora tempo».

SALVINI DRAGHI

 

Quello che inizia a mancare, per inciso, sulla scelta dei candidati sindaci in generale e per Milano in particolare, dopo che Albertini dopo lunghe riflessioni ha detto di no.

«Troveremo un uomo o una donna all'altezza sia qui che a Roma. Decideremo in settimana con gli alleati di centrodestra».

 

matteo salvini a pranzo per convincere gabriele albertini

È un Salvini dai toni concilianti. I sarcasmi sono tutti per il ministro Speranza, nella narrazione leghista l'uomo che vuol tenere gli italiani segregati in casa: «Qualcuno deve spiegargli che ci sono milioni di persone che rischiano di perdere il lavoro. I dati delle ultime settimane dicono che la situazione migliora ogni giorno. Il diritto al lavoro e alla libertà è sacrosanto. Ho sentito sindaci, governatori, ministri e parlamentari leghisti e sono tutti d'accordo: bisogna restituire agli italiani fiducia e libertà già dalla prossima settimana, iniziando con togliere il coprifuoco».

 

enrico letta

Prima, il passaggio alla manifestazione contro il Ddl Zan organizzata dall'Associazione ProVita e Famiglia, che risulta un po' moscia forse per la pioggia: non tanta gente e una sola bandiera, un Tricolore con lo stemma sabaudo. Ad animarla hanno provveduto i partecipanti alla contromanifestazione degli studenti che si sono presi anche qualche manganellata quando si sono avvicinati troppo. Prima, Salvini aveva tuonato contro «la copertina disgustosa su un periodico (trattasi dell'Espresso, ndr), un uomo incinto. Per me un uomo incinto è una schifezza e pretendo di poterlo gridare.

 

salvini

Mano pesante per chi aggredisce o discrimina, picchia o insulta ma la libertà di pensare che un bambino viene al mondo se ci sono una mamma e un papà non può essere né imbavagliata né processata». E poi via con la consueta polemica contro chi vuole portare «sui banchi di scuola di bimbi di sei anni teorie come il gender o idee come le adozioni gay o l'utero in affitto. Sono qui a manifestare per la libertà»

matteo salvini al citofonomatteo salvini 3matteo salvini a palermomatteo salvini 1enrico letta

Ultimi Dagoreport

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...