LETTO ALLA FRANCESE - HOLLANDE OGGI AVREBBE VOLUTO PARLARE SOLO DI ECONOMIA E DELLA SVOLTA LIBERALE DEI SOCIALISTI, INVECE DOVRÀ SPIEGARE LE SUE AVVENTURE CON L'AMANTE

Cesare Martinotti per ‘La Stampa'

François Hollande romperà oggi due tabù, uno si chiama social-liberalismo, l'altro Julie Gayet. L'uno è politico, l'altro personale, di cuore e di sesso. Si parlerà più del secondo che del primo, più della sua amante che della mutazione politica-culturale annunciata nel messaggio tv di fine anno e che verrà presentata oggi nella conferenza stampa più attesa.

Ci sarà modo di valutare la variante Julie sull'evoluzione liberale del socialismo francese tuttora prigioniero di tabù non da poco. La bionda attrice quarantunenne che ha choccato e mandato all'ospedale la première dame Valérie Trierweiler renderà più glamour il passaggio di fase nella presidenza finora impopolare di Hollande, o la farà trascolorare in un vaudeville generalizzato? «Tartufferie», ha già sentenziato il gran capo della sinistra Jean-Luc Mélenchon.

La macchina comunicativa dell'Eliseo ha fatto sapere a «Le Monde» che il Presidente si è preparato a liquidare le domande sulla sua vita privata reclamando il rispetto della privacy. Quando Sarkozy fece una delle sue «rupture» confessando che con Carla Bruni era una «cosa seria», l'opinione pubblica non gradì la miscela pubblico-privato. Si sa com'è finita. Pertanto i tre punti cardine di oggi restano l'abbassamento delle imposte, i tagli alla spesa pubblica e il «patto di responsabilità» da proporre alle imprese. Analisti ed economisti erano e sono intenti a studiare se questo passaggio da una posizione socialdemocratica a una inflessione marcatamente social-liberale rappresenti una semplice chiarificazione del programma originario di Hollande o una vera mutazione di fondo.

La variante Julie ha tagliato il dibattito e costretto i media francesi ad una altro strappo, quello che li voleva rispettosi fino al grottesco della vita privata dei politici. Mai nulla si è saputo delle avventure di Giscard, per anni si è fatto finta di non sapere che Mitterrand aveva due famiglie e una figlia segreta. Nulla su Chirac, pur chiacchieratissimo.

È stato Sarko a rompere lo schema e a rimanere alla fine vittima della sua audacia. La scalata all'Eliseo era partita mano nella mano con la (seconda) moglie Cecilia che giustificava il suo ruolo con queste parole: «La politica è così dura che è meglio farla in due...». Fino a quando «Paris Match» non pubblicò una foto della signora insieme all'amante e la «rupture» da messaggio politico sarkozista divenne una ferita alla sua immagine.

La testa del direttore di «Paris Match» venne poi consegnata a freddo sul tavolo di Sarko eletto presidente; quella della direttrice di «Closer», che ha rivelato e documentato lo scoop della relazione tra Hollande e la Gayet, non corre questo rischio. La «presse people» che i francesi pronunciano con disprezzo «pipòl» pur leggendola avidamente ha fatto dei progressi nella rottura del santuario dell'Eliseo.

L'altra presse è stata invece messa a dura prova dall'affaire che presenta delle novità assolute. Non è mai accaduto - o non si è mai saputo - che un presidente della République sia stato seguito e spiato come Hollande. Si può sospettare - lo fa «Le Monde» di oggi - che ci sia sotto lo zampino di Sarkozy dal momento che il dispositivo di sicurezza dell'Eliseo è ancora composto dai fedelissimi dell'ex presidente.

I grandi giornali e i media hanno reagito con imbarazzo. Il comunicato dell'Eliseo in cui si lamentava la violazione della privacy del Presidente ha rotto l'incantesimo. «Libération» lo ha spiegato chiaramente: se non ci fosse stato quel comunicato, la semplice pubblicazione dell'affaire su un giornale come «Closer» non avrebbe costituito notizia. La replica presidenziale ha trasformato un affare privato in affare di Stato.

E infatti i giornali di sabato titolavano sulla protesta dell'Eliseo, non sul fatto in sè che veniva condensato in un accenno, niente di più. Come dare la notizia di rimbalzo. Eleganza o furbizia? Privacy difesa o sublimazione dell'ipocrisia? Per un Paese che ha costruito sulla Comédie humaine parte della sua grande letteratura non ci sono dubbi.

Il giorno dopo il rimbalzo è stato ancora più evidente perché l'affaire continuava ad essere trattato da lontano ma facevano notizie i giornali di tutto il mondo che in prima pagina non hanno messo le lamentele presidenziali, bensì il fatto che Monsieur Hollande fosse stato sorpreso a recarsi di notte in motorino dalla sua bella. Pare che più di tutti abbia fatto scalpore la fotografia di Julie Gayet sulla prima pagina del «Financial Times».

Le reazioni fredde e ultracorrette dei politici di opposizione (Madame Le Pen ha detto che non si occupava della vita privata altrui) hanno cominciato a scaldarsi. E se diventasse un affaire di Stato? In tv e sulla Rete il caso è ovviamente esploso. Il comico Cyril Hanouna si è presentato davanti alle telecamere di Europe1 con il casco da motociclista: «Mi ha dato un passaggio il presidente...».

La frattura tra il discorso pubblico reale e quello ufficiale non è mai stata così clamorosa. Anche il pack dei politici ha cominciato a sciogliersi. La portavoce del governo Najat Vallaud Belkacem con il suo faccino da brava ragazza continua a ripetere che vanno «preservate le frontiere tra pubblico e privato», ma intanto il capo della destra Copé dice che «funzione presidenziale» è stata colpita. E con lei l'«exception française». Il Presidente più noioso e dotato di autentiche ascendenze calviniste ha regalato alla Francia un inatteso «frisson». Sopravviverà il socialismo-liberale nella variante Julie? I francesi non lo giudicheranno per questo, ma di sicuro ne parleranno a lungo.

 

 

hollande-gayet-trierweilerHOLLANDE-GAYETHOLLANDE-GAYETtrierweilerCARLA BRUNI E NICOLAS SARKOZY Valerie Trierweiler Carla Bruni Sarkozy reference françois mitterrand

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…