LONDON CALLING: LA CRISI SCHIANTA I SUDDITI DI ELISABETTA

Claudio Gallo per "La Stampa"

Il coltello dell'austerity di Cameron ha cominciato da ieri ad affondare nella carne viva della società. Il mitico welfare inglese non ha più nulla di mitico, è un vecchio aristocratico che per scaldarsi brucia i mobili di casa. Nel frattempo il modello di Big Society (i privati dove lo stato si è ritirato), presentato dal primo ministro come la magica soluzione per assicurare i servizi decimati, non sembra decollare.

Da oggi le famiglie assistite con un letto in più rispetto alle necessità perderanno il 14% dei contributi per la casa, con un costo medio per famiglia di 14 sterline a settimana. E' la controversa "Bedroom Tax". Tagli al sistema degli affitti, ai fondi per i disabili e aumenti delle tasse comunali incideranno fino a 25 sterline la settimana. Entra in vigore anche il tetto di 500 sterline al mese per i sussidi famigliari. Il "Child Poverty Action Group" ha calcolato che la stangata costerà alle famiglie 93 sterline la settimana.

Per avere l'assistenza legale gratuita, d'ora in poi bisognerà avere un reddito famigliare non superiore alle 32 mila sterline l'anno. Chi guadagna tra 14 e 32 mila dovrà sottoporsi a un test di idoneità. I benefici sulle tasse locali saranno trasferiti ai consigli comunali, con una riduzione nei finanziamenti del 10%. Brutta storia per i 5,6 milioni di britannici a basso reddito che li chiedono: gli enti locali stanno agonizzando, non potranno che tagliare ancora.

Rivoluzione anche per l'invalidità che sarà calcolata in modo diverso: non più una valutazione delle condizioni, ma la percezione soggettiva delle condizioni. Ora sarà richiesto un esame diretto e non più una domanda scritta. Il nuovo metodo inevitabilmente restringerà la porta d'ingresso.

Dal prossimo lunedì per la prima volta benefici assistenziali e crediti fiscali non seguiranno l'inflazione, ma aumenteranno per i prossimi tre anni solo dell'1%. I redditi più alti (da 150 mila sterline l'anno) avranno invece ridotta a 45p la tassa dei 50p, 50 centesimi ogni sterlina oltre il tetto. Il mancato gettito dovrà essere recuperato da un aumento della tassa sugli immobili di lusso.

Da metà aprile entrerà progressivamente in vigore la riforma più acclamata, il "Welfare benefit cap", un tetto all'assistenza ai disoccupati, affinché l'indennità non superi il guadagno medio annuo di una famiglia al netto di tasse e contributi. Una cifra intorno alle 26 mila sterline. Da aprile, ma più lentamente, partirà un sistema di crediti per incentivare al lavoro i disoccupati.

Hanno scritto ieri sul Daily Telegraph il titolare dell'Economia Osborne e quello del Lavoro Smith: "Il welfare va urgentemente riformato per il bene della società". Per i due ministri di Cameron si tratta di un ritorno alle origini: aiutare chi è veramente in difficoltà, gli altri hanno il dovere di cavarsela. Il governo conta di tagliare la spesa pubblica di 50 miliardi di sterline entro il 2015, nello sforzo di ridurre il crescente deficit e favorire la ripresa economica.

In tempi di penosi sacrifici, la figura del disoccupato che non fa nulla per cambiare il suo stato, perché con l'assistenza guadagna più di un manovale, è diventata un bersaglio polemico molto popolare, e come tutti i cliché contiene una parte di verità. Così come lo stereotipo della famiglia assistita che vive in un casone a spese del contribuente. Ma la realtà non è quasi mai così topica. Le famiglie con figli handicappati, ad esempio, spesso hanno bisogno di una stanza in più per gestire la loro vita complicata.

Londra spera che i 660 mila colpiti dalla misura si spostino in case più piccole, liberando abitazioni con un risparmio per il contribuente di 500 milioni. La "Bedroom Tax" è ovviamente razionale, ma una razionalità astratta rischia di diventare disumana, dicono i critici.

Un'inchiesta tra 37 autorità locali nel Regno Unito ha messo in luce come 96 mila famiglie potrebbero perdere la casa "troppo spaziosa", di fronte alla disponibilità di 3688 abitazioni più piccole. "Famiglie che stanno già lottano per sopravvivere subiranno un altro duro colpo.

Il governo sta lasciandosi alle spalle il peggior record di povertà infantile di qualsiasi altro governo nel corso di una generazione", ha detto Alison Garnham della Ong Child Poverty Action Group. Quasi le stesse parole usate nei giorni scorsi dall'arcivescovo di Canterbury Justin Welby, accusato ieri da alcuni esponenti "tories" di "retorica della povertà".

Cameron non ha mai fatto mistero di voler smontare il welfare, secondo lui pachiderma novecentesco inadatto nella società globale. Ma la sua ricetta per sostituirlo è per ora soltanto uno slogan fortunato, la Big Society: la solidarietà privata al posto di quella pubblica.

La scure del Cancelliere Osborne si infatti è indirettamente abbattuta anche sulle società caritatevoli private che dipendevano dai fondi comunali, tagliati di un terzo. Un recente studio della Charity Aid Foundation prevede che quest'anno chiuderà una sigla ogni sei.

Metà delle associazioni consultate sta vivendo con i fondi di emergenza. Nonostante l'Ufficio del premier, basandosi su una ricerca privata, sostenga che le cifre del volontariato siano in aumento, Sir Stephen Bubb, direttore dell'Associazione dei direttori delle organizzazioni volontarie, ha da poco scritto al primo ministro per avvertirlo che l'etichetta Grande Società "è di fatto morta".

Nonostante i 600 milioni della banca pubblica per la Big Society, gli obiettivi sono lontani perché i privati non hanno sufficienti risorse. Dice Jane Kavana di Redcar, che ha perso il lavoro all'inizio di marzo, quando la sua Ong Nightstop ha chiuso: "La Big Society la facevamo ben prima che Cameron ci saltasse sopra. Ora sembra che il governo chieda soltanto che si faccia lo stesso lavoro a un costo più basso".

 

CAMERON DAVID ed milibandREGINA ELISABETTA CON DAVID CAMERON REGINA ELISABETTA II GEORGE OSBORNElondra pioggia x londra pioggia

Ultimi Dagoreport

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….