LUIGINO SOGNA PALAZZO CHIGI (MA SOGNARE NON COSTA NULLA) - L'INCONTRO CON DRAGHI, IL PROFILO PIÙ ISTITUZIONALE, I RAPPORTI CON I PONTIERI LETTA, CROSETTO, GIORGETTI E ROSATO: DI MAIO SI STA DANDO UNA RINFRESCATA D’IMMAGINE, DOPO L’ANNO DI GOVERNO CON LA LEGA IN CUI SBRAITAVA DAL BALCONE PER AVER “ABOLITO LA POVERTÀ” - IL LAVORO DI MAQUILLAGE OPERATO DAL SUO PORTAVOCE AUGUSTO RUBEI…

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Marco Antonellis per “Italia Oggi”

 

augusto rubei laura luigi di maio virginia saba augusto rubei laura luigi di maio virginia saba

«L'incontro con Draghi? Guardi, è stato un incontro istituzionale come ne tengo molti altri. In qualità di ministro degli Esteri è naturale che io interloquisca e abbia un dialogo anche con l'ex presidente della Bce Mario Draghi. Non ci vedo nulla di strano». Con Mario Draghi «c'è stato uno scambio di vedute su vari temi - ha spiegato il ministro degli Esteri pentastellato in un'intervista - specificatamente in virtù del ruolo che ha ricoperto ai vertici della Banca Centrale Europea».

 

«È stato un incontro cordiale e proficuo, mi ha fatto un'ottima impressione». Sull'incontro Di Maio-Draghi i quotidiani «di bandiera« hanno dato ancora una volta prova della loro straordinaria fantasia. Ogni ministro degli Esteri che si rispetti ha la sua agenda personale, l'auspicio è che ogni suo passo sia volto alla tutela dell'interesse nazionale, perché questo prevede la Costituzione. D'altronde, quanti ministri (o lo stesso presidente Conte) intrattengono colloqui informali con autorità o persino con alcuni direttori di giornali?

luigi di maio pratica di mare luigi di maio pratica di mare

 

Eppure non vi è poi alcuna comunicazione degli incontri, semplicemente perché non tutto si comunica. Ad esempio, uno scambio di vedute, così come lo ha considerato lo stesso Draghi, non si comunica. È il principio di indipendenza e autonomia di cui gode una autorità pubblica, che prevede che questa non debba informare nessuno se incontra, ad esempio, un economista lontano, in questo momento, da qualsiasi carica istituzionale. Detto questo, veniamo ai fatti. Qualcuno ha scritto che sia stato lo staff di Di Maio a far trapelare strategicamente la notizia, ma non è così.

 

LUIGI DI MAIO SCARICA MASCHERINE LUIGI DI MAIO SCARICA MASCHERINE

È vero, tra i corridoi del deep state corre voce che uno degli artefici - forse l'artefice vero e proprio - dell'incontro tra Draghi e Di Maio sia stato l'influente portavoce Augusto Rubei, che su Di Maio ha saputo costruire un nuovo profilo, più sobrio e istituzionale e certamente più apprezzabile rispetto al Di Maio che conoscevamo nel primo anno di governo con la Lega. Ma allo stesso tempo, chi conosce bene gli ambienti della Farnesina sa bene quanto Di Maio non abbia mai mancato di rispondere alle logiche della consueta grammatica istituzionale.

 

di maio guerini di maio guerini

Insomma, la notizia non è trapelata da quelle parti. La notizia era nell'aria già da qualche giorno e Mario Draghi aveva incontrato fin troppi politici per pretendere che gli incontri restassero segreti. Più di qualcuno ne aveva già parlato con qualcun altro. E il resto come spesso accade viene da sé. Ma il polverone alzato dietro questo incontro è estremamente indicativo dello stato di salute del governo. Un esecutivo estremamente debole e frammentato, dove ogni variabile è in grado di condizionarne il corso e l'equilibrio. Di Di Maio, Draghi ha già raccontato ad alcuni di aver avuto un'ottima impressione.

MARIO DRAGHI MARIO DRAGHI

 

Di Draghi, Di Maio ha fatto lo stesso. Tutti i complotti sollevati a margine sono stati solo l'occasione per far sparare si, stavolta a Rubei, il colpo di grazia, quando intorno alle 20 ha diffuso a tutti giornalisti della sua lista broadcast un messaggio lapidario: Di Maio è al lavoro, i complotti li lasciamo agli altri. Volare alto, è la nuova regola. E il messaggio è subdolo: se c'è qualcuno ingabbiato nelle proprie paranoie è un suo problema, noi continuiamo a lavorare.

 

mario sechi guido crosetto foto di bacco mario sechi guido crosetto foto di bacco

Così come un incontro di lavoro è stato quello con Draghi. Che poi, inaspettatamente, sia stato Giggino a tenerlo e non Giuseppi - come qualcuno avrebbe potuto immaginare - è tutto dire. Basti vedere il rafforzamento dell'asse con gli Usa sempre per mano di Di Maio. La partita delle partecipate stravinta ancora da Di Maio. I rapporti cordiali di quest' ultimo con Letta, Rosato, Giorgetti, Crosetto e la lista potrebbe essere lunghissima. Il vento non sta cambiando. È già cambiato e chi vuol far finta di non vedere faccia pure.

 

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