giuseppe conte luigi di maio beppe grillo

LUIGINO UNO E TRINO – PANARARI: "LA CENTRALITA’ DI DI MAIO E’ TORNATA DI PREPOTENZA IN QUESTA FASE DI SCONTRO FRONTALE TRA GRILLO E CONTE – IL MINISTRO DEGLI ESTERI È SEMPRE STATO ATTRATTO DAL POTERE, E PER QUESTO SI È RIVELATO IL PIÙ RISOLUTO NELL' INTRAPRENDERE LA STRADA DELL'ISTITUZIONALIZZAZIONE TUTTORA INCOMPLETA DEL "MAGMA 5 STELLE". UN POSTMODERNISSIMO "DOROTEO 2.0"...

Massimiliano Panarari per "la Stampa"

 

BEPPE GRILLO GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO

«Il sole splendeva, non avendo altra alternativa, sul niente di nuovo». Così, Samuel Beckett cominciava il suo romanzo Murphy, uscito nel 1938. Un incipit che vale, a ben guardare, anche per la carriera di una figura irrinunciabile nella breve ma vorticosa esistenza del Movimento 5 Stelle. Di cui rappresenta un volto imprescindibile, anzi tre al medesimo tempo.

 

Si tratta di «Giggino uno e trino», detto con rispetto parlando. Ovvero, l' uomo di governo (e la figura istituzionale), il competitor e avversario di Giuseppe Conte (la cui ascesa dentro il Movimento si deve precisamente a lui, ma che ha finito per sottrargli in parte la leadership politica) e, in queste ore concitate, il mediatore (e reintermediatore) proprio tra l' ex premier e Beppe Grillo.

 

La sua centralità (di più, indispensabilità) è ritornata di prepotenza in questa fase di scontro frontale tra il Garante e il Leader designato (e poi stoppato). Come accade, a volte, nelle vicende della politica nostrana al modello dell'«usato sicuro», per dirla in bersanese. Visto il precipitare degli eventi, inopinatamente, tertium datur; e Luigi Di Maio si è attivato in una mission (al momento data più come possible che impossible) di mediazione tra i contendenti.

 

LUIGI DI MAIO

All' insegna di un attivismo condiviso da Roberto Fico, l' altra anima del grillismo politico delle origini: quella barricadiera-pasionaria e proveniente da una sinistra radicalissima e antisistema (la scena napoletana dei centri sociali), tanto quanto Di Maio incarna, invece, quella più conservatrice e moderata (nell' antropologia ancor più che nei toni, che ha cambiato con notevole flessibilità e altrettanto fiuto politicistico nel corso degli anni).

 

Sin dagli esordi, quindi, il «fondamentalista» e il «realista», come si direbbe nel linguaggio delle correnti dei Verdi tedeschi: e «Dimma» per biografia, ambizioni e pure physique du rôle, ovviamente, non poteva che essere il secondo. Tanto che il suo «ritratto dell' artista da giovane» di rivoluzionario aveva, già a un primo sguardo, ben poco, se non nulla, contrariamente alla narrazione ufficiale anti-establishment sparsa a piene mani dai grillini - e ben presto infrantasi di fronte ai muri della realtà e della frequentazione delle stanze dei bottoni. E, dunque, secondo i suoi detrattori descamisados e anticasta, un giovane nato vecchio, stile «ritratto di Dorian Gray» (per continuare a saccheggiare la letteratura anglosassone), o genere lo stendhaliano Julien Sorel.

conte di maio

 

Uno nato troppo «con la cravatta» - da lui adottata rapidamente, e si sa quanto questo tipo di dress code non fosse propriamente nelle corde del partito iperpopulista del Vaffa e dell' oggi infine archiviato «uno vale uno». Agli inizi valido per tutti tranne che per lui che, infatti, ricevette ben presto l' investitura benevola dei cofondatori Grillo e Gianroberto Casaleggio, avendo saputo - a dispetto dei rivali - rendersi irrinunciabile per la meccanica del Movimento, soprattutto nei momenti di difficoltà, allorché gli ingranaggi si inceppano e il motore del grillismo (che va a benzina altamente incendiaria, con buona pace della tanto richiamata transizione ecologica) finisce per battere in testa.

 

di maio lezzi

Insomma, una «riserva del Movimento» - come giustappunto lo è, su un altro versante, Fico - da richiamare in servizio quando il gioco si fa duro, e le sue doti mediatrici (o, per dirla berlusconianamente, le sue capacità di «farsi concavo e convesso») risultano necessarie. Peraltro, uno dei rarissimi tratti che ha in comune con l' ex «avvocato del Popolo».

 

«Giggino uno e trino» è sempre stato attratto dal potere, e per questo si è rivelato il più risoluto nell' intraprendere la strada dell' istituzionalizzazione - tuttora incompleta - del «Magma 5 Stelle»; e, naturalmente, molto ben gliene colse sul piano personale alla luce dei ruoli ministeriali ricoperti fin da giovanissima età (specie per gli standard della politica nazionale). Il realismo in politica costituisce, molto sovente, una virtù.

 

Luigi di Maio sul balcone di palazzo chigi

E in un movimento che si è fatto ancor più gassoso nonostante i proclami sul dotarsi di un' organizzazione e di una strutturazione (e dove la parola partito fa ancora storcere il naso a molti militanti e perfino ad alcuni parlamentari, pardon «portavoce») equivale, di sicuro, a possedere almeno una bussola di navigazione. Ora, non ci si deve nascondere il fatto che le conversioni repentine conducono qualche volta a discutibili eccessi di entusiasmo, inducendo a essere più realisti del re: come quando Di Maio se ne uscì definendo il M5S una «forza moderata, liberale ed europeista».

 

Un (troppo) «vasto programma», viene da commentare. E, tuttavia, accanto all' abbondante dose di tatticismo che guida le sue scelte, è stato proprio l' approccio realista ad averlo portato ad approdi innegabili. È lui il pivot di quell' ala governista che riconosce nel governo Draghi uno stadio fondamentale per la messa in sicurezza e il rilancio dell' Italia (e lo stesso, malauguratamente, non si può dire della corrente contiana).

mario draghi luigi di maio

 

E, nonostante i flirt e le corrispondenze d' amorosi sensi sbocciate sulla Via della Seta fino a qualche tempo fa (per non dire delle inusitate scampagnate del passato tra i gilet gialli in compagnia di Alessandro Di Battista), l' attuale orientamento euroatlantista dimaiano appare saldo. In buona sostanza, un postmodernissimo «doroteo 2.0» (chiedendo preventivamente venia a Marco Follini, fine conoscitore della storia dc). E nel paesaggio di un partito assai movimentato - anzi, al momento proprio shakerato - come il Movimento 5 Schegge, «Giggino uno e trino» (o, se si preferisce, la «Trimurti Dimma») è quanto di più vicino a un punto di riferimento solido si possa immaginare.

conte grillogrillo contemario draghi luigi di maio

Ultimi Dagoreport

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…