vignetta ellekappa - di maio e la terza via

IL M5S HA ANCORA UN FUTURO? - DI MAIO NON È PIÙ RICONOSCIUTO COME LA GUIDA INDISCUSSA DEI GRILLINI. LA CONSEGUENZA: IL SUO PRIMO NEMICO È DIVENTATO CONTE, IMPALUDATO NELLA MELMA INDECISIONISTA E NELLE SPIRE DELLO SPYGATE E DEI CONFLITTI DI INTERESSE. E SI ABBATTE PURE SUL PD, SEMPRE ALLA RICERCA DELLA SINISTRA DEL '900. ALLA FINE, CHI GODE E' LA DESTRA DI SALVINI E DELLA MELONI

Claudio Tito per “la Repubblica”

I MEME SULLE REGIONALI IN UMBRIA - SPERANZA - ZINGARETTI - BIANCONI - DI MAIO - CONTE

 

Il Movimento 5Stelle ha davanti a sé due quesiti essenziali. Il primo, il più immediato, riguarda la sua attuale guida: Luigi Di Maio è ancora il suo leader? Il secondo ha a che fare con la natura stessa dei pentastellati: l' M5S ha ancora un senso o un futuro?

 

Quel che sta accadendo in questi giorni nel governo sta ponendo con una certa urgenza il primo interrogativo. Il capo politico del Movimento sta sistematicamente minando alla base il governo che lui stesso ha contribuito a far nascere e di cui fa parte con un ruolo cruciale, quello di ministro degli Esteri. Ne sta compromettendo la vita e la durata proponendo ogni giorno nuovi terreni di scontro. 

 

I MEME SULLE REGIONALI IN UMBRIA - DI MAIO - CONTE - SALVINI

Ieri, come se fosse un osservatore esterno, ha fatto notare che sulla manovra non c' è accordo, poi ha messo quattro dita negli occhi del Pd: prima ribadendo che non accetterà altre alleanze regionali e poi contestando il rinnovo del finanziamento a Radio Radicale, che da anni svolge un servizio pubblico in Parlamento. Infine ha annunciato la conferma degli accordi con la Libia sui quali gli stessi democratici - pur essendone i primi ideatori con il governo Gentiloni - da tempo avevano avvertito l' esigenza di una correzione soprattutto in riferimento al trattamento riservato agli immigrati nei centri di raccolta-lager in quel Paese.

roberto speranza nicola zingaretti vincenzo bianconi luigi di maio giuseppe conte

 

Un esecutivo appena nato appare così già dilaniato da polemiche e scontri. Soprattutto dall' impossibilità di concordare una visione comune per il futuro dell' Italia. Alle evidenti contraddizioni adesso si sommano i contorcimenti di un giovane ex leader. Il nucleo più intimo di quanto sta accadendo nel secondo gabinetto Conte è proprio questo: Di Maio non è più riconosciuto come la guida indiscussa dei grillini. C' è quasi una distanza fisica ad esempio con i suoi parlamentari. E come a volte capita ai capi decaduti, non lo accetta. La conseguenza: il suo primo nemico è diventato Giuseppe Conte. Avverte la sua ombra e cerca di scacciarla.

 

Come? Aprendo il maggior numero di fronti divisivi nel governo.

 

giuseppe conte luigi di maio

Eppure quando un partito riduce i suoi consensi del 75 per cento in meno di due anni - evento mai accaduto nella storia repubblicana di questo Paese - è evidente che le responsabilità ricadano anche e soprattutto su chi lo ha capitanato. Il ministro degli Esteri resiste a una banale regola di convivenza civile e democratica che disciplina la vita delle forze politiche.

 

Incapace persino di ravvedere una incompatibilità "pratica" tra il ruolo di ministro degli Esteri e di capo politico. Cerca di contrastare il flusso degli eventi invocando un fantomatico ritorno alle origini nella speranza di riguadagnare quello che Silvio Berlusconi avrebbe chiamato il "quid". Ma sono tentativi scomposti. Come l' addio al patto regionale con il Pd. 

BEPPE GRILLO LUIGI DI MAIO

 

Dimentica che il 3 settembre scorso sulla piattaforma Rousseau, mito pentastellato, l' intesa di governo con i dem venne accolta con il 79,3 per cento dei sì. E il 20 settembre sulla medesima piattaforma il 60,9 per cento si espresse a favore dell' accordo in Umbria. La disperazione spesso porta all' inconsapevole autodistruzione. Nel caso specifico diventa anche un regalo alla Lega. 

 

BEPPE GRILLO GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO

Di Maio non può non sapere che questo governo vive solo se produce idee e riforme. Se impedisce alla destra salviniana di gozzovigliare nell' inazione altrui. Se, insomma, la maggioranza agisce da coalizione e non da sommatoria indistinta. Ne prenda atto anche Grillo, l' unico che ha il potere statutario di rimuoverlo. Un giovane leader deve sapere che può avere altre chance. Se non lo sa vuol dire che non è un leader. Che il suo obiettivo è salvarsi e autoperpetuarsi. Un contrappasso rispetto ai dettami grillini.

NICOLA ZINGARETTI

 

Ma il punto è che il Movimento non è più quello di due, cinque o dieci anni fa. Governare un Paese cambia la cultura e la natura stessa di un partito che prima aveva vissuto esclusivamente all' opposizione.

 

E questo attiene al secondo interrogativo per i 5Stelle: ha ancora un senso il Movimento? Lo ha in queste forme? Beppe Grillo a luglio scorso parlò di "biodegradabilità" dell' M5S.

L' implosione o l' estinzione, come dimostra il voto umbro, non rappresentano più un' opzione impossibile. l' ex comico di certo immagina un futuro diverso. E forse non è un caso che sia entrato in rotta di collisione con Di Maio. 

 

DI MAIO ZINGARETTI E LE REGIONALI IN UMBRIA

Cos' è allora il Movimento ora? Fino al marzo del 2018 l' identità pentastellata si immergeva nella protesta. Quell' identità semplicemente non c' è più, è stata surrogata dalla Lega. E non ce ne è un' altra.

Il risultato si riversa sul Conte Due. Impaludato nella melma indecisionista. E si abbatte pure sul Pd. Imbracato dal senso di responsabilità e denudato nell' iniziativa politica. Sospeso tra il passato che fu e un presente-futuro indefinito, perennemente alla ricerca di una sinistra capace di servire i cittadini del XXI secolo. Ma la somma di tutti questi interrogativi, alla fine, rappresenta il carburante più esplosivo per la destra di Salvini.

Ultimi Dagoreport

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALLA MATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…