giuseppe conte

MA ALLORA ERA VERO CHE CONTE ERA ''PRONTISSIMO'' ALL'EMERGENZA. LA SUA - LO SCOOP DEL ''TEMPO'': A FEBBRAIO, DUE SETTIMANE PRIMA CHE LA CONSIP FACESSE LE GARE PER IL RESTO DEGLI ITALIANI, DA PALAZZO CHIGI SI SONO ORDINATE MIGLIAIA DI MASCHERINE (PURE FFP3), GEL, GUANTI, CAMICI, PERFINO BOMBOLE DI OSSIGENO. E DA UN'AZIENDA DEL BERGAMASCO. IL TUTTO MENTRE MEDICI E SANITARI ERANO IN CORSIA SENZA PROTEZIONI

 

Franco Bechis per ''Il Tempo''

 

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte dopo avere dichiarato a fine gennaio l'emergenza sanitaria nazionale ha fatto quel che nei manuali era scritto in quei casi: cercare approvvigionamenti di materiale sanitario utile a proteggersi dal coronavirus, dalle mascherine ai guanti al gel, perfino i camici e le bombole di ossigeno. Solo che non ha pensato agli italiani, ma prima di tutti a se stesso e certo anche ai suoi collaboratori. Perché in pieno mese di febbraio, circa due settimane prima che il governo chiedesse a Consip di cercare di fare la stessa cosa per tutti gli altri italiani, sono iniziati con successo gli acquisti di Palazzo Chigi per proteggere Conte e chi lavorava con lui.

 

giuseppe conte con mascherina e fraccaro

E pensate. Mentre tutta Italia impazziva a cercare le mascherine che non c'erano in alcuna farmacia e solo per pochi giorni si trovavano on line a prezzi folli, mentre gli ospedali e le case di cura non riuscivano a proteggere medici e infermieri che rischiavano la vita, la presidenza del Consiglio ha messo da parte veri e propri arsenali con cui resistere nel bunker anche per lunghi mesi.

 

Con lettera del 26 febbraio scorso ha acquisito la disponibilità da parte di un'azienda veneta di consegnare entro cinque giorni a trattativa diretta “500 mascherine APVR FFP3”, al prezzo di 7,98 euro cadauna, consegnate secondo programma da un'azienda veneta, la Kit ufficio di Scorzè (Ve). Alla stessa data e con gli identici tempi di consegna (cinque giorni) trovate per Conte & c anche 10 mila mascherine chirurgiche a un ottimo prezzo (0,20 euro l'una) assicurato da un'azienda del bergamasco, la Mediberg di Calcinate.

DOMENICO ARCURI GIUSEPPE CONTE

 

Quindi ai primi di marzo palazzo Chigi aveva già le prime protezioni necessarie, e a quel punto ha potuto pensare anche agli altri italiani, chiedendo a Consip di fare una gara che è stata più o meno disastrosa, visto che una serie di lotti sono stati revocati e secondo il commissario agli approvvigionamenti sanitari, Domenico Arcuri almeno la metà dei quantitativi ordinati arriverà quando il coronavirus se ne sarà andato dall'Italia.

 

Ma mentre gli altri italiani potevano attendere comodamente e medici e infermieri stavano in corsia infettandosi senza protezioni, alla presidenza del Consiglio dei ministri arrivavano altri carichi di ogni tipo di protezione per mettere in sicurezza sia Conte che i suoi collaboratori e ovviamente qualsiasi ospite dovesse presentarsi a palazzo Chigi. La bergamasca Mediberg nell'ultima settimana di marzo ha integrato l'ordine già eseguito a inizio mese con ulteriori 32.400 mascherine chirurgiche sempre al prezzo di 0,20 euro l'una.

mascherine

 

Sempre la stessa azienda a metà marzo per altro aveva consegnato a palazzo Chigi altre 1.800 mascherine chirurgiche da 0,20 e pure 900 “camici visitatore non chirurgico” al prezzo di 0,80 euro l'uno. Il 10 marzo sono arrivati invece da un'azienda del foggiano – la Cerichem Biopharm di Cerignola- 270 taniche da cinque litri l'una di gel disinfettante al prezzo di 16,50 euro per tanica, e al prezzo di 3 euro l'uno altri 50 “flaconi di sapone antibatterico da 500 ml con dosatore” e 130 “flaconi di gel disinfettante da 500 ml con dosatore”.

 

Il 3 marzo invece a Palazzo Chigi una ditta di Pomezia, la Cipriani Utensiltecnica, ha consegnato 310 confezioni da 100 pezzi l'una di “guanti monouso in nitrile” per un prezzo complessivo di 1.500 euro. Anche le mani del premier e dei suoi così erano protette. Pochi giorno dopo un'altra ditta, la Alse medica di Roma, ha consegnato 330 “camici in TNT idrorepellente con rinforzo” al prezzo di 1.120 euro complessivi. Il primo aprile è arrivato da altri due fornitori non meglio specificato “materiale sanitario” per un totale di 7 mila euro.

 

ROCCO CASALINO CON LA MASCHERINA

Con tutto quel gel, mascherine, guanti, camici le riunioni di Conte dovevano sembrare quelle di un gruppo di chirurghi in sala operatoria, e chissà quanti hanno accettato in queste settimane di indossare pure il camice per incontrare il presidente del Consiglio. Naturale che chi è alla guida dell'Italia debba essere protetto dai rischi, ma un po' meno accettabile è stato il fatto di pensare molto prima a chi era chiuso nel bunker di quel palazzo e solo dopo con grave ritardo agli altri italiani che ancora oggi faticano a trovare quelle protezioni.

 

Nel caso di Conte si è pensato perfino al peggio. Tanto che l'ufficio medico chiamato ad assisterlo in caso di problemi, è stato dotato di ogni strumento utile ad affrontare anche l'ipotesi più respinta, quella della infezione del premier. Con grandissima previdenza fin dall'inizio della emergenza sanitaria dichiarata sono state ordinate per l'ufficio medico di Conte “4 bombole da litri 14, più n.7 bombole da litri 2 per fornitura di ossigeno terapia”.

 

E poi 9 mila euro extra di farmaci che non vengono dettagliati nell'ordine, ma che devono essere speciali perché il loro acquisto ne ha comportato anche un altro da 2.500 euro: un ulteriore “frigorifero per la conservazione di farmaci e vaccini”. Con altri 8 mila euro comperati pure “n.2 defibrillatori semiautomatici DAE”, che hanno reso necessaria la stipula di un contratto con la Stryker Italia srl per la loro manutenzione (per 1.300 euro più Iva).

MASCHERINA FFP2 E FFP3

 

Contratto analogo stipulato con la Mortara Instruments per la manutenzione di “n. 1 elettrocardiografo Mortara Eli 230 e n.1 elettrocardiografo modello Cardiette AR 2100 ADV per garantire il funzionamento ordinario dell'attività del servizio di primo soccorso”.

Adesso possiamo essere certi: Conte è protetto e curato molto meglio a palazzo Chigi che dentro un qualsiasi ospedale italiano, ed è sicuro come nemmeno è capitato in Cina a Xi Jinping. Molto meno sicuri siamo tutti noi nelle sue mani.

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO