mattarella cartabia

MA QUALE PERPLESSO! - IL QUIRINALE SMONTA LE VOCI RIPORTATE DAL "FATTO", CARO A GIUSEPPE CONTE, SUI FANTOMATICI DUBBI DI MATTARELLA SULLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA BY CARTABIA - IL COLLE FARA' UNA VALUTAZIONE SULLA RIFORMA AL TERMINE DELL'ITER PARLAMENTARE E SI ASPETTA CHE IL CSM NON ENTRI A GAMBA TESA SUL TESTO MA DIA UN GIUDIZIO CALIBRATO - L'AVVISO DI MARZIO BREDA: "SE UN PEZZO DEL MOVIMENTO SI ILLUDESSE DI LUCRARE UN VANTAGGIO POLITICO PORTANDO IL DISSENSO CONTRO LA LEGGE CARTABIA ALLE ESTREME CONSEGUENZE, RISCHIEREBBE DI SCOPRIRSI ISOLATO ANCHE RISPETTO ALL'OPINIONE PUBBLICA…"

1 - IL QUIRINALE SMONTA LE VOCI SULLA RIFORMA NESSUNA PERPLESSITÀ DA PARTE NOSTRA

marta cartabia sergio mattarella aula bunker ucciardone cerimonia anniversario strage capaci

Ugo Magri per "la Stampa"

 

Dal mondo pentastellato in rivolta rimbalza una voce che, se fosse minimamente vera, metterebbe nei guai il governo alle prese con la riforma Cartabia: perfino il Capo dello Stato, è il sussurro raccolto dal "Fatto quotidiano", sarebbe perplesso su certi aspetti-chiave del nuovo processo penale. In particolare nutrirebbe dubbi sulla norma che conferisce al Parlamento il potere di decidere i reati da perseguire con maggiore urgenza, spogliando così i Pm del potere (costituzionalmente loro garantito) di cogliere fior da fiore nella massa dei fascicoli accatastati sulla scrivania. Non solo.

 

mattarella draghi

Secondo altre indiscrezioni che impazzano in queste ore, Sergio Mattarella sarebbe pronto ad avallare la stroncatura che il Consiglio superiore della magistratura (da lui presieduto) metterà nero su bianco domani, di fatto versando ulteriore benzina sul fuoco. Ma la vulgata grillina del «presidente piromane», dedito ad appiccare incendi ai danni del premier da lui stesso nominato, non trova alcun riscontro sul Colle dove, anzi, queste chiacchiere suscitano stupore.

giuseppe conte sergio mattarella

 

Fonti bene addentro precisano che qualunque valutazione sulla riforma verrà fatta a tempo debito, cioè al termine di un iter parlamentare appena iniziato e su cui - rispettosamente - il presidente si astiene dal giudicare. Tuttavia, data la delicatezza del tema e alla luce della valanga di emendamenti già presentati, viene escluso che Mattarella nutra riserve su questo o quell'aspetto del testo governativo.

 

Del resto è poco credibile che il Quirinale non ne avesse preso anticipatamente visione, trattandosi di giustizia e specie stavolta. Da lassù c'è stato dunque un via libera. Né risulta che domani il Csm entrerà a gamba tesa sulla Cartabia: ai piani alti semmai si attendono un giudizio calibrato, ricco di chiaroscuri.

 

cartabia mattarella

Da dove sgorgano allora le voci di un Mattarella «perplesso»? Chi frequenta i palazzi le fa risalire a un colloquio privato con Giuseppe Conte, un paio di mesi fa. L'ex premier pare avesse molto insistito sulle prerogative costituzionali dei Pm, sfondando col presidente una porta aperta. Ma a quel tempo la riforma Cartabia ancora non esisteva, impossibile che l'uomo del Colle l'avesse in qualche misura criticata.

 

2 - INIZIA IL SEMESTRE BIANCO I TIMORI DEL QUIRINALE: ORA PIÙ RESPONSABILITÀ

Marzio Breda per il "Corriere della Sera"

 

mattarella

Non c'è traccia di appuntamenti alla pagina di venerdì 23 luglio 2021, nell'agenda di Sergio Mattarella. Quella è la data del suo compleanno, l'ottantesimo, ed è naturale che il presidente voglia tenersi libero da udienze pubbliche, colloqui riservati, leggi da studiare, discorsi di cui scrivere una traccia. Per ventiquattr' ore si dedicherà solo alla famiglia, ai figli Laura, Bernardo e Francesco e ai numerosi nipoti che lo festeggeranno a pranzo. Certo, risponderà a qualche telefonata d'auguri, fra le tante che arriveranno al Quirinale.

 

Ma niente di più. E di auguri ha bisogno dato che, squadernando il calendario, una decina di giorni più in là, martedì 3 agosto, comincerà il semestre bianco. È il periodo che separa Mattarella dalla fine dei suoi sette anni sul Colle. Mesi durante i quali i capi dello Stato vedono venir meno il loro potere più penetrante: sciogliere le Camere. La soppressione di questa prerogativa fu stabilita 75 anni fa nel secondo comma dell'articolo 88 della Carta costituzionale sulla base di un ipotetico scenario.

 

grasso mattarella zampetti

Cioè che un presidente della Repubblica, nella speranza di essere rieletto, possa esercitare pressioni sulle Assemblee oppure tentare un'azione a sorpresa quando il settennato è all'epilogo, sbarazzandosi di un Parlamento a lui ostile e confidando che quello nuovo gli sia invece favorevole. Timori eccessivi, da inguaribili malpensanti? Un'analisi della storia repubblicana dimostra che un simile rischio l'Italia non lo ha mai corso. Lo sa bene Mattarella.

 

mattarella

Il quale, in febbraio (già si parlava di confermarlo sul Colle), commemorando Antonio Segni ricordò la proposta del suo predecessore per abrogare quella norma. In un messaggio del 1963, Segni si diceva convinto che fosse «opportuno introdurre in Costituzione il principio della non immediata rieleggibilità del presidente della Repubblica», precisando che «sette anni sono sufficienti a garantire una continuità nell'azione dello Stato». Una riforma, aggiunse lo statista sardo, servirebbe anche per «eliminare qualunque, sia pur ingiusto, sospetto che qualche atto del capo dello Stato sia compiuto al fine di favorirne la rielezione».

 

giovanni grasso ugo zampetti sergio mattarella

Per cui, «una volta disposta la non rieleggibilità, si potrà abrogare la disposizione dell'articolo che toglie al presidente il potere di sciogliere il Parlamento negli ultimi mesi del mandato». L'unica eccezione a tale regola, con modifica costituzionale, scattò nel 1991, quando ci si rese conto che il settennato di Cossiga e la decima legislatura scadevano negli stessi giorni del luglio 1992, sovrapponendosi in un «ingorgo istituzionale».

 

E si intervenne di conseguenza. Acqua passata. Di fatto, tra un paio di settimane Mattarella avrà davanti a sé sei mesi nei quali si troverà le mani legate. Mentre i partiti si sentiranno più liberi di giocare duro e magari di contrapporsi fra loro con calcoli spericolati, specie le forze politiche che sostengono il governo Draghi. C'è chi comincia ad almanaccarci sopra, senza considerare che il Quirinale resta sempre e comunque la camera di compensazione di ogni crisi.

Zampetti Mattarella Salvini

 

Con un ruolo, se non neutralizzato, almeno di freno d'emergenza. I pretesti per scatenare un conflitto e dissociarsi dalla maggioranza potrebbero essere i più vari. Dalla legge Zan alla riforma della giustizia, tema, quest' ultimo, su cui sono molto sensibili i 5 Stelle. Se, per esempio, un pezzo del Movimento si illudesse di lucrare un vantaggio politico portando il dissenso contro la legge Cartabia alle estreme conseguenze, rischierebbe di scoprirsi isolato anche rispetto al sentimento dell'opinione pubblica.

mattarella

 

E non ferirebbe più di tanto la tenuta del governo. Lo stesso vale per eventuali tentazioni a rompere della Lega. Certo, qualsiasi intervento di Mattarella dipenderebbe dalle modalità con cui una crisi si aprisse. Nel senso che se Draghi contasse comunque su una maggioranza, avrebbe dal Quirinale un via libera per continuare il suo lavoro. Diciamo che dal 3 agosto si aprirà una fase che, proprio perché il capo dello Stato è in scadenza, richiede più che mai responsabilità. A tutti.

Ultimi Dagoreport

dagospia 25 anni

DAGOSPIA, 25 ANNI A FIL DI RETE - “UNA MATTINA DEL 22 MAGGIO 2000, ALL’ALBA DEL NUOVO SECOLO, SI È AFFACCIATO SUI COMPUTER QUESTO SITO SANTO E DANNATO - FINALMENTE LIBERO DA PADRONI E PADRINI, TRA MASSACRO E PROFANO, SENZA OGNI CONFORMISMO, HAI POTUTO RAGGIUNGERE IL NIRVANA DIGITALE CON LA TITOLAZIONE, BEFFARDA, IRRIDENTE A VOLTE SFACCIATA AL LIMITE DELLA TRASH. ADDIO AL “POLITICHESE”, ALLA RETORICA DEL PALAZZO VOLUTAMENTE INCOMPRENSIBILE MA ANCORA DI MODA NEGLI EX GIORNALONI - “ET VOILÀ”, OSSERVAVA IL VENERATO MAESTRO, EDMONDO BERSELLI: “IL SITO SI TRASFORMA IN UN NETWORK DOVE NEL GIOCO DURO FINISCONO MANAGER, BANCHIERI, DIRETTORI DI GIORNALI. SBOCCIANO I POTERI MARCI. D’INCANTO TUTTI I PROTAGONISTI DELLA NOSTRA SOCIETÀ CONTEMPORANEA ESISTONO IN QUANTO FIGURINE DI DAGOSPIA. UN GIOCO DI PRESTIGIO…”

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…