MA QUANTO COSTA AVERE RENZI COME CONFERENZIERE? 40MILA EURO, O 25MILA CON LO ''SCONTO'': IL ''FATTO'' HA CHIAMATO LE AGENZIE CHE PROPONGONO L'EX PREMIER COME ORATORE - SI TRATTA DI ''UNA CINQUANTINA'' DI EVENTI IN DUE ANNI, MA NON SI PUÒ SAPERE NÉ IL LUOGO, NÉ L'ARGOMENTO NÉ IL SINGOLO COMPENSO - MA LA PROCURA INDAGA SULLE ''OPERAZIONI SOSPETTE'' SEGNALATE DA BANKITALIA, NON SOLO LEGATE AL PRESTITO DEI MAESTRELLI

 

1. PER RENZI, 40MILA EURO A CONFERENZA TOP SECRET LA LISTA

Estratto dall'articolo Luigi Franco e Thomas Mackinson per ''il Fatto Quotidiano''

 

Per avere Matteo Renzi? "Forty thousand euros. Quarenta, qu-a-tro siii-ro", scandiscono al telefono dalla Pro Motivate, una delle agenzie che propongono online l' ex premier come speaker. "Dovete contare anche un viaggio in business per una e a volte due persone". Tanto costa ingaggiare il fondatore di Italia Viva a una conferenza che - facciamo credere all' interlocutore - sarà in programma l' anno prossimo a Barcellona, titolo "Populismo e dinamiche economiche".

RENZI FA UNA CONFERENZA IN ARABIA SAUDITA

 

Tema su cui Renzi - ci viene garantito - saprà dire la sua.

Del resto "politica globale, "affari correnti", "finanza e tendenze future" sono solo alcuni degli argomenti elencati online di quello che è stato "il più giovane primo ministro in Italia e il più giovane leader del G7 ". Analogo curriculum sponsorizza l' agenzia Chartwell Speakers, ma per "appena" 25mila euro.

 

C' è un però: a sentire l' agente che risponde da Dublino, Renzi non è la scelta più azzeccata. Di conferenzieri che possano parlare di populismo ce ne sono altri, pure meno esosi: con 16mila euro, per esempio, ti porti a casa Anne Applebaum, un premio Pulitzer che "in quanto giornalista, e non politico, può affrontare il tema in modo più indipendente di Renzi".

 

Dalla Chartwell quasi ci convincono, spendere tutti quei soldi per Renzi non conviene. È diventato troppo caro, più dei 20mila euro di cui parlava solo un anno fa Marina Leo, responsabile per l' Italia di un' altra agenzia che vende i suoi discorsi, Celebrity Speakers. (…)

 

MATTEO RENZI IN CONFERENZA STAMPA A PALAZZO CHIGI FOTO LAPRESSE

Di quante conferenze parliamo? "Una cinquantina in due anni", risponde il leader di Italia Viva. In media, un ingaggio ogni due settimane in giro per il mondo. Con viaggi e preparazione dei discorsi, sembra ormai un lavoro a tempo pieno, che però non lascia tracce. Non è infatti dato sapere dove sia stato di preciso, davanti a che pubblico abbia parlato, di cosa e chi l' abbia poi pagato. "La dichiarazione dei redditi è pubblica, la lista delle conferenze no", taglia corto in uno dei messaggi che ci scambiamo nei giorni in cui la Finanza sta ricostruendo le vicende della sua fondazione Open. Dei suoi speech non c' è traccia nemmeno in rete o negli archivi dei giornali, al di là di qualche puntata a Pechino, Riad e poco altro.

 

(…)

 

MATTEO RENZI IN CONFERENZA STAMPA A PALAZZO CHIGI FOTO LAPRESSE

Se va a Timbuctù o Washington pagato da industriali, fondi di investimento o lobby, lo fa privatamente o per conto del partito? "I compensi sono redditi personali, nulla va al partito", dice Renzi. "Non c' è alcun conflitto di interessi tra l' attività di conferenziere e il ruolo di parlamentare. Né problemi di opportunità che invece ci sarebbero in caso di ruolo istituzionale come ministro in carica". Tuttavia, a parlare non è un ex leader ma il capo di un partito che esprime due ministri e un sottosegretario, nonché 41 tra deputati e senatori.

Da qui, il legittimo sospetto.

 

(…) A maggio Renzi ha fondato la società Digistart, a settembre si è fatto sostituire temporaneamente nel ruolo di amministratore unico dall' amico di sempre Marco Carrai, oggi indagato nell' inchiesta sulla fondazione Open.

 

Come mai quel fugace passaggio a cavallo del debutto di Italia Viva? "La società è stata aperta e poi chiusa per le polemiche mediatiche - rivela -. Carrai avrebbe dovuto gestire la società ma alla luce delle polemiche e dell' annuncio della chiusura ha subito lasciato la carica".

La Digistart, sottolinea, non ha fatturato nulla. Renzi, invece, continua a farlo. E con gran profitto.

 

 

2. RENZI, NEL MIRINO DELLA PROCURA ANCHE I COMPENSI DA CONFERENZIERE

Marco Mensurati e Fabio Tonacci per ''la Repubblica''

 

 

matteo renzi in arabia saudita 2

Si scava nel complicato giro di denaro che ha permesso a Matteo Renzi di acquistare la villa da 1,3 milioni sulle colline fiorentine. E a finire sotto indagine non è solo il prestito da 700 mila euro ricevuto dalla madre di imprenditori amici, ma anche i cachet che il leader di Italia Viva ha percepito per le sue attività di conferenziere, autore e personaggio televisivo.

Dunque, con ordine. L' Unità antiriciclaggio della Banca d' Italia, alla fine dello scorso anno, ha segnalato alla Guardia di Finanza una serie di bonifici arrivati sul conto corrente aperto da Renzi presso la Bnl al Senato: "Operazioni sospette".

 

Complessivamente si tratta di circa 673 mila euro, che sono serviti per restituire il prestito alla generosa Anna Picchioni, vedova di Egiziano Maestrelli, lo storico patron della Lucchese calcio legato a Matteo Renzi da un' amicizia di vecchia data. Nell' elenco dei bonifici sospetti ci sono i 119 mila euro ricevuti da Celebrity Speakers e Minds Agency, i 454 mila della Arcobaleno 3 srl (la società del manager dei vip Lucio Presta) e i circa 100 mila provenienti dal fondo inglese Algebris del finanziere Davide Serra, per tre speech (due in Italia, uno a Londra) tenuti da Renzi dopo le sue dimissioni da premier. Il senatore ribadisce che sono compensi del tutto regolari e tracciabili, avuti per attività pubbliche di cui non ha mai fatto mistero.

 

Spicca, ovviamente, il quasi mezzo milione di euro corrispostogli dalla Arcobaleno 3 Srl per il documentario in quattro puntate "Firenze secondo me", andato in onda lo scorso dicembre sulla Nove con uno share che non ha superato il 2,2 per cento. Di quel documentario, però, Renzi non era solo il narratore, ma anche il conduttore, l' ideatore e l' autore, quindi l' elevato compenso si può spiegare anche così.

LA VILLA DI MATTEO RENZI A FIRENZE

 

Tuttavia qualcosa deve aver allarmato l' intelligence finanziaria di Bankitalia se hanno sentito l' esigenza di indicare quei bonifici, e solo quelli, in una Segnalazione di operazione sospetta, della cui esistenza ha dato conto il quotidiano la Verità . La Sos sui cachet di Renzi risale alla fine del 2018 ed è stata trasmessa al Nucleo di polizia economico- finanziaria di Firenze, che già stava lavorando sui movimenti di denaro attorno all' acquisto della casa da 11 vani e 285 metri quadrati di via Tacca, zona di pregio vicina al panoramico Piazzale Michelangelo.

 

Nonostante sulla vicenda la procura di Firenze abbia aperto un fascicolo modello 45, quindi senza indagati né ipotesi di reato, le carte di Bankitalia sono state allegate a un altro procedimento (numero 13966/2017 del Registro generale delle notizie di reato), che riguarda la bancarotta della Coam, società del costruttore Andrea Bacci. Il motivo è che Bacci, oltre a far parte del Giglio Magico di Renzi, ha intessuto relazioni di tipo imprenditoriale con la famiglia Maestrelli, finita anch' essa in un precedente report dell' antiriciclaggio di Bankitalia.

 

RICCARDO MAESTRELLI

Tutta colpa di quel prestito "laser" di 700 mila euro che la vedova Picchioni ha concesso al senatore, con una scrittura privata davanti a un notaio, per permettergli di pagare la caparra della villa sui colli fiorentini. Occhio alle date: il 12 giugno la Pida srl, la holding dei tre fratelli Maestrelli (tra cui Riccardo, nominato nel 2014 dal governo Renzi alla Cassa Depositi e Prestiti Immobiliare), gira 700 mila sul conto della madre, dopo poche ore Anna Picchioni fa un bonifico della stessa cifra sul conto di Renzi e della moglie Agnese Landini presso il Banco di Napoli.

 

La causale del versamento della Pida è riferita al saldo di un vecchio debito con la signora, ma - hanno calcolato gli analisti dell' antiriciclaggio - ballano 158 mila euro in più del dovuto. Quanto basta per allungare sull' operazione l' ombra della possibile violazione della legge sul finanziamento a partiti e parlamentari.

serra renzi

 

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...