attilio fontana giovanni toti giuseppe conte

MA TOTI E FONTANA NON VOLEVANO PIÙ AUTONOMIA? – NELLA SECONDA ONDATA STIAMO ASSISTENDO AL PIÙ CLASSICO SCARICABARILE, CON LE REGIONI CHE PRIMA VOLEVANO DECIDERE TUTTO E ORA INVECE VOGLIONO CHE SIA IL GOVERNO A FARE LE SCELTE IMPOPOLARI – ANCHE CONTE VUOLE SCARICARE TUTTO SU SPERANZA E I SUOI SCIENZIATI. MA GLI ITALIANI NON SONO SCEMI, E IN QUESTO PERIODO VORREBBERO UN LEADER CHE SI PRENDE LE PROPRIE RESPONSABILITÀ, ANCHE DRAMMATICHE (TIPO ANGELA MERKEL)

Estratto dell’articolo di Claudio Tito per “la Repubblica”

 

FEDRIGA TOTI FONTANA ZAIA

(…) In questa seconda ondata (…) si sta assistendo ad una gigantesca corsa per trincerarsi dentro i confini angusti della indecisione.  Soprattutto di non apparire autori o fautori delle misure più impopolari. Si tratta, insomma, del più classico scaricabarile. Un gioco al quale si sono iscritti per primi i governatori e a seguire diversi esponenti della maggioranza, del governo e dell' opposizione. Partendo da qualche segretario di partito, passando per alcuni ministri e arrivando al premier.

 

Colpisce allora che i presidenti delle Regioni, senza distinzione di colore politico e di geografia, siano passati in due mesi dal "decidiamo noi" al "decidete voi". Trasferendo al governo l' onere esclusivo di assumere le scelte più dolorose. «Dateci autonomia, decidiamo noi cosa riaprire», tuonava l' 8 maggio scorso il ligure Giovanni Toti. «Non ho firmato l' accordo con il governo», avvertiva il campano Vincenzo De Luca il 12 maggio.

 

«Con più autonomia, avremmo affrontato meglio l' emergenza», scandiva il lombardo Attilio Fontana il 29 giugno. E ora? Tutto il contrario. La scelta - ad ascoltarli - spetta all' esecutivo nazionale. È evidente che nello stato confusionale di questa classe dirigente, la protesta dei cittadini e soprattutto la loro paura si trasforma in uno spauracchio per la politica. Il timore di perdere consensi, di calare nell' indice di popolarità sovrasta la semplice e doverosa necessità di governare.

 

GIOVANNI TOTI FESTEGGIA LA VITTORIA CON UN PIATTO DI PANSOTI

Alcuni dei presidenti regionali hanno sfilato in alcuni recenti cortei insieme ai manifestanti. Davvero un paradosso. E una poderosa opera di deresponsabilizzazione. Il tutto, poi, si amplifica con la nuova versione del Titolo V della Costituzione. Quella riforma fu un gigantesco cedimento alla demagogia federalista che ha attraversato l' Italia tra gli anni '90 e quelli iniziali del secolo in corso.

toti dice che gli anziani non sono indispensabili

 

Ma ora, in maniera palmare, offre ai processi decisionali e istituzionali tutti i suoi enormi limiti. Ai quali il Parlamento dovrebbe rapidamente porre rimedio. Il comportamento incoerente dei governatori impone un ritorno alla centralizzazione di talune competenze a loro affidate. Se non altro per evitare l' anarchia dell' esitazione cui stiamo assistendo.

GIUSEPPE CONTE ROBERTO SPERANZA

 

La deresponsabilizzazione, però, è solo una faccia della stessa medaglia. L' altra è il deficit di leadership. Che sta certamente travolgendo le autorità locali e investe anche quelle nazionali.

 

GIUSEPPE CONTE DPCM MODE BY CARLI

La procedura, infatti, che oggi il governo adotterà per varare i provvedimenti più severi, denuncia una carenza. Una insufficienza di guida. Il presidente del Consiglio, contrario fin dall' inizio, a disposizioni meno indulgenti rispetto a quelle in vigore, assumerà delle linee guida comunque non particolarmente rigide.

 

LA CHIUSURA DEI RISTORANTI BY GIUSEPPE CONTE

E scaricherà sui numeri degli scienziati (questo è sicuramente un aspetto positivo dopo il rigurgito negazionista di cui anche le forze di minoranza si sono fatte portavoce) e sul ministro della Salute, Roberto Speranza, il peso delle scelte più gravose per i cittadini.

 

Se domani alcune Regioni, infatti, dovranno far fronte ad un nuovo lockdown la responsabilità - o la colpa - ricadrà esclusivamente sul titolare della Salute. Speranza avrà il compito solitario di stabilire se la Lombardia o il Piemonte o la Calabria dovranno "chiudere" o meno. Un lavoro ingrato. Si tratta, per il capo del governo, di un grande trasferimento di autorità ma anche di una rinuncia all' esercizio della leadership. Il ruolo del ministro senza dubbio crescerà.

 

(…) Nella scorsa primavera Conte indubbiamente ha visto crescere il suo consenso nell' opinione pubblica. È accaduto perché dinanzi ad una emergenza si è esposto in prima persona. Come si dice, ci ha messo la faccia. Ha esercitato la sua leadership e gli italiani hanno risposto positivamente.

 

ANGELA MERKEL EMMANUEL MACRON

Adesso, la rincorsa al gradimento ha subito una specie di mutazione genetica. Ha miscelato l' interesse generale con quello personale. La popolarità, in questo modo, diventa fine a se stessa. Ma soprattutto si basa su un calcolo errato. I cittadini, spaventati e impoveriti da questa crisi, chiedono in primo luogo certezze dai propri governanti. Non accettano indecisioni, perché amplificano il loro smarrimento.

 

Reclamano un leader che dia sicurezza. Che si assuma la responsabilità delle scelte. Anche di quelle più impopolari. Perché capiscono che anche la politica sale sulla loro stessa barca. Del resto è quel che hanno fatto Angela Merkel in Germania e Emmanuel Macron in Francia. Non si sono nascosti.

(…)

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO