mario draghi vladimir putin emmanuel macron boris johnson

MAGICAMENTE SI STA AVVERANDO LA “PROFEZIA” DI PUTIN! – AL FORUM ECONOMICO DI SAN PIETROBURGO DI METÀ GIUGNO “MAD VLAD” AVEVA SENTENZIATO CHE LE CONSEGUENZE DELLE SANZIONI AVREBBE PORTATO “A UN'ONDATA DI POPULISMO” E “A UN CAMBIAMENTO DELLE ÉLITE” – SECONDO LA NARRAZIONE DEI POLITOLOGI DI REGIME RUSSI, DOPO DRAGHI CADRANNO ALTRE TESTE IN EUROPA PER GLI EFFETTI INDIRETTI DELLA GUERRA IN UCRAINA – MA LA SFIDA PIÙ SERIA SARANNO LE ELEZIONI DI MEDIO TERMINE NEGLI USA...

Rosalba Castelletti per “la Repubblica”

 

Vladimir Putin al Forum di San Pietroburgo

«Noi non vogliamo interferire». È il secco commento del portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov. Le dimissioni del presidente del Consiglio Mario Draghi sono «un affare interno». «Possiamo solo constatare che il periodo del suo governo è coinciso con una fase molto sfortunata nelle nostre relazioni bilaterali», si limita ad aggiungere.

 

Le autorità russe prendono le distanze dalla crisi di governo italiana e respingono le accuse avanzate da più parti di una complicità con le forze politiche italiane che hanno provocato la caduta del governo di Mario Draghi. «Che cosa c'entra la Russia?», ribatte la portavoce della diplomazia russa Maria Zakharova.

 

VLADIMIR PUTIN AL FORUM ECONOMICO DI SAN PIETROBURGO

«Non solo commentatori e blogger, ma anche responsabili politici italiani collegano i cambiamenti politici interni italiani alla Russia e alla politica estera. Mi meraviglia. Siamo scioccati». E continua: «Che cosa conviene alla Russia ora in Italia? Sviluppare una cooperazione nei settori reciprocamente vantaggiosi. Ma chi e quando arriverà al potere in Italia è un affare degli italiani».

 

Zakharova insiste che Mosca non darà alcun "endorsement". Questa è «una pratica dei Paesi Ue», sostiene. «La Russia non si intromette e non si è mai intromessa».

 

VLADIMIR PUTIN AL FORUM ECONOMICO DI SAN PIETROBURGO

Non tutti i russi però sono dello stesso avviso. «L'amico di Putin, Giuseppe Conte, sta cercando di far cadere il governo Draghi in Italia», aveva twittato qualche giorno fa Vladimir Milov, ex viceministro russo dell'Energia, oggi consigliere dell'oppositore in carcere Aleksej Navalnyj.

 

Pur mettendo da parte le accuse di una "regia russa", quello che è certo è che le dimissioni di Draghi rafforzano la narrazione russa sulle democrazie occidentali indebolite dal contraccolpo delle sanzioni varate in risposta all'offensiva in Ucraina. Basta scorrere i commenti dei politologi riportati dalla stampa russa.

 

Josif Diskin, vicepresidente del consiglio scientifico di Vtsiom, l'istituto di sondaggi del Cremlino, lo dice chiaramente: «L'operazione speciale in Ucraina ha innescato i problemi politici interni dei Paesi occidentali, la sconfitta del presidente francese Emmanuel Macron alle parlamentari, le dimissioni del premier britannico Boris Johnson, gravi problemi in Germania e ora in Italia».

 

putin e macron 1

E parlando in dettaglio della situazione italiana commenta: «Tutti contavano su Super Mario per ristabilire magicamente l'ordine. Ma in un ambiente di partiti populisti, come il M5S, era difficile. Inoltre Draghi è stato schiacciato in una morsa. Da un lato gli americani gli chiedevano di sostenere l'Ucraina, dall'altro l'elettore italiano chiedeva perché l'Ucraina per lui fosse più importante del suo stesso Paese».

 

vladimir putin joe biden ginevra

Intervistato da Lenta.ru, Andrej Bystritskij, del Valdai Club, think tank vicino al Cremlino, avverte che l'Europa dovrebbe prepararsi a «una continua ondata di dimissioni di capi di Stato e a grandi difficoltà politiche». «Gli sconvolgimenti saranno in Italia, Spagna, Nord Europa e, soprattutto, nel Regno Unito. Ma la sfida più seria saranno le elezioni di medio termine negli Usa», commenta.

 

Sono commenti che ricalcano la "profezia" di Putin quando, al Forum Economico di San Pietroburgo a metà giugno, aveva detto che le conseguenze delle sanzioni avrebbe portato «a un'ondata di populismo» e «a un cambiamento delle élite».

vertice biden putin sull ucraina macron putinCONFERENZA STAMPA DI VLADIMIR PUTIN DOPO L'INCONTRO CON BIDENvladimir putin joe biden. vladimir putin joe biden 5joe biden e vladimir putin se la ridono joe biden vladimir putin 9vertice biden putin sull ucrainaputin bidenputin e macron 2

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”