antonio tajani giorgia meloni matteo salvini soldi finanziamenti forza italia lega fdi

SULLA MANOVRA GIÀ VOLANO GLI STRACCI – MANCANO DUE MESI ALLA PRESENTAZIONE DELLA LEGGE DI BILANCIO E NELLA MAGGIORANZA SI LITIGA SULLE PENSIONI – SALVINI RIPROPONE QUOTA 41 IN VERSIONE “LIGHT”. FORZA ITALIA REPLICA CHIEDENDO DI ALZARE LE PENSIONI MINIME – PER GIORGETTI E MELONI RESTA IL PROBLEMA DELLE COPERTURE PER UNA MANOVRA DA 25 MILIARDI. COME DAGO-DIXIT, IL TESORETTO DELLE ENTRATE NON BASTA. E, CON UN DEBITO PUBBLICO CHE SFIORA I 30 MILIARDI, DOVE SI TROVANO LE RISORSE SENZA FARE NUOVO DEFICIT?

Estratto dell’articolo di Luca Monticelli per “La Stampa”

 

MATTEO SALVINI ANTONIO TAJANI

A due mesi dalla presentazione della legge di Bilancio, il dibattito agostano dentro la maggioranza è già infuocato. A far discutere i partiti è il cantiere delle pensioni, che anche quest’anno si preannuncia come uno dei nodi più difficili da sciogliere.

 

Le proposte che spuntano da più parti dimostrano l’attivismo della Lega che non vuole rinunciare a un tema elettorale che la vede impegnata in prima fila da anni. L’impossibilità di portare avanti la vecchia bandierina di Quota 41 – misura bloccata dalla premier Giorgia Meloni e del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti perché troppo onerosa – ha fatto svoltare il Carroccio su una versione light della stessa Quota 41, ovvero la possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica, ma con un ricalcolo contributivo.

 

GIORGIA MELONI - VIGNETTA DI ALTAN

Un meccanismo che finisce per influire sull’assegno, decurtato da una penalità che secondo la Cgil si aggira tra il 15 e il 30%. Il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, fedelissimo di Salvini, studia un piano per le pensioni dei giovani: per tappare i buchi contributivi l’idea sarebbe obbligare i lavoratori a versare una parte del Tfr nei fondi pensioni. Ipotesi che sembra però complessa dal punto di vista giuridico, in quanto andrebbe a vincolare per legge una parte della retribuzione.

 

Da Fratelli d’Italia filtra quella che è la stella polare da seguire: la conferma del taglio del cuneo fiscale e l’attenzione ai conti, soprattutto alla sostenibilità del sistema pensionistico. Giorgia Meloni non vuole creare false aspettative nei cittadini e manda un messaggio agli alleati tramite il capogruppo Tommaso Foti: «La maggioranza non si divida sui temi che la sinistra ritiene fondamentali».

 

LE MANOVRE FINANZIARIA DAL 2014 AL 2024

Forza Italia prosegue nelle schermaglie quotidiane con i leghisti, e i deputati fanno sapere che se si parla di pensioni, gli azzurri chiedono di alzare gli assegni minimi. […]

 

Per quanto sia prematuro parlare di cifre, la legge di bilancio si attesterà almeno su un valore di circa 25 miliardi di euro: nel menu troviamo il taglio del cuneo fiscale, le tre aliquote Irpef, il pacchetto per la natalità, i fondi per la sanità, le risorse per i contratti pubblici, i ritocchi alla previdenza, le missioni internazionali e così via.

 

Con un debito pubblico che sfiora i tremila miliardi di euro, dove si trovano le risorse senza fare nuovo deficit? L’obiettivo di spending review dei ministeri è quello di reperire 2,5 miliardi, ma il target potrebbe salire. Poi, come sempre, si lavora al disboscamento delle agevolazioni fiscali, ma senza traumi. [...]

 

matteo salvini giorgia meloni. antonio tajani

Capitolo sanatorie. L’allargamento della rottamazione è un classico: prorogare le scadenze o ampliarne il perimetro è una discussione sul tavolo. Dalla riuscita del concordato preventivo biennale dipende la promessa di Leo di ridurre le tasse dei contribuenti con un reddito superiore ai 50 mila euro.

 

Per concordato si intende l’accordo tra l’Agenzia delle entrate e le Partite Iva in grado di far emergere una parte del reddito nascosto al fisco. Proprio per rendere il concordato più attrattivo, l’esecutivo ha previsto un super sconto per stimolare le adesioni. In ballo ci sono due miliardi di euro di maggiori entrate. Giova ricordare che le entrate straordinarie possono andare a copertura solo di norme temporanee.

 

giorgia meloni giancarlo giorgetti

La costruzione della manovra appare complicata come ogni anno, il centrodestra si aggrappa al boom delle entrate – solo a giugno sono aumentate di quasi il 10% – e tra i partiti si è diffuso il sogno di poter utilizzare un tesoretto. Facili entusiasmi spenti da Giorgetti che ha rimandato i conti definitivi quando saranno noti i dati dell’autoliquidazione. Entro il 20 settembre l’esecutivo dovrà mettere a punto il piano pluriennale di spesa da inviare a Bruxelles, solo allora sarà tutto più chiaro.

GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI - DEF - VIGNETTA DI ELLEKAPPA

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."