tria salvini di maio

I MANOVRATORI DISTURBATI, DISTURBATISSIMI - AUMENTO DELL'IVA, BONUS 80 EURO, REDDITO DI CITTADINANZA E QUOTA 100: QUESTE SONO LE CARTE SUL TAVOLO DELLA MANOVRA 2020. ANCHE CON PIÙ FLESSIBILITÀ DA UN'EUROPA MENO OSTILE (E NON È MICA DETTO), ANDREBBERO TROVATI ALMENO 23 MILIARDI, PIÙ I SOLDI PER COPRIRE LA STROMBAZZATA FLAT TAX

Luca Cifoni per il Messaggero

 

conte di maio salvini

Iva, bonus 80 euro, reddito di cittadinanza e Quota 100. Sono queste le carte che il governo potrà giocare nella difficile partita della manovra 2020. Un impegno che per il momento resta sullo sfondo della campagna elettorale e delle prevedibili baruffe che seguiranno il voto, ma che in realtà diventerà concreto già dal mese di giugno, quando prima la commissione e poi Eurogruppo e Consiglio europeo dovranno occuparsi dei conti del nostro Paese, il quale a quel punto avrà già ricevuto una lettera formale sul mancato rispetto della regola del debito.

 

CONTROPARTITA

La speranza dell' esecutivo è che la discussione sia ulteriormente rinviata, fino all' autunno. Un eventuale atteggiamento morbido delle istituzioni europee potrebbe però avere come contropartita la richiesta di un impegno più severo per il prossimo anno. Da attuare appunto con la legge di Bilancio 2020. È questo lo scenario che aveva in mente il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia quando durante la sua relazione all' assemblea annuale ha evocato un possibile intervento da 32 miliardi «imponente e con effetti recessivi».

LUIGI DI MAIO GIOVANNI TRIA GIUSEPPE CONTE

 

Un numero a cui si arriva mettendo in fila gli impegni che il nostro Paese dovrebbe soddisfare se le regole fossero applicate rigorosamente, come spiega il direttore del Centro Studi Confindustria Andrea Montanino: «All' Italia viene richiesto un aggiustamento strutturale pari allo 0,6 per cento del Pil e partiamo da un deficit tendenziale che nel 2020 arriverebbe almeno al 3,4 per cento del Pil senza lo scatto degli aumenti Iva».

 

Ecco quindi che rispetto al prevedibile disavanzo con cui si chiuderà il 2019 (2,4%) «bisognerebbe scendere il prossimo anno fino all' 1,8 per cento». Ovvero trovare qualcosa 29 miliardi, a cui ne andrebbero aggiunti circa 3 di spese indifferibili che come ogni anno finiscono in legge di Bilancio. Per inciso, si tratta di un obiettivo più ambizioso di quello che il governo ha messo nero su bianco nel Def. Ecco quindi la proposta di Confindustria: concordare con l' Unione europea un piano più graduale ma con impegni credibili in un orizzonte di tempo almeno triennale.

 

LA FLESSIBILITÀ

TRIA E MOSCOVICI

Ma anche nell' ipotesi che il conto totale scenda con la concessione di margini di flessibilità, andrà comunque trovata una somma impegnativa, 20 miliardi o qualcosa di più. Ai quali andranno aggiunti gli oneri necessari a finanziare le scelte di politica economica dell' esecutivo, a partire dalla citatissima flat tax.

 

Nel Documento di economia e finanza il governo ha fatto dei riferimenti piuttosto generici alla prosecuzione dell' azione di spending review e all' inasprimento della lotta all' evasione fiscale. Ma se queste risorse potranno forse dare una mano a finanziare in parte le nuove misure, le leve più importanti sono altre, a partire dalla possibilità di far effettivamente scattare almeno in misura limitata gli aumenti Iva.

 

È un' opzione che nessun politico può neanche nominare alla vigilia di un voto, ma che da molti osservatori viene ritenuta inevitabile (la stessa Confindustria è possibilista e invita a un approccio «non ideologico»). In tutto sono 23 miliardi, una parte dei quali potrebbe essere reperita con un aumento generalizzato di un punto dell' aliquota ordinaria (22%) o con interventi più selettivi, ad esempio sull' aliquota ridotta del 10. C' è poi il bonus 80 euro, evocato in questi giorni, che vale 9 miliardi: una sua trasformazione in detrazione darebbe qualche risparmio.

 

conferenza stampa su reddito di cittadinanza e quota 100 1

Infine i fondi per reddito di cittadinanza e Quota 100 contengono complessivamente circa 15 miliardi: in questi giorni si discute di dove dirottare i soldi non spesi per il 2019, ma se il sottoutilizzo dovesse risultare confermato per i periodi successivi, l' esecutivo potrebbe in qualche modo attingere anche a questa riserva. Queste quattro grandi voci valgono complessivamente almeno 47 miliardi, e qualsiasi ragionamento sulla manovra non potrà che prenderli in considerazione.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)

giusi bartolozzi almasri giorgia meloni carlo nordio

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA TRA LE MANI IL CAPRO ESPIATORIO PERFETTO PER LA FIGURACCIA SU ALMASRI: GIUSI BARTOLOZZI, CAPO DI GABINETTO DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, NORDIO. DEL RESTO, È UNA MAIL DELLA “ZARINA” A DIMOSTRARE CHE A VIA ARENULA SAPESSERO DELL’ARRESTO DEL TORTURATORE LIBICO GIÀ DOMENICA 19 GIUGNO, E NON LUNEDÌ 20, COME SEMPRE SOSTENUTO DA NORDIO – DI FRONTE ALL’IPOTETICA CACCIATA DELLA BIONDISSIMA GIUSI, PERÒ, NORDIO S’È SUBITO OPPOSTO: GIAMMAI! D'ALTRONDE LA DECISIONE, SECONDO IL MINISTRO, È STATA PRESA DIRETTAMENTE A PALAZZO CHIGI…

mantovano belloni almasri ursula von der leyen bjoern seibert gianni caravelli

BELLONI, UN ERRORE DOPO L’ALTRO. QUANDO SBATTÈ LA PORTA DEL DIS, ESSENDO ENTRATA IN CONFLITTO CON IL CAPO DELL’AISE, GIANNI CARAVELLI, COLPEVOLE DI NON FARE RIFERIMENTO A LEI MA AL SOTTOSEGRETARIO ALFREDO MANTOVANO, SCELSE IL MOMENTO MENO OPPORTUNO: L’ESPLOSIONE DEL CASO ALMASRI - DOPO LO SCHIAFFO A MANTOVANO, ORA HA MOLLATO UNA SBERLA A URSULA, DECIDENDO DI FARE LE VALIGIE ANZITEMPO NEL MOMENTO DI DEBOLEZZA MASSIMA DI VON DER LEYEN: LA QUESTIONE DEI DAZI E LA MOZIONE DI SFIDUCIA DEGLI EUROPARLAMENTARI DI ULTRA-DESTRA - E OGGI BELLONI SI RITROVA, COME DICONO IN CERTI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ‘’SENZA I CRISMI’’ DI AFFIDABILITÀ PER ASPIRARE A UNA PRESIDENZA IN QUALCHE PARTECIPATA DI STATO, DOVE URGE UNA PRESENZA FEMMINILE, COME L’ENI...

giorgia meloni ursula von der leyen elly schlein

FLASH! - AVVISATE MELONI: IL VOTO DI FRATELLI D'ITALIA NON DOVREBBE SERVIRE NEL VOTO DI SFIDUCIA PRESENTATA DA 76 EURODEPUTATI DI ESTREMA DESTRA NEI CONFRONTI DELLA COMMISSIONE E DI URSULA VON DER LEYEN - LA TAFAZZIANA MINACCIA DI ASTENSIONE DEL GRUPPO PSE DEI SOCIALISTI EUROPEI (PD COMPRESO) SAREBBE RIENTRATA: IL LORO VOTO A FAVORE DELLA SFIDUCIA A URSULA SAREBBE STATO COPERTO DALLA CAMALEONTE MELONI, IN MANOVRA PER "DEMOCRISTIANIZZARSI" COL PPE, SPOSTANDO COSI' A DESTRA LA MAGGIORANZA DELLA COMMISSIONE...